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Indice
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: proroga di Quota 103
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: che fine fa Quota 41?
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: prepensionamento a 63 anni
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: Opzione Donna
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: assegni più alti?
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Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: proroga di Quota 103
Le ultime notizie sulla riforma delle pensioni vedono una fase di stallo del governo, praticamente fermo al palo per i pochi margini di movimento causati dalle scarse risorse economiche a disposizione.
Senza soldi, tutto quello che è stato ipotizzato nel recente passato rischia seriamente di andare in fumo, a tal punto che l’esecutivo Meloni sta già pensando a una proroga di Quota 103, che sarebbe dovuta rimanere in vigore soltanto un anno e fino al 31 dicembre 2023.
Introdotta quest’anno in sostituzione di Quota 102, che rimane accessibile a chi ha maturato i requisiti (64 anni di età e 38 di contributi) entro il 31 dicembre 2022, Quota 103 prevede un tetto massimo di importo per l’assegno mensile: non può essere superiore a 5 volte il valore della pensione minima (2.870 euro lordi).
Inoltre, a chi decide di continuare a lavorare, pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione (62 anni di età e 41 di contributi), è consentita la possibilità di aumentare l’importo netto dello stipendio mensile, evitando il versamento della quota di contributi (9,19%) a carico del lavoratore: il cosiddetto Bonus Maroni.
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Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: che fine fa Quota 41?
In tutto questo, che fine fa Quota 41? La misura particolarmente apprezzata dalla Lega e dai sindacati costa troppo (5 miliardi l’anno, fino a 9 miliardi nei primi 10 anni di vita).
Considerate le pochissime risorse a disposizione, la discussione sulla misura che dovrebbe sostituire per sempre “l’odiata” legge Fornero slitta al 2025.
Con Quota 41, tutti i lavoratori e le lavoratrici, a prescindere dall’età anagrafica e dalle categorie, possono andare in pensione con 41 anni di contributi versati.
Attualmente esiste già una Quota 41, ma è accessibile soltanto ai lavoratori precoci, ovvero a coloro che hanno versato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni e appartengono alle categorie fragili indicate dallo Stato: disoccupati, caregiver, invalidi con una percentuale pari o superiore al 74%, lavoratori gravosi o impiegati in mansioni usuranti.
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: prepensionamento a 63 anni
Ma senza Quota 41 rimane il problema di individuare un’opzione che consenta l’uscita anticipata dal lavoro, alternative alla legge Fornero (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne).
Da qualche mese si parla di un prepensionamento a 63 anni, l’idea pensata dal presidente dell’INPS, Pasquale Tridico.
In pratica chi accetterebbe l’uscita dal lavoro a 63 anni si ritroverebbe a percepire un assegno ridotto (taglio del 3% annuo) per 4 anni, per poi ricevere la pensione in misura piena al compimento dei 67 anni.
Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: Opzione Donna
Per quanto riguarda Opzione Donna, che ha goduto di un rinnovamento molto criticato dai sindacati e dalle lavoratrici, si va verso l’introduzione di alcune modifiche da applicare già nel 2023.
Dal 1° gennaio 2023, Opzione Donna è accessibile soltanto dalle lavoratrici appartenenti a queste categorie:
- licenziate o dipendenti di aziende in crisi economica;
- caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare entro il secondo grado di parentela, con disabilità grave;
- invalide almeno al 74%.
Si può andare in pensione con Opzione Donna dopo aver versato 35 anni di contributi, a 60 anni (se non si hanno figli), a 59 anni (se si ha un solo figlio), a 58 anni (con due o più figli).
Nelle intenzioni del governo c’è la possibilità di abolire il criterio figli e di abbassare l’età minima da 60 a 59 anni, con la possibilità di andare in pensione a 58 anni se appartenenti a una delle categorie indicate prima.

Ultime notizie sulla riforma delle pensioni: assegni più alti?
Se la riforma delle pensioni è ferma al palo, quella del Fisco procede spedita e già a fine marzo potrebbe ricevere la fumata bianca.
A parità di reddito, le imposte da versare dovranno essere uguali per tutti, a prescindere dalla categoria del contribuente (lavoratore dipendente, autonomo o pensionato). Parliamo di equità orizzontale.
Il governo ha ipotizzato un abbattimento dell’IRPEF, che comporterà benefici nell’immediato, consentendo ai pensionati di percepire una pensione netta più alta a parità di lordo.
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