Si può sfrattare chi non paga il condominio? Una questione di grande attualità, anche perché le morosità, relative soprattutto al pagamento delle rate per le forniture di gas delle caldaie centralizzate, è in grande e preoccupante aumento. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Si può sfrattare chi non paga il condominio? A chi versarle
- Si può sfrattare chi non paga il condominio? Suddivisione spese
- Si può sfrattare chi non paga il condominio? Contratto
- Si può sfrattare chi non paga il condominio? Condizioni
- Si può sfrattare chi non paga il condominio? Procedura
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Ebbene, rispondiamo subito alla domanda iniziale: sì, è possibile sfrattare l’inquilino che non paga il canone condominiale. Anche per una sola mensilità. A dire il vero basta un ritardo di 20 giorni.
Lo stabilisce l’articolo 9 della legge sull’equo canone.
Il punto dunque è un altro: come può essere sfrattato un inquilino che non paga il condominio? E in particolare: quanto tempo è necessario per arrivare a una soluzione così drastica?
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Si può sfrattare chi non paga il condominio? A chi versarle
In linea di massima l’inquilino dovrebbe versare le rate del condominio al proprietario di casa. Molto spesso, anche per una questione di praticità, viene chiesto di versare il dovuto sul conto corrente condominiale o all’amministratore.
Proprio perché dovrebbe essere il locatore a pagare le rate, l’amministratore non può presentare contro l’inquilino un decreto ingiuntivo.
Può però chiedere l’emissione del provvedimento giudiziario nei confronti del proprietario che a sua volta potrà muovere un’azione esecutiva per il recupero forzoso del credito.
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Si può sfrattare chi non paga il condominio? Suddivisione spese
La suddivisione delle spese condominiali tra inquilino e locatore sono così ripartire (sempre articolo 9 della legge sull’equo canone):
a carico dell’inquilino:
- le spese per la pulizia dello stabile;
- le per il funzionamento e la manutenzione ordinaria dell’ascensore;
- i costi per la fornitura dell’acqua e della corrente elettrica;
- le spese per il riscaldamento;
- i costi per lo spurgo dei pozzi neri e delle latrine;
- le spese per la fornitura di servizi comuni;
- il 90% delle eventuali spese per il servizio di portineria.
A carico del locatore restano tutte le altre spese. Ma in particolare quelle che riguardano:
- la manutenzione straordinaria;
- le ristrutturazioni e le innovazioni.
Si può sfrattare chi non paga il condominio? Contratto
Torniamo al dunque. Un inquilino può essere sfrattato anche se paga tutte le rate di locazione ma è indietro con il versamento delle quote condominiali.
Ma l’azione di sfratto può essere esercitata solo se il contratto di locazione è stato registrato all’Agenzia delle Entrate.
Ovvio che un contratto in nero non può consentire nessuna azione al proprietario di casa. Non esiste nei suoi confronti, in questo caso, alcuna tutela.
Si può sfrattare chi non paga il condominio? Condizioni
Abbiamo accennato che sono sufficienti 20 giorni di ritardo sul pagamento delle spese condominiali.
Ma solo se si verificano queste condizioni:
- c’è un ritardo di oltre 60 giorni dal momento della richiesta di pagamento delle quote arretrate;
- se l’importo dovuto è superiore a due volte il canone di locazione.

Si può sfrattare chi non paga il condominio? Procedura
Qual è la procedura per sfrattare un inquilino che non versa le rate del condominio?
Trascorsi i venti giorni, se la morosità continua, il locatore può inviare una diffida di pagamento.
Deve essere inoltrata con una raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite Pec.
Se l’inquilino continua a non versare la quota, il proprietario dell’appartamento, con l’ausilio di un avvocato, può avviare le pratiche per lo sfratto.
All’affittuario viene inviata una notifica con l’intimazione di sfratto per morosità, con la data dell’udienza che si terrà davanti a un giudice.
In quell’occasione l’inquilino ha due possibilità:
- versare gli arretrati (con interessi e spese legali) e in questo modo potrà continuare ad abitare nell’immobile fino alla scadenza del contratto;
- chiedere il termine di garanzia, che gli permette di pagare gli arretrati entro 90 giorni.
Nel secondo caso farà seguito una nuova udienza (di verifica). Se l’inquilino paga il dovuto, la locazione può continuare.
Se invece gli arretrati non sono stati saldati il giudice può emettere la convalida di sfratto e se viene richiesto, anche un decreto ingiuntivo per il pagamento delle spese e degli interessi.
Il magistrato indica la data entro la quale l’inquilino deve lasciare l’immobile e l’ammontare delle somme che deve pagare al proprietario.
Se questa procedura non venisse rispettata (l’inquilino resta nell’abitazione) il locatore può chiedere l’esecuzione forzata.
Il che significa che dopo il preavviso un ufficiale giudiziario si reca nell’appartamento accompagnato dalle forze dell’ordine e obbliga l’inquilino a lasciare l’abitazione.
Questo sarebbe l’iter in linea di principio. Nella pratica liberare un alloggio non è semplice e prevede un dispendio notevole di tempo e denaro. Senza contare che l’inquilino non paga le quote non per sua volontà, ma perché magari si trova nella oggettiva impossibilità di farlo (magari ha perso il lavoro). In questi casi alcune Regioni e Comuni mettono a disposizione dei contributi.
Di fronte al giudice comunque il locatore dovrà provare la morosità dell’inquilino.
Si possono verificare diversi casi:
se le spese condominiali sono previste a carico dell’inquilino già nel contratto di locazione, quello stesso accordo sottoscritto può essere una prova sufficiente;
se le spese condominiali non sono inserite nel contratto di locazione, ma vengono calcolate di mese in mese, sarà necessario per il proprietario dell’immobile esibire le delibere condominiali nelle quali sono anche ripartite le spese (e i relativi criteri).
C’è da ricordare comunque che il proprietario ha cinque anni di tempo per agire nei confronti dell’inquilino se ha pagato le quote condominiali al suo posto. Dopo i 5 anni quel diritto si prescrive.
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