Salario minimo, cosa cambia per badanti e braccianti: vediamo se e come migliora la loro condizione economica. (leggi su Telegram tutte le news sul lavoro domestico. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Badanti, colf, braccianti e camerieri
- Lavoro domestico, i costi per le famiglie
- Lavoro domestico, retribuzioni basse
- Badanti, la spesa in Italia
- Ridurre le tasse sul lavoro
- Salario minimo per le categorie meno protette
- Direttiva Ue
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Come sapete il dibattito è aperto sul salario minimo dopo che l’Europa ha emesso una precisa direttiva. I primi calcoli formulati dall’Inps sulla soglia minima dei 9 euro lordi l’ora riguarda il 18,4% dei lavoratori. Sono quelli che si trovano al di sotto di quel limite più tredicesima.
Salario minimo: badanti, colf. Braccianti e camerieri
La fascia dei lavoratori riguarda in particolare badanti, colf, camerieri e braccianti agricoli. Nel loro caso i datori di lavoro dovrebbero aumentare la busta paga.
Datori di lavoro che sono ristoratori, agricoltori e famiglie. Con una percentuale più alta proprio tra le famiglie, perché è proprio tra badanti e colf che si registrano i stipendi più bassi (la media è di 7,3 euro l’anno).
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Un po’ meno significativa la percentuale di braccianti e camerieri che sono al di sotto dei 9 euro l’ora, infatti la paga media (ufficiale) si aggira intorno agli 11 euro euro lordi. Ma è anche vero che camerieri e braccianti hanno spesso contratti precari che sono limitati a determinati periodi dell’anno.
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Salario minimo: lavoro domestico, i costi per le famiglie
La questione dunque è particolarmente importante per badanti e domestici. Lo dimostra uno studio sul lavoro domestico effettuato dall’Osservatorio Domina (che si occupa proprio del settore lavoro domestico). Ebbene dalle analisi effettuate l’impatto del salario minimo per queste categorie avrà un peso rilevante sulla famiglie. (Bonus badanti 2022 online: come avere 200 euro col patronato)
I costo annui aumenteranno in modo consistente, e con questa gradualità:
- lavoro 25 ore settimanali senza convivenza: +41,1%;
- lavoro 54 ore settimanali con convivenza: +91,5%.
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Salario minimo: lavoro domestico, retribuzioni basse
Ovviamente più ore di lavoro sono previste e più saliranno e in modo significativo i costi per le famiglie.
Del resto le retribuzioni di badanti e colf sono in media molto basse nel nostro Paese (e si considerano solo i lavoratori domestici regolarmente contrattualizzati, escludendo quindi tutte le persone che sono a nero).
Ebbene, su 921mila lavoratori domestici regolari (dati del 2020):
- il 31,3% riceve una retribuzione annua che non arriva a 3mila euro;
- il 20,7% riceve una retribuzione tra 3 e 6mila euro annui.
Salario minimo: badanti, la spesa in Italia
Appare evidente anche solo da queste cifre che l’introduzione del salario minimo potrebbe causare uno stravolgimento notevole proprio per i lavoratori domestici.
Vediamo quanto spendono in un anno le famiglie per i collaboratori domestici e le badanti:
- stipendi: 5,8 miliardi;
- contributi: 1 miliardo;
- Tfr: 0,4 miliardi;
- totale: 7,2 miliardi.
Agenzie per colf e badanti: documenti utili per l’assunzione
Salario minimo: ridurre le tasse sul lavoro
Come accennato questo settore – e ovviamente non è l’unico – ha anche una quota consistente di lavoro nero. Secondo le stime più ottimistiche è intorno al 57%. L’introduzione del salario minimo, con il significativo aumento dei costi, rischia di far lievitare in modo importante questa percentuale.
La soluzione potrebbe essere quella di ridurre il costo del lavoro facendo diminuire la pressione fiscale. Una taglio delle tasse sul lavoro che potrebbe anche avere effetti positivi per le entrate dello Stato, infatti potrebbe portare alla riduzione del lavoro nero. Una posizione che è condivisa dallo stesso presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
Salario minimo per le categorie meno protette
Il salario minimo potrebbe dunque avere degli effetti immediati soprattutto su categorie di lavoratori meno “protette” e più a rischio di lavoro nero, come appunto le badanti, le conf, le baby sitter e i braccianti agricoli. Ma è una cosa che riguarda in molti casi anche i camerieri, in particolare quelli stagionali.
E potrebbe rivelarsi utile soprattutto per quelle categorie che non sono coperte da contratti. Rispetto alla massa di lavoratori si tratta di una minoranza, ma questo non significa certo che siano pochi.
Se il salario minimo venisse imposto anche nei contratti di qualsiasi attività lavorativa dipendente o parasubordinata, dovrebbe essere applicato anche ai tirocinanti, ai collaboratori e ai lavoratori occasionali.

Salario minimo: direttiva Ue
Al momento la direttiva Ue non impone all’Italia di introdurre il salario minimo per legge. In Italia lo strumento della contrattazione è molto forte e quindi si possono definire i minimi salariali per ogni tipologia di lavoro. Il problema è che in Italia di questi contratti ce ne sono davvero troppi: 935, una giungla. E molto spesso si tratta di accordi firmati al ribasso da organizzazioni sindacali piuttosto ambigue o di certo non così rappresentative.
Ma la direttiva europea fissa dei parametri e quelli bisognerà rispettarli. Ovvero il salario minimo non potrà mai essere più basso del 50% della retribuzione media o della retribuzione mediana, che in Italia sono rispettivamente di 10,59 euro o 7,65.
E comunque la direttiva europea deve ora essere approvata dalla plenaria del Parlamento Ue e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento gli Stati avranno due anni di tempo per recepirla.
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