Salvarsi dal debito con la legge 3, ecco come

Salvarsi dal debito con la legge 3, ecco come funziona una normativa (oggi Codice della Crisi) ancora poco conosciuta. Può consentire di uscire dall’incubo del sovraindebitamento con un piano concordato e la cancellazione del 60 per cento del dovuto. Chi può accedere, com’è la procedura e a chi rivolgersi.

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8' di lettura

Salvarsi dal debito con la legge 3 del 2012, quella definita “salva suicidi”, un’ancora di salvezza per chi è perseguitato dai creditori. (scopri le ultime notizie sul fisco e sulle tasse e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

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La legge 3 (oggi Codice della Crisi) ha consentito a molte persone indebitate di sanare la propria crisi di liquidità evitando le procedure ordinarie. La norma ha risolto un vuoto legislativo a tutela dei debitori, ma si può fare molto di più.

Lo dimostra un dato: dal 2012 a oggi sono 3.000 i cittadini che si sono tolti la vita per motivi economici. 

Scopri la pagina dedicata alla gestione dei debiti e a metodi per evitare il pignoramento.

Una cifra preoccupante.  Ma senza questa legge i numeri avrebbero potuto essere decisamente più rilevanti. Per gli esperti anche il doppio. In 5 anni sono stati stralciati grazie alla normativa centinaia di milioni di debiti. Una piccola luce per tante famiglie in difficoltà.

Le richieste di adesione alla legge 3 si sono moltiplicate negli ultimi 3 anni. Un incremento del 90 per cento di nuovi casi, colpa ovviamente della pandemia prima e del caro energia e dell’inflazione subito dopo.

Una situazione drammatica e che si tende a dimenticare.

Questa normativa può essere un’ancora di salvezza per tanti. La legge può essere migliorata, è ovvio. Ma perché non provare a utilizzare questa via d’uscita. Uno dei limiti di questa norma è che non viene adeguatamente pubblicizzata. Tanti nei ignorano l’esistenza.

Per questo motivo ne parliamo nel post che state leggendo.

 Su questo argomento può interessarti sapere cosa succede dopo il saldo e stralcio dei debiti; o anche quando non pagare i debiti è reato e cosa si rischia davvero; e infine ecco quali sono i debiti che scadono in due anni.

Salvarsi dal debito con la legge 3: cosa permette la normativa

La Legge 3 consente di attivare una procedura di esdebitazione. In questo modo i cittadini possono:

  • cancellare i debiti;
  • salvare la casa (dal pignoramento) e la famiglia (dal disagio economico);
  • evitare che venga pignorato lo stipendio o altri beni.

In che modo si può concretizzare questa via d’uscita? Con la definizione di un piano per la ristrutturazione del debito: versando piccole rate sostenibili, cittadini e famiglie in difficoltà potranno uscire dal debito garantendosi il necessario per vivere.

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Salvarsi dal debito con la legge 3: riduzione degli importi fino al 60 per cento

La legge 3 del 2012 consente di ridurre fino al 60 per cento l’ammontare complessivo dei debiti verso banche, finanziarie e fisco.

Basta che il giudice approvi il piano di ristrutturazione, in questo modo sarà possibile beneficiare della riduzione del debito. L’importo che resta delle somme dovute sarà completamente azzerato.

Salvarsi dal debito con la legge 3: il Codice della Crisi

Dallo scorso anno la legge 3 è stata sostituita dal nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza (decreto legislativo numero 14 del 12 gennaio 2019). Questa nuova normativa raggrupperà in una sola normativa sia il fallimento dell’imprenditore, sia le difficoltà del cittadino.

Salvarsi dal debito con la legge 3: chi è insolvente

Prima di continuare spiegando chi e come può accedere a questa procedura che salva dai debiti, è meglio definire bene quando un cittadino o un’impresa può essere definito insolvente.

La definizione la troviamo nel Codice della Crisi:

«Lo stato del debitore che si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni».

Per essere più chiari: una persona viene definita insolvente quando non può più pagare i suoi creditori e rischia di essere segnalato come cattivo pagatore nel Sistema di informazioni creditizie (Sic).

Salvarsi dal debito con la legge 3: chi può accedere alla legge 3

Possono accedere a questa misura le persone e i soggetti che non rientrano nelle procedure che sono previste dalla legge fallimentare (che riguarda invece le società di capitale), ma che hanno contemporaneamente queste tre condizioni:

  • sono in uno stato di insolvenza (che abbiamo descritto nel paragrafo precedente);
  • sono in uno stato di sovraindebitamento (la condizione di crisi o insolvenza di persone che non riescono a ripianare i debiti con banche, finanziarie e pubbliche amministrazioni);
  • sono non fallibili (vedremo chi sono nei paragrafi successivi).

