Lavoro nero 2023: tutte le sanzioni

Tutte le informazioni sul lavoro sommerso, che cos’é, qual è l’attuale disciplina e quali sono le sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023.

Valerio Pisaniello è un saggista esperto di welfare.
Conoscilo meglio

7' di lettura

In questo articolo vi spieghiamo in cosa consiste il fenomeno del lavoro irregolare e quali sono le sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023 con annesse conseguenze sia per il datore sia per il dipendente (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unicoLeggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: la normativa 

Innanzitutto, è necessario capire qual è il significato del lavoro nero per delimitare il campo di applicazione delle sanzioni.

Si definisce lavoro nero o sommerso / irregolare quello in cui non vi è un regolare contratto di lavoro e il datore di lavoro non comunica l’assunzione del lavoratore.

La Legge, infatti, stabilisce che entro le 24 ore precedenti al momento in cui il lavoratore deve iniziare a svolgere le sue mansioni, il datore di lavoro è tenuto a comunicare telematicamente attraverso il modello specifico (modello UNILAV) l’assunzione del lavoratore che servirà a dare notizia al centro per l’impiego competente, all’INPS e all’INAIL.

Solo in caso di emergenza e forza maggiore è possibile rimandare e far iniziare subito il rapporto di lavoro, ma anche in questo caso la comunicazione deve essere eseguita nel più breve termine possibile.

Ma andiamo a vedere più nel dettaglio quali sono le caratteristiche del lavoro nero. Di seguito un approfondimento sui lavoro autonomo.

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Come lo Stato può contrastare il lavoro in nero?

La prima cosa che dovrebbe fare il lavoratore in nero è infatti denunciare la propria occupazione irregolare:

  1. all’Ispettorato del lavoro territorialmente competente,
  2. alla Guardia di Finanza (o altra pubblica sicurezza),
  3. oppure rivolgendosi ad un sindacato.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: le caratteristiche 

Come ribadito anche dal testo INL aggiornato al 19 aprile 2022 sulla disciplina sanzionatoria del lavoro sommerso, l’illecito è integrato dai seguenti elementi:

  • mancanza della comunicazione preventiva di assunzione: il datore di lavoro deve aver omesso di effettuare la comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro che, ai sensi dell’art. 9-bis del D.L. n. 510/1996, deve essere effettuata entro le ore 24 del giorno antecedente a quello di instaurazione del relativo rapporto;
  • subordinazione: il rapporto di lavoro instaurato di fatto deve presentare i requisiti propri della
    subordinazione ai sensi di quanto previsto dall‘art. 2094 c.c.

Sono, pertanto, escluse dall’applicazione delle sanzioni legate al lavoro sommerso le prestazioni lavorative che rientrano nell’ambito del rapporto societario o di quello familiare, perché in questi casi manca il requisito della subordinazione.

Per tali figure (in particolare coniuge, parenti, affini, affiliati e affidati del datore di lavoro) che non sono soggette all’ordinaria comunicazione UNILAV, la legge prevede una comunicazione ex art. 23 del D.P.R. n. 1124/1965.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: a chi si applicano le sanzioni?

Le sanzioni per il lavoro nero si applicano, secondo quanto ribadito dal vademecum INL aggiornato al 19 aprile 2022 ai seguenti datori di lavoro:

  • a tutti i datori di lavoro privato, indipendentemente dal fatto che siano o meno organizzati in forma di impresa. L’unico escluso è il datore di lavoro domestico che non occupi il lavoratore assunto come domestico in altra attività imprenditoriale o professionale;
  • agli enti pubblici economici in qualità di datori di lavoro privati;
  • alle persone fisiche che si avvalgono di prestazioni rese in regime di Libretto Famiglia al di fuori delle ipotesi ammesse dalla disciplina di questo strumento.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: la Maxisanzione 

