Pensione per i giovani: di cosa parliamo e qual è il piano del governo Meloni? Scopriamolo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensione per i giovani e non solo: a chi si rivolge il nuovo governo
- Pensione per i giovani: le intenzioni del nuovo governo
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Pensione per i giovani e non solo: a chi si rivolge il nuovo governo
Il governo Meloni si è insediato da circa una settimana e tanto avrà da fare da qui a fine anno, soprattutto sul tema pensioni.
Un tema delicato, spinoso, che ha bisogno di tempi rapidi di attuazione. Dal 1° gennaio 2023 potrebbero sparire Opzione Donna, l’Ape Sociale e Quota 102, misure importanti, che permettono un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, senza attendere i 67 anni per la pensione di vecchiaia o la maturazione di 41 o 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria.
Proprio il ritorno alla Legge Fornero è un passo indietro che i partiti, soprattutto di Centro-Destra vogliono assolutamente evitare. Da qui le proposte della Lega (Quota 41 per tutti) e di Fratelli d’Italia (Quota 41 per tutti con soglia di età, Quota 100 o 102 flessibile, pensione a 62 anni con 35 di contributi e Opzione Uomo).
Il tempo stringe, le risorse economiche sono poche e bisogna fare i conti pure con le pensioni minime, piuttosto sollecitate dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi, sicuramente non messe in salvo dai piccoli interventi apportati dal Governo Draghi tramite i tre Decreti Aiuti.
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La proposta di Fratelli d’Italia, piuttosto complicata da attuare, vedrebbe un drastico taglio delle pensioni d’oro, superiori a 5.000 euro lordi al mese, per finanziare l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro, il pallino di Silvio Berlusconi, già fautore dell’aumento al milione di lire approvato nel 2001.
A essere tagliate sarebbero quelle pensioni “privilegiate”, secondo Giorgia Meloni, godute grazie ai benefici del sistema retributivo, che ha favorito la maturazione di assegni di importo elevatissimo, a scapito di chi andrà in pensione con il calcolo dell’assegno col sistema contributivo.
I giovani, ad esempio, saranno piuttosto penalizzati. Ecco che una pensione per i giovani è nelle intenzioni del nuovo Governo: di cosa si tratta? Ne parliamo nei prossimi paragrafi.
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Pensione per i giovani: le intenzioni del nuovo governo
Nel corso del suo intervento alla Camera, il premier Giorgia Meloni ha rivolto un pensiero “ai migliaia di lavoratori autonomi che non si sono rialzati dopo la pandemia, spesso ingiustamente trattati come figli di un Dio minore”, ai quali il nuovo esecutivo vuole “riconoscere tutele adeguate, in linea con quelle garantite ai lavoratori dipendenti”. Perché “un lavoratore è un lavoratore”, ha detto Meloni.
Ma l’attenzione è rivolta anche agli invalidi (“a loro non sarà negato il doveroso aiuto dello Stato”), ai lavoratori a fine carriera che “dopo una vita di lavoro, vanno in pensione o vorrebbero andarci”, ma soprattutto ai più giovani e “a chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo”.
Da qui la necessità di pensare a una pensione per i giovani, che tra 30-40 anni si ritroveranno con un assegno di importo sicuramente inferiore rispetto a quello percepito dai loro padri o dai loro nonni, calcolato in base al sistema retributivo puro o col sistema misto.

Meloni ha parlato di “bomba sociale”, che viene costantemente ignorata, ma che va assolutamente disinnescata, perché in futuro, “milioni di attuali lavoratori si ritroveranno con assegni molto più bassi di quelli, già inadeguati, che vengono percepiti oggi”, ha dichiarato il premier.
Ma come favorire una pensione per i giovani, dal momento che rivalutare gli assegni previdenziali non sembra essere alla portata delle casse dello Stato? Tagliare le pensioni d’oro per favorire i titolari di pensioni al minimo non basta.
Così come pensare di trovare le risorse necessarie abolendo il reddito di cittadinanza, per colpa dei furbetti, aggravando nuovamente le condizioni economiche dei percettori in regola.
Occorre una riforma delle pensioni ad ampio raggio, che tuteli le giovani generazioni, ma anche i lavoratori prossimi alla pensione, gli invalidi e chi riceve 500 euro di pensione minima al mese.
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