Rivalutazione pensioni 2022, aumenti ufficiali: il decreto ministeriale ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (numero 282 del 26 novembre 2021) gli adeguamenti da applicare per il prossimo anno. Rispetto al 2021 l’incremento è dell’1,7% lordo.
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Il decreto è stato firmato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. In pratica è stato fissato, appunto all’1,7%, il tasso di adeguamento degli assegni all’inflazione rispetto al 2021.
L’adeguamento si applica a partire dal primo gennaio 2022.
Lo scorso anno, lo ricordiamo, non c’era stato nessun adeguamento. Il motivo? L’inflazione era stata vicina allo zero.
Rivalutazione pensioni 2022: le fasce
Quest’anno si torna anche alle fasce di perequazione (distribuzione equa) più generose e già previste nella legge numero 388 del 2000.
Le fasce di perequazione erano state poi eliminate a partire dal 31 dicembre del 2011.
A beneficiarne saranno in particolare le pensioni superiori a 2.000 euro lordi al mese.
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Rivalutazione pensioni 2022: le novità
La nuova perequazione prevede due novità:
- viene incrementata la percentuale degli assegni che sono superiori a quattro volte il minimo stabilito dall’Inps (2.062, 32 euro);
- l’indicizzazione viene applicata in modo progressivo e non sull’importo complessivo: questo sistema in precedenza ha svantaggiato per 10 anni le pensioni con importi più elevati.
Rivalutazione pensioni 2022: gli aumenti in percentuale
Dal primo gennaio 2022 quindi queste saranno le percentuali di aumento:
- fino a 2.062 euro lordi: incremento pieno dell’1,7%;
- pensioni tra 2.062 e 2.577 euro: l’incremento sarà dell’1,53% (il 90% dell’1,7);
- pensioni oltre 2.577 euro: l’incremento sarà dell’1,275% (il 75% dell’1,7).
Rivalutazione pensioni 2022: sarà così scaglionata
Come detto per le pensioni che superano 2.062 euro la rivalutazione sarà scaglionata:
- piena (1,7%) fino a 2062;
- dell’1,53% fino a 2.577
- dell’1,275% per la cifra che supera 2.577.
Rivalutazione pensioni 2022: le tabelle
In pratica quindi una pensione di 2.000 euro lordi mensili avrà un aumento lordo di 34 euro al mese.
Una pensione di 2.500 euro lordi al mese avrà invece un incremento di 42 euro.
Ecco le tabelle con gli aumenti previsti dal primo gennaio 2022:
- pensione minima Inps 2021: 515,58 euro
- pensione minima Inps 2022: 523,34 euro.
- assegno sociale Inps 2021: 460,28 euro;
- assegno sociale Inps 2022: 468,10 euro.
pensione lorda mensile 2021: 1000 euro
- rivalutazione: 17 euro
- pensione lorda mensile 2022: 1017 euro
pensione lorda mensile 2021: 1.500 euro
- rivalutazione: 25,50 euro
- pensione lorda mensile 2022: 1,525,50 euro;
pensione lorda mensile 2021: 2.000 euro
- rivalutazione: 34 euro
- pensione lorda mensile 2022: 2.034 euro;
pensione lorda mensile 2021: 2.500 euro
- rivalutazione: 41,76 euro
- pensione lorda mensile 2022: 2.541,76 euro;
pensione lorda mensile 2021: 3.000 euro
- rivalutazione: 48,33 euro
- pensione lorda mensile 2022: 3.048,33 euro;
pensione lorda mensile 2021: 3.500 euro
- rivalutazione: 54,70 euro
- pensione lorda mensile 2022: 3.548,33 euro;
pensione lorda mensile 2021: 4.000 euro
- rivalutazione: 61,08 euro
- pensione lorda mensile 2022: 4.061,08 euro;
pensione lorda mensile 2021: 4.500 euro
- rivalutazione: 67,45 euro
- pensione lorda mensile 2022: 4.567,45 euro;
pensione lorda mensile 2021: 5.000 euro
- rivalutazione: 73,83 euro
- pensione lorda mensile 2022: 5.073,83 euro.

Rivalutazione pensioni 2022: la svalutazione
Il decreto ministeriale ha applicato per la rivalutazione delle pensioni il tasso di inflazione che si è registrato nei primi 9 mesi dell’anno. Nel frattempo però, da settembre a oggi, l’inflazione ha continuato a crescere.
Ma questa rivalutazione ulteriore (siamo ormai oltre il 2% invece dell’1,7%) non andrà persa, sarà invece recuperata nel ricalcolo effettuato nel novembre del prossimo anno.
Oltretutto il tasso tendenziale di inflazione per il 2022, così come lasciano ipotizzare tutti gli indicatori di mercato, dovrebbe continuare ad aumentare. Molto probabilmente per almeno 3, 4 anni. Non adeguare in modo corretto le pensioni all’inflazione significa per chi riceve l’assegno perdere in modo costante potere d’acquisto.
E se, appunto, l’inflazione dovesse continuare a galoppare (negli Stati Uniti, per capirci, è da settimane oltre il 6%), i pensionati rischiano di avere, di fatto, delle pensioni più povere già il prossimo anno. Nonostante la rivalutazione che andrà in vigore del primo gennaio 2022.
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