Riforma Irpef 2023, chi ci guadagna: tabelle

Riforma Irpef 2023, chi ci guadagna: le due ipotesi per la riforma fiscale che sarà approvata dal governo. La bozza sarà presentata a marzo in Consiglio dei ministri. La cosa certa è la rimodulazione degli scaglioni Ipef, vediamo come: esempi e tabelle.

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5' di lettura

Riforma Irpef 2023, riprende il lavoro per la riforma fiscale e tra qualche settimana dovrebbero essere diffuse le prime bozze. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Ricordiamo che la riforma Irpef incide molto sui redditi, così come incide il nuovo tasso di inflazione, che cambia l’importo dell’Assegno unico, già dalla prossima data di pagamento disponibile.

INDICE

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La riforma fiscale era stata avviata dal governo Draghi. I lavori sono stati ovviamente interrotti dopo la caduta dell’esecutivo. Bisognerà comunque portarla a termine entro il 2023.

Le ipotesi sono diverse. Ma concordano su un punto: il taglio dell’Irpef, che dovrebbe generare degli aumenti in busta paga, sarà possibile solo valutando anche una rimodulazione delle detrazioni fiscali.

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La rimodulazione è necessaria, anche perché il taglio dell’Irpef rischia di riguardare solo i cittadini che hanno redditi superiori a 34.000 euro.

Su aliquote e scaglioni ci sarà una rivisitazione globale, in particolare per i redditi medio bassi. Per alcuni potrebbe essere un vantaggio, ma non per tutti.

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Riforma Irpef 2023, tempi

I tempi, come detto, saranno molto ridotti per l’approvazione della riforma fiscale. Sicuramente entro il 2023. A marzo la bozza sarà presentata in Consiglio dei Ministri. Si tratta di un testo già molto strutturato.

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L’intenzione è quella di offrire dei vantaggi ai cittadini che hanno un reddito medio, compreso tra 15.000 e 50.000 euro.

Si lavora in particolare su due ipotesi:

  • l’accorpamento del secondo e del terzo scaglione di reddito, applicando un’aliquota più alta rispetto a quella attuale;
  • la riduzione a tre degli scaglioni, ma in questo caso sarebbero ritoccate almeno due fasce di reddito.

Vediamo in questa tabella quali potrebbero essere le nuove aliquote Irpef:

RedditoAliquote attualiPrima ipotesiSeconda ipotesi
18.000 euro4.200 euro4.290 euro4.140 euro
20.000 euro4.700 euro4.850 euro4.600 euro
25.000 euro5.950 euro6.250 euro5.750 euro
30.000 euro7.400 euro7.650 euro7.100 euro
35.000 euro9.150 euro9.050 euro8.750 euro
50.000 euro14.400 euro13.250 euro13.700 euro
60.000 euro18.700 euro17.550 euro18.000 euro
Cosa cambia con i tre scaglioni e le due ipotesi di modifica

Riforma Irpef 2023, prima ipotesi

Nella prima ipotesi sono dunque previste tre aliquote:

  • fino a 15.000 euro, resta l’aliquota attuale del 23 per cento;
  • da 15.000 a 50.000 euro, l’aliquota sarebbe del 28 per cento (rispetto al 25 per cento);
  • oltre i 50.000 euro resta l’aliquota al 43 per cento.

Riforma Irpef 2023, seconda ipotesi

Anche nella seconda ipotesi gli scaglioni di reddito sono 3 e 3 anche le aliquote. Ma in questo caso ci sarebbero dei ritocchi anche per il primo scaglione.

Vediamo come:

  • primo scaglione: fino a 28.000 euro, con un’aliquota del 33 per cento;
  • secondo scaglione: da 28.001 a 50.000, con un’aliquota del 33 per cento;
  • terzo scaglione: oltre i 50.000 euro, l’aliquota resta al 43 per cento.

Riforma Irpef 2023, cosa succede

Con la seconda ipotesi i risparmi interesserebbero tutti i contribuenti. Con la prima ipotesi invece, i redditi fino a 34.000 euro subirebbero un aumento dell’imposta lorda dovuta.

Anche per questo sarà necessario intervenire sulle detrazioni. In caso contrario la riforma Irpef potrebbe rivelarsi penalizzante per molti cittadini.

Riforma Irpef 2023, esempi

Qualche esempio per essere più chiari.

Nella prima ipotesi un lavoratore con un reddito di 20.000 euro l’anno dovrebbe pagare 150 euro in più di Irpef (per l’aumento dell’aliquota del 2 per cento).

Se invece il reddito è di 50.000 euro, ci risparmiano 1.150 euro, ovvero l’8 per cento rispetto a quanto si paga oggi.

Nella seconda ipotesi sia il lavoratore con 20.000 euro di reddito, sia quello con 50.000 avrebbero dei vantaggi. Ma le differenze sono notevoli:

  • con 20.000 euro di reddito la riduzione della tassazione Irpef è di 100 euro;
  • con 50.000 euro di reddito la riduzione della tassazione Irpef è di 700 euro (un po’ meno del 4 per cento).

In questa tabella vediamo chi guadagna e chi perde con le ipotesi di rimodulazione delle aliquote Irpef.

RedditoIpotesi 1Ipotesi 2
18.000 euro+ 90 euro– 60 euro
20.000 euro+ 150 euro– 100 euro
25.000 euro+ 300 euro– 200 euro
30.000 euro+ 250 euro– 300 euro
35.000 euro– 100 euro– 400 euro
50.000 euro– 1.150 euro– 700 euro
60.000 euro– 1.150 euro– 700 euro
Quanto si paga in più o in meno con le due proposte di modifica dell’Irpef

Riforma Irpef 2023, quattro parti

La riforma fiscale allo studio del governo sarà strutturata in quattro parti:

  • principi generali;
  • revisione delle imposte;
  • procedimenti: nuovo metodo di accertamento, riscossione e contenzioso tributario;
  • esti unici per arrivare poi alla stesura del Codice tributario.
Riforma Irpef 2023, chi ci guadagna: tabelle
Riforma Irpef 2023, chi ci guadagna: tabelle

Riforma Irpef 2023, gli obiettivi

La riforma fiscale è necessaria in Italia. L’ultima volta che un governo ci ha messo mano è stato negli anni ‘70. Mezzo secolo fa. Da allora si sono susseguite centinaia di norme e provvedimenti tampone. Il sistema è diventato così articolato da meritarsi la medaglia del più complesso al mondo.

È quindi indispensabile ripartire da capo. Nel segno soprattutto della semplificazione. L’unico modo per rimettere in equilibrio il rapporto tra il fisco e il contribuente.

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