Nella bozza del Decreto Lavoro, il Governo ha indicato alcune informazioni provvisorie sulla misura che potrebbe sostituire il Reddito di cittadinanza. In questo approfondimento, facciamo un riepilogo dei dettagli e ci concentriamo soprattutto sul rinnovo della Garanzia per l’Inclusione (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Le ultime novità sul Reddito di cittadinanza riguardano il futuro degli attuali nuclei percettori. Secondo alcune indiscrezioni, nella bozza della riforma del Rdc è emerso un nuovo sussidio di contrasto alla povertà chiamato Garanzie per l’Inclusione, o Gil.
Oltre a fare un riepilogo su come funziona la Gil (se viene approvata), nei prossimi paragrafi ci concentriamo in particolar modo sul rinnovo della Garanzia dell’Inclusione e cosa aspettarsi nei prossimi mesi.
Indice
- Rinnovo della Garanzia per l’Inclusione: come funzionerà?
- Rinnovo della Garanzia per l’Inclusione: alcuni dettagli sulla misura
- Rinnovo della Garanzie per l’Inclusione: quale futuro per gli occupabili?
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Rinnovo della Garanzia per l’Inclusione: come funzionerà?
Negli ultimi giorni si sta parlando molto dei piani del Governo per il futuro del Reddito di cittadinanza, sia per chi terminerà le mensilità prima della fine dell’anno, sia per chi non sa cosa aspettarsi dal 1° gennaio 2024, ossia quando il Rdc sarà ufficialmente abolito.
Secondo la bozza del Decreto Lavoro, e come confermano anche alcune testate giornalistiche quali il Sole 24 Ore e il Messaggero, il Reddito di cittadinanza potrebbe essere sostituito dalla Gil, cioè la Garanzia per l’Inclusione.
Dopo la Mia, quindi, c’è stato un cambio di rotta ed è stato proposto un nuovo contributo economico con caratteristiche ancora diverse rispetto a quelle messi sul tavolo fino a oggi. Visto che sulla Mia c’erano alcuni dubbi in merito alla possibilità di rinnovare e per quanto tempo, una delle domande più diffuse in questi giorni è: come funziona il rinnovo della Garanzia per l’Inclusione?
Dunque, premettiamo innanzitutto che sull’argomento non esistono risposte precise, quindi possiamo solo avanzare delle ipotesi.
In teoria, se la Gil sarà approvata da gennaio 2023, verrà erogata dall’INPS ai cittadini che rispettano i requisiti per 18 mesi dopo la prima domanda. Poi, scadute le 18 mensilità, dovrebbe avere una durata di 12 mesi, per poi essere rinnovata fino all’infinito (quindi di 12 mesi in 12 mesi) a condizione che chi fa domanda rientri ancora nei requisiti previsti dalla legge.
Ma quali sono questi requisiti? Nel prossimo paragrafo vediamo questo e altri dettagli sulla Gil.
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Rinnovo della Garanzia per l’Inclusione: alcuni dettagli sulla misura
Ora che abbiamo risposto alla domanda del momento, relativa al rinnovo della Garanzia per l’Inclusione, facciamo un breve riepilogo del funzionamento generale della misura. Ovviamente, ricordiamo che si tratta di informazioni provvisorie, presenti in un testo di bozza che è in attesa di essere approvato. Quindi finora non c’è nulla di ufficiale.
Secondo le indiscrezioni, la Gil o Garanzia per l’Inclusione sarà destinata a circa 709mila nuclei familiari per una spesa poco superiore a 5,3 miliardi di euro. I destinatari sono coloro che il Governo ha definito “non occupabili“, ossia i nuclei familiari in cui ci sia almeno un componente minorenne a carico, una persona con disabilità, una persona di almeno 60 anni oppure una a cui è stato riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile (cioè almeno con il 74% di invalidità).
Inoltre, per accedere alla Gil è necessario essere in possesso di questi requisiti:
- avere la residenza in Italia da almeno 5 anni (unico requisito positivo rispetto al Rdc);
- avere un ISEE del nucleo familiare non superiore a 7.200 euro all’anno, contro i 9.360 euro previsti dal dl 4/2019 (normativa sul Rdc);
- avere un reddito familiare non superiore a 6.000 euro, moltiplicato per la scala di equivalenza che sarà diversa rispetto a quella del Rdc. Nello specifico, la scala di equivalenza del richiedente avrà il valore di 1, alla quale si aggiunge:
- 0,4 per ogni componente maggiorenne;
- 0,15 per ogni minore fino a tre anni;
- 0,10 per ogni minore oltre i tre anni.
- avere un patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro (esclusa la casa di abitazione);
- avere un patrimonio mobiliare non superiore a 10.000 euro. A tal proposito, non bisogna possedere imbarcazioni da diporto o auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc e moto oltre i 250 cc.
Un cambiamento importante rispetto al Rdc è l’importo riconosciuto. Se da un lato il valore della Garanzia per l’Inclusione consiste in 500 euro mensili (per un totale di 6.000 euro all’anno), dall’altro sono previste delle modifiche relative alla scala di equivalenza.
In particolare, mentre con il Rdc la scala di equivalenza per i componenti minorenni ha un valore di 0,2 per figlio, con la Gil non solo si abbassa il valore, ma viene fatta anche una distinzione a seconda dell’età. Nello specifico, i figli minorenni fino a 3 anni corrispondono a un valore di 0,15, mentre per i figli oltre i tre anni questo si abbassa a 0,10.
Visto che l’importo spettante si basa sia sull’ISEE sia sulla scala di equivalenza, ne consegue che i beneficiari riceveranno delle quote più basse rispetto al Reddito di cittadinanza. Invece, dovrebbe rimanere uguale il contributo aggiuntivo per chi vive in un appartamento in affitto, pari a 280 euro al mese.
Leggi quali sono le somme previste con l’Rdc, i limiti di prelievo in contanti e le spese vietate con i contributi economici, i motivi che causano la sospensione del reddito di cittadinanza e i reati che fanno perdere l’Rdc.

Rinnovo della Garanzia per l’Inclusione: quale futuro per gli occupabili?
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che la Garanzia per l’Inclusione sarebbe destinata solo ai nuclei familiari che non hanno la possibilità di lavorare. Ma allora che fine fanno gli occupabili, ossia le persone che per condizioni anagrafiche e di salute possono lavorare?
Il Governo avrebbe pensato a due misure diverse rispetto alla Gil, che sono strettamente legate alle politiche attive del lavoro e all’inserimento lavorativo dei cittadini. Si tratta della Pal, ossia la Prestazione di accompagnamento al lavoro, e della Gal, ossia la Garanzia per l’attivazione lavorativa.
La prima prestazione spetta ai beneficiari del Rdc che nel 2023 terminano le 7 mensilità del Reddito di cittadinanza e hanno sottoscritto il Patto per il Lavoro. Questa misura è transitoria e durerà fino a dicembre 2023.
La Pal consiste nell’erogazione di 350 euro al mese e interessa circa 213mila persone di 154mila nuclei familiari per una spesa 276 milioni di euro. La richiesta potrà essere effettuata solo da settembre 2023.
Invece, da gennaio 2023, il Ministero del Lavoro ha proposto la Gal, ossia una prestazione che ha lo stesso valore della precedente, e quindi prevede 350 euro al mese, ma è destinata alle persone in assoluta povertà tra i 18 e 59 anni di età.
Per avere accesso alla Garanzia per l’attivazione lavorativa, bisogna avere un ISEE non superiore a 6.000 euro e non possedere i requisiti per accedere alla Gil. La misura ha una durata massima di 12 mesi e non può essere rinnovata.
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