Con l’approvazione della legge di bilancio, vediamo quali sono le novità della riforma pensioni 2023 (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Novità della riforma pensioni 2023: l’elenco completo
- Novità della riforma pensioni 2023: le regole di Quota 103
- Novità della riforma pensioni 2023: Opzione Donna e Ape Sociale
- Novità della riforma pensioni 2023: sistema di rivalutazione e pensioni minime
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Novità della riforma pensioni 2023: l’elenco completo
La legge di bilancio 2023, la prima del Governo Meloni, è stata approvata al Senato e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
Tra le tante novità inserite nella manovra finanziaria figurano aiuti alle famiglie e alle imprese, il taglio del cuneo fiscale più alto per le retribuzioni fino a 25.000 euro l’anno, un potenziamento del Bonus sociale e dell’Assegno Unico e, soprattutto, novità che riguardano le pensioni, in attesa della vera riforma che avrà luogo nel 2023.
Quali sono le novità della riforma pensioni 2023? Le elenchiamo rapidamente per poi entrare nel dettaglio nei prossimi paragrafi.
In primo luogo, la legge di bilancio porterà in dote Quota 103, la nuova misura previdenziale anticipata chiamata a sostituire Quota 102 e a frenare il ritorno alla legge Fornero.
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Con Quota 103 si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi. Sono previsti paletti, incentivi e finestre mobili, come vedremo in seguito.
Con la legge di bilancio è stata confermata l’Ape Sociale così come è (63 anni di età, dai 30 ai 36 anni di contributi) e pure Opzione Donna, con modifiche del requisito anagrafico (base a 60 anni), sconti di età per ogni figlio, fino a un massimo di due e limitazioni della platea di beneficiarie.
Il Governo Meloni ha proceduto anche al rinnovamento del sistema di rivalutazione delle pensioni: non più a 3 fasce come nel 2022, ma a 6 fasce, con un taglio ulteriore per gli importi superiori a 2.100 euro lordi al mese.
Aumentate, infine, le pensioni minime sulle quali spetta una maxi-rivalutazione del 120% (8,8% anziché 7,3%). Ai pensionati con un’età pari o superiore a 75 anni spetterà un assegno di 600 euro al mese.
Leggi che pensione è prevista con uno stipendio di 1600 euro.
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Novità della riforma pensioni 2023: le regole di Quota 103
Dopo aver illustrato brevemente quelle che sono le novità della riforma pensioni 2023 introdotte con la legge di bilancio appena approvata, entriamo nel vivo dell’argomento.
La novità assoluta è Quota 103. Con questa nuova misura sarà possibile andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi.
Previste due finestre mobili: una di 3 mesi per i lavoratori privati, l’altra di 6 mesi per i dipendenti pubblici.
Inoltre, chi accede a Quota 103 non potrà maturare un assegno di importo superiore a 5 volte il trattamento minimo (pari a circa 2.815 euro al mese).
Previsto anche un incentivo per chi, maturati i requisiti per accedere a Quota 103, preferirà continuare a lavorare. Grazie al Bonus Maroni, verrà applicata una decontribuzione del 10% in busta paga.
In parole povere, il lavoratore o la lavoratrice non dovranno più versare la quota del 9,19% di contributi allo Stato e questo comporterà un aumento dello stipendio netto, ma anche un “congelamento” dell’anzianità contributiva, che causerà una pensione di importo più basso del previsto.
Novità della riforma pensioni 2023: Opzione Donna e Ape Sociale
Confermata, ma anche piuttosto rimodellata, Opzione Donna sarà accessibile a una platea risicata di beneficiarie.
Cambia il requisito anagrafico: si potrà accedere a 58 anni solo se si hanno due o più figli; l’uscita a 59 anni è consentita soltanto alle donne con un figlio, mentre chi non ha figli potrà accedervi solo a 60 anni.
Ma attenzione: mentre fino al 2022, Opzione Donna era una misura dedicata a tutte le lavoratrici, dipendenti e autonome, in possesso del requisito anagrafico (58-59) e di un’anzianità contributiva di 35 anni, dal 1° gennaio 2023 sarà accessibile solo alle “categorie fragili”.
Ovvero a donne licenziate o dipendenti di aziende in crisi; alle caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave e alle lavoratrici con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%.
Rimane invariata l’anzianità contributiva minima a 35 anni. Permangono anche le finestre mobili a 12 mesi per le dipendenti e a 18 mesi per le autonome e il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo.
Rimane così come è, invece, l’Ape Sociale. Confermati i parametri del 2022. L’anticipo pensionistico viene erogato al compimento dei 63 anni ai disoccupati, caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave e ai lavoratori invalidi con una percentuale pari o superiore al 74% che hanno maturato 30 anni di contributi.
Occorre un’anzianità contributiva di 32 anni ai lavoratori edili e di 36 anni ai lavoratori che svolgono mansioni gravose. L’importo dell’assegno non potrà superare i 1.500 euro al mese.

Novità della riforma pensioni 2023: sistema di rivalutazione e pensioni minime
Le altre novità riguardano il sistema di rivalutazione delle pensioni e i nuovi importi delle pensioni minime.
Dal 1° gennaio 2023 verrà applicata una rivalutazione del 7,3% sugli importi delle pensioni inferiori a 2.100 euro lordi al mese e sui trattamenti assistenziali.
La rivalutazione, in percentuali ridotte, verrà applicata sugli importi superiori a 2.101,50 euro soltanto a partire dal mese di marzo o aprile.
Cambiano le fasce di rivalutazione. Nel 2022 sono state 3 (100%, 90% e 75%), dal 1° gennaio 2023 saranno le seguenti:
IMPORTO PENSIONI | RIVALUTAZIONE |
Pensioni fino a 2100 euro lordi al mese | 100% |
Pensioni da 2101 euro a 2625 euro lordi al mese | 85% |
Pensioni da 2626 a 3150 euro lordi al mese | 53% |
Pensioni da 3151 a 4200 euro lordi al mese | 47% |
Pensioni da 4201 a 5250 euro lordi al mese | 37% |
Pensioni di importo superiore a 5250 euro lordi al mese | 32% |
Le pensioni minime saliranno subito a 563 euro al mese, poi verrà applicato il mini-bonus dell’1,5% che farà lievitare gli importi dei trattamenti al minimo fino a 571 euro al mese.
Infine, ai pensionati con 75 o più anni di età spetterà una pensione minima di 600 euro al mese.
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