La scuola non è neppure partita e rischia già di fermarsi, ma non per il Covid. I sindacati (Unicobas, Usb, Cobas Sardegna e Cub Scuola), hanno indetto uno sciopero per il 24 e il 25 settembre. Il giorno dopo (26 settembre), manifestazione a Roma, organizzata dal Comitato “Priorità Scuola”, alla quale hanno aderito Cobas, Flc Cgil, Cisl, Uil e Snals.
Le lezioni potrebbero saltare
Lo sciopero dunque subito dopo le elezioni. «Non possiamo sapere quanti docenti aderiranno alla protesta». ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi.
«Indubbiamente – ha aggiunto Giannelli al Messaggero – la scuola potrebbe trovarsi nelle condizioni di non riuscire a garantire il servizio, o più semplicemente: se non ci sono docenti a scuola le lezioni non potranno essere svolte».
Con il Covid tutto è più complicato
«I ragazzi entrano – ha continuato Giannelli – ma non è possibile sapere poi durante la giornata se le lezioni possono essere garantire. Quindi potrebbe anche accadere che i genitori vengano chiamati per andare a prendere i ragazzi, nel caso degli alunni minorenni. In questa fase, con le regole del distanziamento e l’impossibilità di accorpare le classi, diventa tutto più complicato».
«Lo sciopero – ha concluso – rischia di danneggiare le frange sociali più deboli. Penso alle tante famiglie in cui i genitori devono recarsi per forza a lavoro».
Ecco le richieste dei sindacati
Alla protesta potrebbero aderire docenti, personale Ata, ausiliari, tecnici e amministrativi delle scuole e delle università. Diverse le richieste dei sindacati:
classi con al massimo 15 alunni,
un piano serio e a lungo termine per mettere in sicurezza l’edilizia scolastica,
assunzione di 240mila insegnanti,
stabilizzazione 150mila precari con tre anni di servizio con un concorso,
aumento degli organici della Scuola dell’Infanzia,
stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno,
assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici,
incremento di 20mila fra assistenti amministrativi e assistenti tecnici.
Una spesa non da poco. Ma le risorse, sostengono i sindacati, sarebbero nel Ricovery Fund.
La manifestazione del 26, ci tengono a far sapere gli organizzatori, non è uno sciopero e chi parla di sciopero sbaglia.
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