Riforma Rdc e reati: scoppia il caos in tribunale. Il punto

Riforma dell'Rdc e reati: scopri le conseguenze della riforma del sussidio riguardante il reato di appropriazione indebita.

Immacolata Duni è un'avvocato e copywriter, specializzata in welfare.
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6' di lettura

Riforma dell’Rdc e reati: scopri nell’approfondimento quali sono le prime conseguenze della riforma del sussidio, operata dal Governo, che per errore ha cancellato un articolo che definisce il reato di appropriazione indebita del Reddito di cittadinanza (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Riforma dell’Rdc e reati: appropriazione indebita del Reddito di cittadinanza

Nella nuova Legge di bilancio, il Governo ha cancellato (per errore) i primi 13 articoli del decreto legge 4/2019. E tra questi c’è anche il numero 7 che regolamenta il reato di appropriazione indebita del reddito.

Sinora chi percepiva il sussidio grazie a documenti falsi, rischiava il carcere tra i 2 e i 6 anni. Chi invece dimenticava di comunicare i miglioramenti patrimoniali o reddituali, rischiava da uno a 3 anni di carcere.

Ma cosa è accaduto? Perché il Governo Meloni, contrario da sempre alle appropriazioni indebite dell’Rdc, ha cancellato il reato e le pene?

Innanzitutto c’è da chiarire che le sanzioni verranno cancellate solamente dal 1° gennaio 2024. Ma dal nuovo anno il problema non dovrebbe sussistere perché le intenzioni del Governo Meloni sono di cancellare il sussidio.

Riforma dell’Rdc e reati: caos in tribunale

Intanto è scoppiato il caos in un tribunale di Roma.

Mentre il GUP, il giudice per l’udienza preliminare, ha ritenuto che non possa più essere contestato il delitto di false attestazioni per l’ottenimento del Reddito di cittadinanza, il Pm ha sottolineato che non esista alcuna abolitio criminis e che il reato sussiste eccome.

Secondo il Giudice, invece, il reato non può essere contestato, vista la cancellazione apportata dal Governo Meloni.

Il Procuratore ha ribadito che rispettare l’ordinanza del GUP lo costringerebbe a violare la Costituzione e violare il principio della ragionevole durata del processo.

Tutto è stato così rimandato alla Corte di Cassazione.

Cosa ne è dell’ambito penale? Cosa ne è del reato di appropriazione indebita?

Il Governo Meloni, preso atto dell’errore, sta pensando a come recuperare.

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Riforma dell’Rdc e reati: i furbetti dell’Rdc sono salvi?

Perché gli articoli cancellati dal Governo Meloni, nonostante vadano in vigore dal primo gennaio 2024, avranno conseguenze anche quest’anno?

Perché, come precisa il PD, ci sono gli estremi per l’abolitio criminis regolata dall’articolo 2 del Codice penale, dove si legge che:

Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva reato. Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali“.

Quindi se si stabilisce già da oggi che tra qualche mese un determinato comportamento non sarà più reato, coloro che lo compiono sono salvi già da oggi.

Con la cancellazione degli articoli, infatti, vengono meno sia i reati che le sanzioni.

È necessario e urgente, dunque, un nuovo intervento del Governo che rimedi a questo caos e se non si vuole che i furbetto dell’Rdc restano impuniti.

Secondo alcuni rumor, comunque, il Governo Meloni pare stia già correggendo il tiro. Già la prossima settimana potrebbe essere varato un decreto che sistemi la situazione. Quindi, attenzione: le sanzioni stanno per tornare.

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Riforma Rdc e reati
Riforma Rdc e reati. In foto un giudice.

Riforma dell’Rdc e reati: quando si rischia il carcere

Un altro reato che fa rischiare il carcere è il seguente:

  • Il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, previsto dall’art. 640 bis del Codice penale.

Inoltre è previsto il divieto di presentare una nuova richiesta di Rdc prima che siano trascorsi dieci anni dalla condanna. Sanzioni più lievi per i c.d. “furbetti” del Rdc sono la revoca e la decadenza:

  • Incorrono nella revoca del sussidio e nella restituzione delle somme già percepite, coloro che forniscono informazioni non corrispondenti al vero ovvero omettono di comunicare qualsiasi variazione del reddito;
  • La decadenza dal Reddito (senza la restituzione delle somme già percepite) è prevista invece se uno o più componenti del nucleo familiare vengono sorpresi a svolgere attività di lavoro dipendente o collaborazione coordinata e continuativa in nero.

Incorre in decadenza dall’erogazione della misura anche colui che percepisce un reddito maggiore di quello effettivamente spettante grazie a dichiarazioni mendaci rese nella Dichiarazione dei Redditi ovvero in qualsiasi altra documentazione fiscale necessaria per ricevere l’erogazione del Reddito.

In questi casi è prevista anche la restituzione di quanto indebitamente percepito. Sono previste anche sanzioni per le aziende che collaborano con i “furbetti” del Reddito ovvero, in primo luogo, per quelle che occupano lavoratori in nero destinatari della misura alle quali vengono applicate, in linea di principio, le stesse misure previste in caso di c.d. “lavoro sommerso”.

Riforma dell’Rdc e reati: quali sono gli obblighi del percettore

Quando si inizia a beneficiare del reddito di cittadinanza, il percettore dovrà fare due cose:

  1. offrire la propria immediata disponibilità al lavoro al Centro per l’Impiego;
  2. aderire ai vari percorsi e corsi di formazione per la riqualificazione e l’inclusione sociale, sempre stabiliti dal Centro per l’Impiego.

Fanno eccezione i beneficiari di pensione di cittadinanza e i cittadini disabili.

Nei primi trenta giorni di beneficio, il percettore sarà convocato al Centro per l’Impiego per stipulare il Patto di Lavoro.

Quando si sottoscrive il patto per il lavoro occorre rispettare tutti gli impegni previsti nello stesso, tra cui quella di accettare un’offerta congrua di lavoro.

Alla seconda offerta rifiutata, si perderà il beneficio del Reddito di Cittadinanza. Il governo Meloni, che vuole modificare la disciplina, vuole portare la decadenza al primo rifiuto.

Un’offerta di lavoro è congrua quando:

  • è coerente con le proprie esperienze lavorative e formazione;
  • è raggiungibile dalla propria abitazione in massimo 100 minuti.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza deve obbligatoriamente presentarsi, a seguito di una convocazione, presso un centro per l’impiego, perché lo scopo di questa misura è soprattutto quello di politica attiva del lavoro, ovvero accompagnare il disoccupato a reintegrarsi nel mondo del lavoro.

Abbiamo visto la Riforma dell’Rdc e reati.

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