Nell’articolo di oggi vedremo perché si prevedono ritardi nei pagamenti dell’Assegno Unico a giugno 2023 e chi sono i percettori coinvolti (scopri le ultime notizie e poi Leggi su Telegram tutte le news sull’Assegno Unico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
Qual è la causa dei ritardi nei pagamenti dell’Assegno Unico a giugno 2023?
I pagamenti dell’Assegno Unico di maggio sono arrivati in ritardo a molti percettori. La situazione rischia di ripetersi anche a giugno 2023, con alcuni titolari di Assegno Unico che potrebbero ricevere l’accredito persino a luglio.
Il motivo dei ritardi è spiegato nel messaggio n. 1947 del 26 maggio 2023 dell’INPS, in cui l’Istituto precisa che a maggio ha iniziato i conguagli calcolati da marzo 2022.
In pratica, poiché le regole dell’Assegno Unico e soprattutto le maggiorazioni sono cambiate nel corso del tempo, alcuni percettori hanno ricevuto somme diverse da quelle che in realtà gli spettavano. Queste somme spettanti e mai percepite saranno restituite con la mensilità di giugno 2023.
Ricordiamo comunque che l’esito del conguaglio potrebbe anche dare un calcolo in negativo e questo capita quando l’INPS ha erogato somme più alte del dovuto.
In questo caso gli importi indebitamente percepiti vanno restituiti e l’INPS sottrarrà la cifra dalla mensilità di Assegno Unico. Nel caso il debito sia troppo alto l’importo verrà sottratto in rate e non prelevato da una sola mensilità.
Ad ogni modo, l’INPS ha chiarito che i casi di conguaglio a debito sono rari e sono molti di più i percettori che riceveranno degli arretrati.
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Chi riceverà il pagamento dell’Assegno Unico di giugno 2023 in ritardo?
I percettori di Assegno Unico che potrebbero vedere la mensilità di giugno in ritardo sono quelli interessati dal conguaglio. In pratica quelli a cui spettano importi maggiori per via degli arretrati o cifre più basse per le somme indebitamente percepite.
Alcuni percettori hanno già ricevuto gli arretrati con la mensilità di maggio, anch’essa accreditata in ritardo. Per queste persone l’Assegno Unico di giugno non dovrebbe essere in ritardo perché il calcolo relativo al conguaglio è già avvenuto.
In alcuni casi, come accaduto a maggio, non si esclude che il pagamento possa arrivare anche a luglio. Le somme spettanti o dovute, a causa del conguaglio, vengono infatti accreditate o sottratte con la regolare mensilità di Assegno Unico, quindi se l’INPS è in ritardo nel calcolo degli arretrati lo è anche nel versamento della ricarica di giugno.
Il calendario dei pagamenti dell’Assegno Unico a giugno 2023
Il calendario dei pagamenti regolari per l’Assegno Unico prevede che dal 10 a 20 di ogni mese avvenga l’accredito se non ci nono state variazioni nel calcolo degli importi rispetto al mese precedente.
Se invece si sono verificati cambiamenti nell’importo spettante, per via di variazioni nella composizione del nucleo familiare o nell’ISEE, allora l’Assegno Unico arriva tra il 20 e il 30/31 del mese.
Di conseguenza il calendario dei pagamenti di giugno dovrebbe rispettare queste scadenze:
- dal 10 al 20 giugno 2023, la regolare mensilità di giugno per quanti non hanno subito variazioni di importo;
- dal 20 al 30 giugno 2023, la regolare mensilità di giugno per quanti hanno subito variazioni di importo rispetto a maggio, dovute a modifiche nel nucleo familiari o nell’ISEE;
- dal 28 giugno 2023, la ricarica di maggio per quanti ricevono la prestazione su carta Rdc.
Ricordiamo che, per quanti aspettano gli arretrati dovuti al conguaglio, l’Assegno Unico di giugno potrebbe non rispettare questo calendario e il pagamento avvenire in ritardo, anche a luglio.
Come verificare la data di pagamento dell’Assegno Unico
Ritardi a parte, il pagamento dell’Assegno Unico prevede che i beneficiari ricevano i pagamenti durante finestre prestabilite di tempo. Tuttavia all’interno di queste finestre la data esatta di accredito varia da beneficiario a beneficiario.
Per conoscere quindi il giorno in cui l’INPS materialmente processerà il pagamento è possibile accedere al fascicolo previdenziale e controllare se è già presente la disposizione.
La disposizione di pagamento viene infatti caricata nel fascicolo previdenziale qualche giorno prima della data di accredito vera e proprio. Per verificare eventuali disposizioni di pagamento relative a giugno 2023, basta collegarsi alla pagina del fascicolo previdenziale sul sito dell’INPS e cliccare su Utilizza lo strumento in alto a destra.

