Il riscatto dei contributi non versati consente ai lavoratori di ottenere il riconoscimento, ovviamente a proprie spese, dei periodi durante i quali risulta scoperto. In molti casi si tratta di pochi anni, ma determinanti: sono proprio quelli che dividono il lavoratore dalla pensione. Aggiungiti al gruppo Telegram di news su Invalidità e Legge 104 ed Entra nella community di TheWam e ricevi tutte le news su Whatsapp, Telegram, Facebook, Instagram e YouTube.
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Il riscatto dei contributi non versati è oneroso, ma con una fiscalità agevolata.
Il riscatto dei contributi non va confuso con i versamenti volontari: infatti il riscatto può essere pagato in qualsiasi momento, anche per periodi che scoperti che sono molto distanti.
Riscatto dei contributi non versati: quando è possibile
In genere sono 3 le situazioni sulla quale la legge consente di intervenire con il riscatto:
- periodi durante i quali non sono stati versati i contributi anche nel frattempo è scattata la prescrizione;
- periodi nei quali non c’era l’obbligo di versarli (come per la laurea);
- periodi durante i quali sono state avviate delle particolari disposizione di legge.
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Riscatto dei contributi non versati: chi può chiederlo
Possono chiedere il riscatto dei contributi non versati:
- i lavoratori iscritti nell’Ago;
- quelli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi:
- i parasubordinati iscritti alla gestione separata;
- i lavoratori iscritti ai fondi speciali dell’Inps.
Riscatto dei contributi non versati: quali periodi
I periodi che si possono riscattare sono questi:
- periodi di interruzione o sospensione del rapporto di lavoro per un massimo di 3 anni, non coperti da contribuzione figurativa o volontaria;
- periodi di formazione professionale, studio e ricerca (per titoli o competenze specifiche) richieste per l’assunzione al lavoro o per la progressione della carriera;
- periodo di inserimento nel mercato del lavoro;
- lavori discontinui, saltuari, precari, stagionali o in quelli intercorrenti non coperti da contribuzione;
- lavoro part time orizzontale, verticale o ciclico (in questo caso è prevista anche la contribuzione volontaria).
Riscatto dei contributi non versati: quanto costa
Ma quanto costa il riscatto dei contributi non versati?
È una domanda che non può prevedere una sola risposta. Il costo varia e dipende dal regime contributivo nel quale si è inquadrati. Oltre, ovviamente, alla modalità di riscatto e dal periodo interessato.
In pratica, c’è differenza tra chi riscatta dei periodi precedenti al 1996 e quindi si applica il sistema retributivo e tra chi riscatta invece i periodi successivi, per i quali si applica il sistema contributivo.
Riscatto dei contributi non versati: calcolo retributivo
Il costo del sistema retributivo: l’onere da sostenere consiste in una somma che viene definita riserva matematica. Le modalità di calcolo non sono semplici e dipendono da questi elementi:
- sesso;
- età;
- retribuzione alla data della domanda.
In genere più basse sono età e retribuzione e meno si paga.
Sono 4 le operazioni per determinare la riserva matematica:
- calcolo della pensione annua teorica maturata alla domanda di riscatto senza contare il periodo da aggiungere;
- calcolo della pensione annua teorica maturata alla domanda di riscatto, con l’aggiunta del periodo da riscattare;
- calcolo dell’incremento di pensione (la differenza tra la rendita con riscatto e quella senza);
- applicazione dell’incremento di pensione.

Riscatto dei contributi non versati: calcolo contributivo
Molto più semplice il calcolo con il sistema contributivo. E quindi se da riscattare sono dei periodi lavoratori successivi al 31 dicembre 1995.
Dimenticate la riserva matematica. Basta applicare alla retribuzione l’aliquota contributiva obbligatoria che era in vigore al momento della richiesta di riscatto.
E quindi un dipendente potrebbe ritrovarsi a versare per il riscatto il 33% della retribuzione annua.
Se la retribuzione media è di 20.000 euro l’anno il costo del riscatto sarà di 6.600 euro.
Riscatto dei contributi non versati: costi e rate
L’importo da pagare sarà comunque calcolato e comunicato alle persone interessate dall’Inps. Insieme alla somma da versare (se la domanda viene accolta), saranno anche segnalate le modalità e i termini per i pagamenti.
È ammesso il pagamento rateale e in questo caso le rate non possono essere superiori a 120 e l’importo non può essere inferiore a 27 euro.
Il mancato pagamento di una rata viene interpretata dall’istituto come una tacita rinuncia al riscatto.
Riscatto dei contributi non versati: quando conviene
Ovviamente il riscatto dei contributi non versati può essere utile in determinati casi. Questi in particolare (ma non solo):
- se il riscatto consente di superare il limite dei 18 anni entro il 31 dicembre 1995, per avere così un trattamento pensionistico più vantaggioso (in buona parte retributivo);
- se si recuperano gli anni necessari per la pensione anticipata (quindi prima di 67 anni);
- se con l’aggiunta degli anni riscattato si raggiunge il minimo contributivo per la pensione che è di 20 anni.
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