Riforma Irpef con 3 scaglioni: le tasse cambierebbero così

Riforma Irpef: il Governo Meloni punta a eliminare uno scaglione di reddito (da 4 a 3). Come cambieranno le tasse nel 2023? Ne parliamo in questo approfondimento.

Carmine Roca è un giornalista esperto in pensioni e fisco.
Conoscilo meglio

4' di lettura

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Indice

Riforma Irpef con 3 scaglioni: cosa significa?

La riforma Irpef è uno dei punti cardine del Governo Meloni, il cui obiettivo è una riforma fiscale strutturata, che comprenda non solo le partite Iva e che si dovrebbe tradurre in una riduzione degli scaglioni Irpef dagli attuali 4 ai 3 previsti dal 2023 (già c’era stato, a inizio 2022, il passaggio dai 5 ai 4 scaglioni).

Non essendoci ufficialità in merito, essendo ancora nel campo delle ipotesi, è stato Il Messaggero ad anticipare le potenziali novità sul tema riforma Irpef, spiegando che potremmo presto ritrovarci con 3 aliquote al 23, 27 e 43%.

Cosa significa? Che prendendo in esame le attuali aliquote fissate al 23, 25, 35 e 43%, la più bassa (23%) e la più alta (43%) verrebbero confermate, mentre le due intermedie, 25 e 35%, lascerebbero il posto all’aliquota al 27%.

Da capire quali saranno le nuove fasce di reddito, se rimarranno invariate (praticamente impossibile) o se verranno modificate alla luce delle possibili modifiche apportate.

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Per fare un esempio, chi ha un reddito da 15.000 a 28.000 euro, nel 2022, ha pagato il 25% di Irpef, ma nel 2023 potrebbe ritrovarsi a versare il 27%.

Discorso inverso per chi ha un reddito compreso tra i 28.000 e i 50.000 euro, che nel 2022 ha versato il 35% di Irpef, mentre nel 2023 andrebbe a versare “soltanto” il 27%.

Sarebbe un’enorme disparità, che il Governo Meloni sicuramente affronterà, comunicando le reali fasce di reddito appena passerà la riforma Irpef.

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Riforma Irpef: cosa accadrà nel 2023?

Cosa accadrà nel 2023 con la riforma Irpef? A fornire qualche dettaglio in più è stato il vice-ministro all’economia con delega al Fisco, Maurizio Leo, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Messaggero.

Il primo passo da compiere è l’introduzione di una tassa piatta al 15%, con l’innalzamento del limite di reddito da 65.000 a 85.000 euro. Il secondo è la flat tax incrementale per i lavoratori autonomi. Solo successivamente si interverrà sull’Irpef, con il possibile passaggio ai tre scaglioni 23, 27 e 43%.

Chi pagherà più tasse e chi verrà favorito dalla riforma Irpef? Non essendoci notizie ufficiali, possiamo ipotizzare l’innalzamento della prima fascia di reddito oltre i 15.000 euro attuali. Questi contribuenti verserebbero il 23% di Irpef.

La soglia massima del secondo scaglione, che nel 2023 potrebbe passare al 27%, non sarà 50.000 euro, ma probabilmente più bassa. Mentre il 43% di Irpef lo verserebbe chi ha un reddito – probabilmente – a partire dai 45.000 euro.

Ricordiamo che, attualmente, sono 4 gli scaglioni Irpef:

SCAGLIONI IRPEF 2022REDDITOALIQUOTE IRPEF 2022
1° scaglionefino a 15mila euro23%
2° scaglioneda 15.000 a 28mila euro25%
3° scaglioneda 28.000 a 50mila euro35%
4° scaglioneoltre i 50mila euro43%
Riforma Irpef: i 4 scaglioni del 2022
Riforma Irpef
Riforma Irpef: come cambieranno le tasse nel 2023?

Riforma Irpef, un costo per lo Stato

La riforma Irpef, così come le altre riforme previste a stretto giro di posta, produrrà un costo per le casse dello Stato. Sempre il vice-ministro Leo ha dichiarato che “trovando le necessarie coperture, bisognerà andare verso un sistema a tre aliquote“.

Nel corso della legislatura vorremmo addolcire le aliquote per poi andare a un meccanismo flat, che però rispetti la progressività con meccanismi di detrazioni e deduzioni, senza metterci in contrasto con la Carta costituzionale”, ha ribadito Leo.

Più complicato arrivare alla tassa piatta “che sia coerente con quanto previsto dalla Costituzione dall’articolo 53, ovvero ‘Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività‘, spiega Leo.

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