In seguito, è necessario effettuare l’accesso con SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Una volta nel fascicolo si deve cliccare a sinistra su Prestazioni e poi su Pagamenti, quindi premere in corrispondenza dell’Assegno Unico relativo all’anno 2023.
Nella schermata seguente sarà possibile vedere se ci sono disposizioni di pagamento per giugno e in che data.
Scopri la pagina dedicata all’Assegno unico per conoscere altri diritti e agevolazioni.
Come contattare l’INPS se l’Assegno Unico non arriva
Nel caso in cui si abbiano problemi o semplicemente si vogliano spiegazioni sul ritardo nel pagamento dell’Assegno Unico è possibile contattare l’INPS.
Per farlo si può telefonare al Contact center chiamando il numero verde 800 164 o il numero di rete fissa 06 164 164.
In alternativa è possibile anche mettersi in contatto con l’Istituto online grazie al portale INPS Risponde. Qui basta inviare un messaggio e aspettare la risposta dell’operatore. Trovate maggiori informazioni nel nostro articolo che parla proprio di come contattare l’INPS se l’Assegno Unico non arriva.
Esempio di calcolo dell’Assegno Unico di giugno con gli arretrati
Come abbiamo detto, per alcuni la mensilità di giugno arriverà in ritardo, ma sarà più corposa per via degli arretrati dovuti al conguaglio.
Per capire meglio come si calcolano gli importi di questi arretrati è utile fare un esempio pratico. Immaginiamo una famiglia che nel 2023 percepisce regolarmente 257,10 euro di Assegno Unico al mese e che ha diritto ad una maggiorazione perché c’è un figlio minore disabile a carico.
La nostra famiglia avrebbe avuto diritto alla stessa maggiorazione nel 2022, solo che non le è stata corrisposta.
Il conguaglio tiene conto anche di eventuali importi mancanti nel 2022, quindi la nostra famiglia a giugno 2023 percepirà ben 1125,10 euro. Otterrà cioè 257,10 euro per la regolare mensilità + 850 euro per gli arretrati dovuti alla maggiorazione non corrisposta nel 2022.
FAQ pagamenti dell’Assegno Unico
Quale IBAN va indicato quando si compila la domanda dell’Assegno Unico?
L’IBAN da indicare deve essere per forza intestato al richiedente dell’Assegno Unico. Nel caso di conto corrente cointestato, il richiedente deve essere uno degli intestatari. Inoltre, si deve fare attenzione al fatto che codice fiscale e nome/cognome del richiedente, indicati nella domanda, corrispondano a quelli registrati dalla banca e associati all’IBAN.
Nel caso la prestazione sia divisa tra i genitori e ognuno riceva il 50% dell’importo, si possono indicare due diversi IBAN. Anche in questo caso però gli IBAN devono corrispondere ad un conto (o una carta) intestato ai rispettivi titolari dell’Assegno Unico, cioè uno a un genitore e uno all’altro.
Solo se si presenta domanda di Assegno Unico in qualità di tutore è possibile indicare un IBAN diverso da quello del richiedente e usarne uno intestato al soggetto tutelato.
Quando viene pagato l’Assegno Unico?
Dal 10 al 20 di ogni mese, se non ci sono sono state variazioni di importo rispetto alla precedente mensilità. Dal 20 al 30/31 del mese, se ci sono state variazioni d’importo rispetto al mese precedente, dovute a cambiamenti nel nucleo o nell’ISEE.
Come viene pagato l’Assegno Unico?
L’Assegno Unico può essere pagato su:
- conto corrente bancario o postale;
- bonifico domiciliato presso sportello postale;
- libretto postale;
- conto corrente estero area SEPA;
- carta prepagata con IBAN.
Solo i titolari di Reddito di cittadinanza non devono richiedere l’Assegno Unico. Se ne hanno diritto per loro la prestazione scatta in automatico e ricevono il pagamento sulla carta del Rdc.
Se a richiedere l’Assegno Unico è un figlio maggiorenne come avviene il pagamento?
Sempre nelle modalità indicate nella FAQ precedente. L’IBAN però deve per forza essere intestato o cointestato al figlio maggiorenne che richiede l’Assegno Unico.
Se il figlio diventa maggiorenne o supera i 21 anni nel mese corrente, il mese viene pagato?
Si! Ad esempio, se un figlio compie 22 anni il 1° giugno 2023 e non si ha più diritto all’Assegno Unico per lui, la mensilità di giugno sarà comunque regolarmente pagata.
Quando richiedere l’Assegno Unico per ottenere gli arretrati?
L’Assegno Unico spetta dal mese successivo a quello della presentazione della domanda. Ad esempio, richiedendo l’Assegno Unico ad agosto, la prestazione spetta dal mese di settembre. Solo nel caso in cui si presenti domanda entro il 30 giugno 2023 si potranno ricevere gli arretrati, calcolati a partire da marzo 2023.
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