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Riforma delle pensioni nel 2024: ultime notizie
Come ogni anno, di consueto ormai, si torna a parlare di riforma delle pensioni nel 2024. Il 26 giugno si è svolto l’incontro tra governo e sindacati per decidere quali saranno le sorti del sistema pensionistico italiano nel 2024.
I sindacati in questa occasione hanno spinto di nuovo perché sia introdotta una Quota 41 per tutti.
Quota 41 è un regime pensionistico che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione tenendo conto solo degli anni di contribuzione accumulati. Il lavoratore potrebbe andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
Secondo i piani dei sindacati Quota 41 dovrebbe ad affiancarsi e rappresentare un’alternativa alla pensione di vecchiaia che si ottiene con 67 anni di età e 20 di contributi. L’obiettivo è aumentare la flessibilità nell’uscita dal mondo lavoro.
Dopo l’incontro sono arrivate le dichiarazioni dei sindacati. Nello specifico Maurizio Landini (CGIL) e Pierpaolo Bombardieri (UIL) non hanno nascosto il loro malumore definendolo un tavolo di discussione inutile.
La CISL sembra invece aperta a una maggiore mediazione e il segretario Luigi Sbarra si è detto felice di poter dialogare con l’esecutivo governativo.
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Ritorna l’idea di una riforma delle pensioni con Quota 41
Il sottosegretario del Lavoro Claudio Durigon ha garantito che “Quota 41 si farà, se quest’anno o il prossimo lo vedremo”.
A dirla tutta anche nel 2022, quando si parlava già della ipotetica riforma previdenziale 2024, furono fatte le stesse identiche affermazioni. Il problema individuato all’epoca e che persiste ancora oggi sono i costi, perché questa misura graverebbe molto sulle casse dello Stato già impoverite dall’ingente spesa della riforma fiscale.
La questione infatti non è solo che Quota 41 si faccia, ma anche come sarà fatta. Fino adesso uno dei problemi delle pensioni anticipate e delle misure alternative alla pensione di vecchiaia è che queste comportano una grossa decurtazione dell’assegno pensionistico.
In pratica il pensionamento anticipato in tutte le sue forme riduce enormemente la pensione del lavoratore, quindi l’obiettivo dei sindacati è far sì che questo non accada anche con Quota 41.
All’epoca però il governo, che non era quello attuale presieduto dalla Meloni, fu chiaro nell’affermare che Quota 41 per tutti senza decurtazione non è una spesa affrontabile.
Del resto il fatto che il segretario della CGIL Landini, alla fine dell’incontro con imprese e governo, abbia dichiarato che la discussione era stata completamente inutile fa pensare che non siano stati fatti molti passi avanti.
Dopo l’incontro il Ministro del lavoro Marina Calderone non ha fornito invece particolari dettagli. Anche perché per avere un quadro completo si dovrà aspettare l’autunno, quando è prevista la nota di aggiornamento al Def. Questo è un importate documento finanziario e l’aggiornamento chiarirà con precisione quanti fondi è possibile stanziare per la riforma previdenziale nel 2024.

Che cos’è la pensione anticipata con Quota 41 precoci?
A dire la verità l’ordinamento pensionistico attuale prevede già la possibilità di andare in pensione tenendo conto del solo calcolo dei contributi a prescindere dall’età anagrafica, ma non è un’opzione aperta a tutti.
Nel sistema previdenziale Italiano c’è infatti Quota 41 precoci, ovvero una misura di pensione anticipata che si basa esclusivamente sul calcolo dei contributi.
Ad avere accesso a questa Quota 41 sono solo i lavoratori precoci, cioè quelli che hanno accumulato almeno un anno di contributi, anche non in modo continuativo, prima di compiere 19 anni. Inoltre la misura è accessibile solo se si rientra nelle stesse categorie lavorative che danno diritto all’Ape sociale, cioè:
- disoccupati che non percepiscono l’indennità di disoccupazione (NASpI) da almeno tre mesi;
- caregiver, se svolgono l’attività di assistenza da almeno 6 mesi e si prendono cura del coniuge, del partner in unione civile o di un parente di primo grado convivente;
- disabili dal 74% in poi;
- chi ha svolto lavori gravosi da almeno 6 anni all’interno degli ultimi 7 anni.
Questi lavoratori, se maturano 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2026, hanno diritto al pensionamento a prescindere dalla loro età.
Che fine fa Quota 103 con la riforma pensioni 2024?
Quota 103 è una misura transitoria e in vigore quest’anno che ha sostituito la vecchia Quota 100 e con cui si può andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi.
L’introduzione di Quota 103 fu pensata per prendere tempo in vista di una riforma pensioni strutturale e perciò al momento resterà in vigore solo per il 2023. Scaduta quindi Quota 103 verrà a mancare una misura di pensione anticipata aperta a tutte le categorie di lavoratori.
Una eventuale proroga di Quota 103 o l’inserimento di una misura analoga nel 2024 è vincolata all’introduzione o meno di Quota 41.
Se dovesse passare la proposta di una Quota 41 per tutti già dal 2024 questa spazzerebbe via le pensioni anticipate sullo stile di Quota 100, Quota 103, ecc. Diversamente, se Quota 41 non si farà, allora bisognerà pensare ad una proroga o un’alternativa a Quota 103, senza la quale non esisterà più una pensione anticipata aperta a tutti.
Le pensioni anticipate comunque hanno sempre rappresentato un problema per il governo, per via dei costi. Si tenga poi presente che anche per i lavoratori non sono particolarmente vantaggiose visto che comportano una gigantesca riduzione dell’assegno pensionistico.
Scopri la pagina dedicata a tutti i tipi di pensioni, sociali e previdenziali.
Faq sulla riforma delle pensioni nel 2024
Di cosa si è discusso il 26 giugno?
Il 26 giugno si è svolto l’incontro tra governo e sindacati per decidere le sorti del sistema pensionistico italiano nel 2024. È in discussione l’introduzione di una “Quota 41 per tutti”.
Che cos’è Quota 41 nella riforma delle pensioni 2024?
Quota 41 è un regime pensionistico che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione tenendo conto solo degli anni di contribuzione accumulati. Il lavoratore potrebbe andare in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età.
Come si relaziona Quota 41 con la pensione di vecchiaia?
Secondo i piani dei sindacati, Quota 41 dovrebbe rappresentare un’alternativa alla pensione di vecchiaia, che si ottiene con 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Qual è la posizione dei sindacati sulla riforma delle pensioni nel 2024?
Dopo l’incontro tra governo e sindacati, alcuni rappresentanti come Maurizio Landini (CGIL) e Pierpaolo Bombardieri (UIL) hanno espresso il loro malumore, definendolo un tavolo di discussione inutile. La CISL sembra invece aperta a una maggiore mediazione.
Cosa significa la riforma delle pensioni nel 2024 per i lavoratori?
La riforma delle pensioni nel 2024 potrebbe portare all’introduzione di Quota 41, che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dalla loro età. Tuttavia, questa proposta è ancora in discussione e potrebbe portare a cambiamenti significativi nel sistema pensionistico italiano.
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