La sanzione per il lavoro irregolare, detta Maxisanzione perché può raggiungere cifre considerevoli in quanto calcolata su ogni lavoratore coinvolto, viene graduata per fasce in base alla durata del comportamento illecito. Attualmente la sanzione è determinata come di seguito:

  • da euro 1.800 a euro 10.800 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del
    lavoratore sino a trenta giorni di effettivo lavoro;
  • da euro 3.600 a euro 21.600 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del
    lavoratore da trentuno e sino a sessanta giorni di effettivo lavoro;
  • da euro 7.200 a euro 43.200 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del
    lavoratore oltre sessanta giorni di effettivo lavoro.

Le sanzioni, poi, sono aumentate del 20% in caso di impiego di:

  • lavoratori stranieri;
  • minori in età non lavorativa (cioè coloro che non possono far valere dieci anni di scuola
    dell’obbligo e il compimento dei sedici anni);
  • percettori del Reddito di cittadinanza.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: le conseguenze per il lavoratore 

È vero che generalmente in caso di lavoro irregolare chi rischia di essere sanzionato è solo il datore di lavoro, ma ci sono dei casi in cui anche il lavoratore che non denuncia può subire delle conseguenze.

Ciò accade, per esempio, quando il lavoratore percepisce l’indennità di disoccupazione (NASPI o DIS-COLL) o il Reddito di cittadinanza.

In questo caso, qualora avvenisse un controllo da parte della Procura della Repubblica, oltre a dover restituire le somme indebitamente percepite e a dover pagare i danni allo Stato il lavoratore potrebbe essere incriminato per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico per cui è prevista la pena della reclusione fino a 2 anni.

In aggiunta, si potrebbe essere incriminati anche per aver percepito erogazioni indebitamente ai danni dello Stato e puniti sempre con reclusione da sei mesi a tre anni.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: sanzioni per il lavoro occasionale 

Si precisa che a partire dal 1° gennaio 2022, in forza del Decreto Fiscale 2021 collegato alla Legge di Bilancio 2022, la comunicazione obbligatoria al Centro per l’Impiego con cui viene reso noto l’inizio del rapporto è estesa anche alle collaborazioni autonome occasionali.

In questo caso la maxisanzione potrà trovare applicazione soltanto nel caso di prestazioni autonome occasionali che non siano state oggetto di preventiva comunicazione, sempreché la prestazione sia riconducibile nell’alveo del rapporto di lavoro subordinato e non siano stati già assolti li ulteriori obblighi di natura fiscale e previdenziale, ove previsti, idonei ad escludere la natura “sommersa” della prestazione.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023
Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: nella foto le ombre di alcune mani.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: la situazione in Italia 

Purtroppo fenomeno del lavoro nero in Italia è molto sviluppato. Dalle indagini condotte nel 2021 e rese note dal direttore dell’Ispettorato Nazionale Bruno Giordano il 7 maggio 2022, vale almeno 76 miliardi di euro, pari a 4,3% del PIL.

Si tratta di una vera e propria piaga sociale che ha molti risvolti, infatti vi sono oltre 3 milioni di lavoratori che non hanno alcuna tutela e assistenza. Per approfondire la questione dei numeri è possibile leggere il report dell’Associazione Artigiani e Piccole imprese di Mestre aggiornato ad agosto 2021.

Sanzioni per contrastare il lavoro nero nel 2023: un fenomeno diffuso

La previsione di sanzioni così aspre dimostra come da un lato il fenomeno del lavoro nero sia particolarmente diffuso nel nostro paese e dall’altro come il legislatore sia particolarmente sensibile a questo tema.

Circostanza confermata anche dalla previsione del nuovo portale nazionale del lavoro sommerso pensato per concentrare in unico strumento i dati attualmente raccolti dall’Ispettorato dall’INPS e dall’INAIL e combattere così in maniera più efficace il fenomeno lavoro in nero. 

Fonti e materiale di approfondimento

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