Smart working prorogato al 31 dicembre anche per i dipendenti del settore pubblico, il governo ha scelto di mettere fine a quella che sembrava una evidente discriminazione. La misura è stata approvata nel Consiglio dei ministri che ha varato il decreto che ha prorogato i termini per i versamenti fiscali.(scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Proroga smart working pubblico e privato
Grazie a questa proroga, non c’è più distinzione tra dipendenti privati e pubblici. I dipendenti che rientrano in questa proroga sono quelli già inclusi nel decreto ministeriale del 4 febbraio 2022. Ovvero le persone affette da patologie gravi e che, per questi motivi, hanno la necessità di lavorare in modalità smart. Per finanziare questa misura, è stata stanziata una somma di 1,67 milioni di euro.
Evitate le discriminazioni
La proroga dello smart working è stata decisa, quindi, per una questione di sicurezza e salute. Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, ha sottolineato l’importanza del provvedimento, adottato, appunto, per tutelare chi ha patologie gravi o segue terapie salvavita. La pandemia ha mostrato quanto possa essere prezioso lo smart working, garantendo la continuità di molti servizi. E se molte aziende private stanno continuando su questa strada, perché non dovrebbe valere anche per la Pubblica amministrazione?
Nuove regole pere il lavoro agile
Nonostante i vantaggi dello smart working, è importante avere un approccio diverso ora che non ci troviamo più in una situazione di emergenza. Con la contrattazione collettiva nazionale per il settore pubblico, sono state messe in atto regole precise per il lavoro agile. Questo sistema mette al centro il rapporto di fiducia tra dipendente e dirigente, con obiettivi chiari e un controllo costante dell’attività svolta.
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Smart working e genitori di under 14
Il diritto al lavoro agile si estende ai genitori con figli sotto i 14 anni. Questa scelta nasce dalla volontà di garantire ai genitori una maggiore flessibilità nella gestione del tempo tra lavoro e famiglia.
Per poter lavorare da remoto, come stabilito dalla normativa vigente, è essenziale che all’interno del nucleo familiare non vi sia un genitore che:
- Riceve sostegni al reddito naspi;
- a seguito di sospensione o interruzione dell’attività lavorativa;
- Non è impegnato in alcuna attività lavorativa.
Se i lavoratori soddisfano questi criteri, avranno l’opportunità di eseguire le loro funzioni in modalità agile fino alla conclusione dell’anno, a condizione che la natura del loro lavoro lo permetta.
Smart working prorogato per i fragili
La parola “fragili” nel contesto dello smart working si riferisce a quei lavoratori che, per determinate condizioni di salute, sono considerati a rischio e quindi hanno la possibilità di lavorare da casa.
Quali sono le condizioni di fragilità?
Sono stati definiti “fragili” quei lavoratori che:
- Hanno una disabilità grave, come indicato dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 104.
- Sono in possesso di una certificazione, fornita da organi medico-legali competenti, che attesta una condizione di rischio causata da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dall’assunzione di terapie salvavita.
Evoluzione della definizione
La definizione di “lavoratore fragile” ha subito una chiara delimitazione nel tempo. Con l’emanazione di un Decreto del Ministero della Salute a febbraio 2022, i criteri di identificazione si sono fatti più specifici. Questo ha consentito di identificare chiaramente chi rientra in questa categoria.
Possibili cambiamenti nelle mansioni
Una particolarità per i lavoratori fragili è che potrebbero essere adibiti a diverse mansioni all’interno della stessa categoria o area di inquadramento, come definito dai contratti in vigore. Se ciò non fosse possibile, ci potrebbero essere attività di formazione professionale da remoto.
Chi sono i “Lavoratori Fragili”?
Requisiti e dettagli
Il termine “lavoratori fragili” si applica a persone che, a causa di determinate condizioni di salute, possono trovarsi a rischio se svolgono le loro attività lavorative in un ambiente tradizionale e con il rischio di essere contagiati dal virus.
Definizione Giuridica
La definizione di “lavoratori fragili” si basa su diversi decreti. Uno dei principali è il Decreto Legge n. 221 del 24 dicembre 2021, che fornisce un elenco dettagliato delle patologie che qualificano un lavoratore come “fragile”. Successivamente, il Ministero della Salute ha raffinato ulteriormente questa definizione il 3 febbraio 2022, stabilendo due specifiche categorie:
- Condizione di fragilità indipendente dallo stato vaccinale.
- Condizione di fragilità **legata all’esenzione dalla vaccinazione per motivi sanitari, accompagnata da almeno una delle altre condizioni previste dalla normativa.
Elenco delle condizioni di fragilità
Un lavoratore considerato “fragile” può rientrare in una delle seguenti categorie:
- Ha ricevuto o è in attesa di un trapianto di organo o cellule staminali.
- È in trattamento con terapie specifiche, come le cellule CART.
- Ha una patologia oncologica o onco-ematologica in corso di trattamento o ha terminato un trattamento in un periodo inferiore a 6 mesi.