Salvarsi dal debito con la legge 3: chi sono i non fallibili

Le persone e i “soggetti” non fallibili sono dunque quelli esclusi dalla disciplina del fallimento e che quindi possono avere accesso alla legge 3 del 2012 e al successivo Codice della Crisi.

Vediamo quali sono:

  • i lavoratori autonomi o i liberi professionisti, incluse le associazioni professionali e le società semplici;
  • gli imprenditori agricoli;
  • i consumatori, e quindi chi ha accumulato debiti cui non riesce a far fronte,
  • gli enti non commerciali, come le associazioni di volontariato, le onlus, le associazioni sportive o non governative;
  • gli eredi di un imprenditore defunto;
  • le start-up innovative;
  • gli enti pubblici.

Possono rientrare nella normativa anche le imprese commerciali che sono al di sotto di questi parametri (in caso contrario solo fallibili e non hanno quindi accesso alle agevolazioni):

  • un attivo patrimoniale annuo non superiore a 300 mila euro (nei tre anni che precedono la presentazione della domanda);
  • ricavi lordi per un ammontare annuo non superiore a 200 mila euro (sempre nei tre anni che precedono la presentazione della domanda);
  • debiti scaduti al momento della presentazione della domanda per un ammontare non superiore a 500 mila euro.

Salvarsi dal debito con la legge 3: i debiti che rientrano nella normativa

Questi sono i debiti che possono essere azzerati con la legge 2:

con le banche e finanziarie in genere (mutui, prestiti personali,e così via);

con i fornitori, privati (come possono essere i debiti di condominio);

con le Pubbliche Amministrazioni (Agenzia delle Entrate).

Non possono rientrare i debiti relativi al mantenimento dell’ex coniuge (come gli alimenti).

Salvarsi dal debito con la legge 3: la procedura

Ci sono tre procedure diverse per uscire dalla situazione debitoria grazie alla legge 3. Ovvero tre modi diversi per ricomporre la crisi da sovraindebitamento:

  • Accordo di composizione della crisi;
  • Piano del consumatore;
  • Liquidazione dei beni con possibile “esdebitazione”.

Il consumatore, per essere chiari, è chi ha assunto debiti per scopi che sono estranei alla sua attività professionale.

Negli altri due casi parliamo di debiti che sono stati contratti da un libero professionista, da un piccolo imprenditore, da un ente no profit e così via.

Salvarsi dal debito con la legge 3: il piano del consumatore

Soffermiamoci in particolare sul piano del consumatore. Ovvero sulla via d’uscita offerta al cittadino che si è sovraindebitato per l’acquisto di una casa, di un’auto o per qualsiasi altra esigenza personale o familiare.

La procedura è più semplice rispetto alle altre e può essere anche veloce e vantaggiosa. Per un motivo preciso: non richiede solo il parere del giudice.

È necessario compilare un piano economico finanziario. Ci sono 4 fasi, che prevedono:

  • redazione, con l’aiuto dell’organismo di composizione della crisi (poi spieghiamo cosa sono), di un piano economico finanziario sostenibile, deve avere gli stessi contenuti previsti per l’accordo di sovraindebitamento;
  • verifica della fattibilità e dell’idoneità del piano – se positiva il giudice omologa il piano (non è previsto il consenso dei creditori);
  • forme di pubblicità, analogamente all’accordo;
  • attuazione del piano. È prevista la possibilità della conversione in liquidazione.

Salvarsi dal debito con la legge 3: i benefici

E quindi, grazie alla legge 3, se si rientra nelle categorie che hanno accesso a questa uscita agevolata dai debiti, si può uscire dall’incubo anche se non si ha un patrimonio o redditi sufficienti. E una parte consistente del dovuto sarà azzerata.

Con la legge 3 è possibile:

  • sospendere le azioni esecutive (pignoramenti, aste immobiliari, fermi amministrativi, etc.)
  • bloccare le cessioni del quinto dello stipendio
  • stralciare i finanziamenti contratti con banche, società di leasing, finanziarie e società di credito al consumo
  • pagare parzialmente i debiti chirografari (i debiti non garantiti).
  • cancellare il proprio nominativo dalle banche dati (come Crif) con la possibilità di accedere nuovamente al credito.
Nell’immagine la raffigurazione di due persone con debiti e il miraggio di una via d’uscita

Salvarsi dal debito con la legge 3: a chi rivolgersi

Il cittadino che intende utilizzare la legge 3 per liberarsi dai debiti deve rivolgersi all’Organismo di Composizione della Crisi che è competente sul territorio (ce n’è uno in ogni provincia).

L’Organismo è un ente pubblico e ha il compito di aiutare il debitore in tutte le fasi della procedura, fino alla sentenza di omologa del tribunale.

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