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Rivalutazione pensioni 2021: chi ci guadagna e chi ci perde

Rivalutazione pensioni: il meccanismo di ancoraggio al costo della vita resterà bloccato fino ad almeno il primo gennaio 2023. Vediamo cosa cambierà e per chi.

di Guglielmo Sano

Novembre 2020

Rivalutazione pensioni: il meccanismo permette agli assegni dei trattamenti previdenziali di rimanere ancorati al costo della vita resterà bloccato fino ad almeno il primo gennaio 2023. Cosa significa e chi ci perde di più (Consulta la nostra pagina speciale sulle Pensioni e partecipa alla discussione sul nostro gruppo Facebook).

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Rivalutazione pensioni 2021: bloccata per altri due anni

Rivalutazione pensioni 2021: con la prossima Legge di Bilancio dovrebbe arrivare anche il blocco del meccanismo di adeguamento degli assegni previdenziali al costo della vita almeno fino al primo gennaio 2023. In pratica, ogni anno sull’importo delle pensioni dovrebbe essere applicata la cosiddetta perequazione altrimenti detta rivalutazione: in tal modo, il denaro percepito dai pensionati non perde valore d’acquisto rispetto all’andamento dei prezzi per come certificato dall’Istat.

Ora, le Finanziarie del 2019 e del 2020 hanno limitato questo meccanismo per le pensioni che superano una certa soglia: in sostanza, la rivalutazione “piena” avviene solo per chi ha un assegno di importo medio-basso o basso, mentre è solo “parziale” per chi riceve un trattamento alto ma anche medio-alto.

Rivalutazione pensioni: chi ci guadagna e chi ci perde nel 2021
Rivalutazione pensioni: il meccanismo permette agli assegni dei trattamenti previdenziali di rimanere ancorati al costo della vita resterà bloccato fino ad almeno il primo gennaio 2023.

Come funziona la rivalutazione?

Rivalutazione pensioni: attualmente la rivalutazione piena, al 100%, è applicata solo agli assegni di importo inferiore a 4 volte il trattamento minimo.

Per chi ha un assegno di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo ma inferiore a 5 volte la rivalutazione avviene nella misura del 77%, per chi ha un assegno superiore a 5 volte ma inferiore alle 6 nella misura del 52% e così via fino ad arrivare a chi percepisce un trattamento superiore alle 9 volte il trattamento minimo per cui la rivalutazione è fissata al 40%. Quali pensionati sono più penalizzati da questo meccanismo?


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