- Soffre di immunodeficienze specifiche.
- È in dialisi o ha insufficienza renale cronica.
- Ha subito una splenectomia.
- È affetto da AIDS.
Inoltre, un lavoratore può essere considerato “fragile” se presenta tre o più delle seguenti patologie: cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, diabete mellito, e molte altre.
Chi certifica le condizioni dei lavoratori fragili?
La questione della certificazione è fondamentale. Solo un medico di medicina generale ha l’autorità di accertare e certificare la “fragilità” di un lavoratore. Questo medico è comunemente noto come il “medico di famiglia“.
La procedura per la certificazione
Se un lavoratore ritiene di rientrare nella categoria dei “fragili” e desidera lavorare in modalità smart working, dovrà seguire questi passi:
- Consultare il proprio medico di famiglia e discutere delle proprie condizioni di salute.
- Se il medico ritiene che il lavoratore rientri nella categoria dei “fragili”, rilascerà una certificazione ufficiale.
- Il lavoratore presenterà questa certificazione al proprio datore di lavoro.
È essenziale che la certificazione specifichi chiaramente le condizioni di salute del lavoratore, in modo che il datore di lavoro possa comprenderle e prendere le dovute precauzioni.
Nessuna equiparazione alla malattia
Questa è una sezione cruciale che necessita di chiarezza. Fino al 30 giugno 2022, i lavoratori fragili che non potevano adottare la modalità di smart working vedevano le loro assenze equiparate a un ricovero ospedaliero.
Questa equiparazione aveva un vantaggio significativo: le assenze non venivano conteggiate nel “periodo di comporto“. Questo periodo, stabilito nei contratti collettivi, rappresenta il totale delle assenze retribuite, al di là del quale il lavoratore può essere licenziato. Dopo il 30 giugno 2022, tuttavia, questa equiparazione non si applica più.
Cos’è lo smart working semplificato
Il termine “smart working semplificato” è una modalità di lavoro pensata per facilitare la transizione verso modelli lavorativi più flessibili.
Caratteristiche principali
- Comunicazione semplificata: non c’è bisogno di sottoscrivere un accordo formale tra lavoratore e datore di lavoro. Basta una comunicazione obbligatoria inviata al ministero del Lavoro.
- Documentazione ridotta: non è necessario allegare accordi o autocertificazioni dettagliate. Un semplice file Excel con i dati essenziali è sufficiente.
- Salute e sicurezza: anche se il lavoro viene svolto in modalità agile, le norme sulla salute e sicurezza rimangono in vigore. Tuttavia, l’informativa su questi aspetti può essere fornita attraverso un documento standard fornito dall’Inail.
Con queste caratteristiche, lo smart working semplificato mira a rendere il processo di transizione al lavoro remoto più snello e meno burocratico, pur mantenendo gli standard essenziali di sicurezza e trasparenza.

FAQ (domande e risposte)
Fino a quando è stato prorogato lo smart working per il settore pubblico?
Lo smart working è stato prorogato fino al 31 dicembre per i dipendenti del settore pubblico.
Ci sono differenze tra smart working per dipendenti privati e pubblici?
In precedenza, vi erano differenze, ma con la recente decisione del governo, queste differenze sono state eliminate. Ora, non c’è più una distinzione tra dipendenti privati e pubblici per lo smart working.
Quale somma è stata stanziata per permettere lo smart working ai fragili?
Per permettere lo smart working ai lavoratori fragili, sono stati stanziati 1,67 milioni di euro.
Fino a quando i genitori di under 14 possono lavorare in modalità agile?
I genitori di figli under 14 hanno la proroga per lavorare in modalità agile confermata fino al 31 dicembre.
Chi rientra nella categoria dei lavoratori “fragili” per lo smart working?
I lavoratori fragili sono individuati come quelli che hanno:
- Riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità secondo la Legge 5 febbraio 1992, n. 104.
- Certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali che attestano una condizione di rischio derivante da immunodepressione, esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita.
Inoltre, dopo il Decreto del Ministero della Salute del 3 febbraio 2022, rientrano anche quelli con patologie specifiche come trapianto di organo, terapie a base di cellule CART, patologie oncologiche o onco-ematologiche, immunodeficienze, dialisi, insufficienza renale cronica grave, e molti altri, come elencato nel testo fornito.
Come funziona la comunicazione semplificata dello smart working?
La comunicazione semplificata dello smart working permette:
- La comunicazione del ricorso allo smart working senza la necessità di un accordo formale tra le parti, rispettando comunque la normativa di riferimento.
- La possibilità di depositare la comunicazione obbligatoria al ministero del Lavoro in modo semplificato, inviando un file Excel massivo al portale ministeriale, senza necessità di allegare un accordo o autocertificazione.
- Per soddisfare gli obblighi di informazione sulla salute e sicurezza nel lavoro agile, è sufficiente usare un documento fornito dall’Inail.
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