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Stop alle caldaie a gas, alternative, costi e bonus

Stop alle caldaie a gas, alternative, costi e bonus: vediamo quando si spende e come scegliere i nuovi impianti di riscaldamento. Dalle pompe di calore alle biomasse per finire con gli impianti a pellet. Prezzi, installazione, efficienza. Quali sono gli sconti previsti per i cittadini.

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5' di lettura

Stop alle caldaie a gas, alternative, costi e bonus: la Commissione Ue ha stabilito che saranno presto illegali, ecco cosa scegliere. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

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La Commissione Ue ha presentato il 18 maggio il RePowerUe, si punta far salire l’efficienza energetica al 13% entro il 2030 (l’obiettivo precedente era del 9%). Per farlo sono stati stanziati 300 miliardi. Tra le misure previste c’è la soppressione delle caldaie a gas. Non sarà più possibile venderle dopo il 2029. Il che significa che già da ora chi deve acquistare una caldaia eviterà i tradizionali impianti a gas (anche perché i costi energetici sono alle stelle).

Ma non solo, le caldaie a combustibile fossile saranno anche declassate sulle etichette per la performance energetica.

L’Ue vuole raddoppiare l’utilizzo delle pompe di calore.

Inevitabile farsi almeno due domande:

  • quanto costano le pompe di calore;
  • quanto sarà il risparmio energetico.

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Stop alle caldaie a gas: pompe di calore, cosa sono

Prima di tutto, cosa sono le pompe di calore? Questi impianti sfruttano l’energia termica, viene estratta e trasferita all’interno degli edifici. La pompa di calore raccoglie l’energia da una fonte naturale (aria, acqua o terreno, dipende dal modello) e la trasporta all’interno di una abitazione con una temperatura adatta per il riscaldamento degli ambienti.

Questa operazione comporta comunque un certo consumo energetico (elettricità o gas metano), ma molto ridotto. Alcuni impianti svolgono l’operazione al contrario in estate, raffreddando le abitazioni.

Il vantaggio è chiaro: l’efficienza è la stessa di una caldaia a gas, il consumo si riduce almeno del 50% (con un calo conseguente di emissioni di anidride carbonica).

Tutto bene, dunque. Quasi. I costi per l’installazione non sono esattamente economici.

Il prezzo varia, dipende dal tipo di pompa di calore (aria-acqua, aria-aria, geotermica) e dai diversi modelli.

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Stop alle caldaie a gas: pompe di calore, modelli e costi

Le cifre non sono mai più basse dei 2mila euro e si può arrivare fino a 18mila.

Vediamo le tipologie di caldaie a pompa di calore e i diversi prezzi sul mercato:

  • l’impianto aria-aria è il più economico, ma anche il meno efficiente. Preleva il calore dall’esterno, ma se la temperatura scende sotto i -5 gradi cala anche il rendimento. Costa tra 2 e 8mila euro (10
  • kw di media);
  • l’impianto acqua-aria raccoglie il calore dalle falde acquifere del terreno. L’efficienza è migliore rispetto all’impianto aria-aria, ma i costi di installazione (che prevedono anche un dispositivo di aspirazione) sono più alti. Il prezzo oscilla tra 2.500 e 10.000 euro (per 10 kw di media);
  • l’impianto terra-aria (geotermico) è il più efficiente. Più si scende nel terreno e più sale la temperatura (che diventa anche più stabile). Il prezzo oscilla tra 7.000 e 18.000 euro per 10 kw.

Bisogna sempre ricordare che il prezzo di una caldaia a gas varia invece tra 500 e 2.000 euro.

Stop alle caldaie a gas: biomassa, costi e modelli

Oltre alle pompe di calore ci sono anche le biomasse. In questo caso si sfrutta l’energia prodotta dalla combustione di legna, pelle e cippato, dipende dal modello.

Il risparmio è consistente rispetto al gas (tra il 30 e il 50% in meno). Ci sono 3 tipi di impianti a biomassa:

  • gli impianti che producono calore direttamente (tipo stufe e termocamini). Il prezzo oscilla tra 600 e 2.200 euro;
  • gli impianti termoconvettori, in questo caso si riscalda un fluido che crea calore. Sono le caldaie a bionassa e hanno un prezzo che oscilla tra 1.100 e 4.300 euro;
  • gli impianti con sistema radiante, che oltre a riscaldare il fluido lo conduce anche lungo apposite tubature sotto il pavimento. Il costo oscilla tra 1.900 e 8.700 euro.

Stop alle caldaie a gas: pellet, costi e modelli

C’è infine la stufa in pellet (che è uno dei tipi di impianti a biomassa):

  • c’è quella ad aria, che in genere si usa per riscaldare ambienti piccoli (una stanza). Il costo è di circa 500 euro;
  • il modello a pellet idro, più nota come idrostufa a pellet. Riscalda l’aria e l’acqua. Costa tra 1.500 e 4.000 euro (più il costo di installazione, 2.000 euro);
  • le stufe a pellet canalizzate: possono essere ad aria o idro. Utilizzano una serie di canalette distribuite per l’intera abitazione. I costi variano da 1.200 a 5.000 euro (più 1000/2000 per l’installazione).

Stop alle caldaie a gas: i bonus

I costi di questi impianti possono essere ridotti grazie alle detrazioni fiscali. Ce ne sono 4 a disposizione:

  • Bonus ristrutturazioni: sconto del 50% se si acquista una caldaia almeno di classe A su un limite di spesa di 96 mila euro;
  • Ecobonus: detrazione sale al 65% fino a un massimo di 30 mila euro su acquisto e installazione di caldaie a condensazione almeno di classe energetica A;
  • Conto termico: un incentivo gestito dal Gestore servizi energetici (Gse), offre uno sconto del 65% sui costi sostenuti per la sostituzione di impianti di riscaldamento già esistenti con impianti a pompa di calore o per l’installazione di pannelli solari utili alla produzione di acqua calda sanitaria.
  • Superbonus: per i lavori effettuati dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2022 per quanto riguarda edifici monofamiliari, questo consente di ottenere una detrazione del 110% su un importo massimo di 30 mila euro. La scadenza per i lavoro nei condomini è per il 31 dicembre 2023.

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