Strumento di attivazione e dramma affitto: zero alternative?

Aumenta la tensione tra i cittadini in merito allo Strumento di attivazione e affitto. Ecco alcune testimonianze degli utenti.

Chiara Del Monaco è una linguista e copywriter specializzata in welfare.
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8' di lettura

Dalla pubblicazione del Decreto lavoro sono stati molti i commenti e le discussioni sulle misure che sostituiranno il Reddito di cittadinanza. In questo approfondimento ci concentriamo soprattutto sulla tensione che si è creata a causa dello Strumento di attivazione e affitto (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sul Reddito di Cittadinanza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Negli ultimi giorni gli attuali percettori del Reddito di cittadinanza si sono posti molte domande sull’Assegno di inclusione e sullo Strumento di attivazione, ossia le due misure a breve sostituiranno il Rdc.

In particolare, una buona parte dei cittadini si sta giustamente lamentando per la mancanza del contributo per l’affitto nello Strumento di attivazione. Visto che questa misura destinata solo agli occupabili ha un valore molto più basso dell’Assegno di inclusione, è chiaro che molti temono di non avere risorse a sufficienza per pagare il canone di locazione.

A questo proposito, nei prossimi paragrafi mostriamo alcune testimonianze dei nostri utenti sullo Strumento di attivazione e affitto e vediamo se ci sono e quali sono le alternative per avere un sostegno per l’affitto.

Indice

Strumento di attivazione e affitto: nessuna possibilità per i beneficiari?

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto lavoro, il Governo ha messo nero su bianco i primi dettagli su Assegno di inclusione e Strumento di attivazione. A proposito del secondo, il nome ufficiale stabilito dal Decreto lavoro è “Supporto per la formazione e il lavoro“, ma è resta anche il nome comune diffuso all’inizio, quindi Strumento di attivazione lavorativa.

Scopri le differenze tra Assegno di inclusione e Rdc.

Anche se per avere tutte le informazioni dettagliate bisogna attendere un decreto attuativo dedicato alle due misure, non sono mancati i primi commenti e soprattutto le discussioni legate a questi contributi economici.

In particolare, molti nuclei familiari che oggi percepiscono il Reddito di cittadinanza si sono lamentati (giustamente) del fatto che nello Strumento di attivazione non sia previsto un importo aggiuntivo per l’affitto, come invece avviene per l’Assegno di inclusione.

Visto che si tratta di una questione molto delicata, che sta mettendo già in difficoltà diverse persone che non sanno come si dovranno mantenere nei prossimi mesi, abbiamo riportato alcuni commenti sotto al nostro video Youtube sullo Strumento di attivazione. Per mantenere la loro privacy, abbiamo riportato solo il nome proprio.

Ecco alcune reazioni dei nostri lettori:

  • Ilaria: Nel frattempo che uno fa i corsi, senza lavoro, con 350€ al mese senza quota nemmeno per l’affitto, come campa?
  • Daniela: Ciao TheWam, che futuro incerto per tutti quanti…
  • Rita: Salve nel frattempo che facciamo i corsi e aspettiamo, mangiamo erba per i campi?
  • Lara: Quindi se non partiranno corsi o i PUC non spettano nemmeno i 350 euro. Già non sono proprio nulla, visto che se paghi affitto finiscono tutti…La quota affitto non te la danno…come si fa?
  • Antonio: E l’affitto chi lo paga, visto che non abbiamo più solidi da agosto?
  • Eis: Prevedo centinaia e centinaia di sfratti da case con affitto…

Come si può notare da queste testimonianza, la tensione tra i percettori del Reddito di cittadinanza che tra pochi mesi perderanno il sussidio è molto alta, visto che almeno per il momento non è prevista una quota affitto con il Supporto per la formazione e il lavoro.

In attesa di avere notizie più precise con il decreto attuativo, nel prossimo paragrafo vediamo quali sono le alternative per chi perderà l’integrazione per l’affitto.

Scopri la pagina dedicata al Reddito di cittadinanza: pagamenti, diritti e bonus compatibili.

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Strumento di attivazione e affitto: quali sono le alternative

Come abbiamo visto dal paragrafo precedente, lo Strumento di attivazione e affitto ha causato molte reazioni preoccupate da parte delle persone in difficoltà.

Mentre aspettiamo un decreto apposito per capire meglio come funzioneranno l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro, potrebbe essere utile sapere che esistono delle alternative, anche se poche, per chi perderà la quota aggiuntiva per l’affitto.

Una di queste è il contributo affitto (anche chiamato contributo d integrazione al canone di locazione), che è stato rinnovato anche per il 2023. Si tratta di un sostegno economico erogato dallo Stato e gestito dai Comuni, utilizzando le risorse del “Fondo nazionale sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione” e del “Fondo morosità incolpevole“.

Questo contributo economico è rivolto in particolare ai cosiddetti “inquilini vittime di morosità incolpevole“, ossia coloro che a causa di difficoltà economiche non riescono a pagare il canone di locazione della casa in cui abitano.

Per accedere al contributo affitto 2023 bisogna dimostrare che esistono delle cause gravi che impediscono il regolare pagamento dell’affitto. Tra queste, danno diritto a richiedere il beneficio:

  • Licenziamento
  • Riduzione dell’orario di lavoro
  • Cassa integrazione
  • Contratto a tempo determinato non rinnovato
  • Cessazione dell’attività lavorativa per cause indipendenti dalla propria volontà
  • Infortunio o decesso di un qualsiasi componente familiare concorrente al reddito del nucleo

Inoltre, per fare domanda del contributo affitto è necessario rispettare una serie di requisiti, tra cui:

  • Isee al di sotto di 26.000 euro all’anno;
  • nessun membro del nucleo familiare deve essere in possesso, o poter usufruire, un altro immobile nella stessa area di residenza;
  • essere in possesso dell’atto di convalida di sfratto per morosità;
  • aver regolarmente registrato il contratto d’affitto;
  • essere residente da almeno un anno nella casa in cui si è ricevuto lo sfratto;
  • non abitare in un immobile di lusso, ossia che appartiene alle categorie catastali A1, A8 e A9;
  • residenza in Italia o in un altro paese della Comunità Europea, oppure essere in possesso di soggiorno CE;
  • hanno diritto ad una corsia preferenziale i nuclei familiari in cui sia presente un minore, un ultra settantenne oppure un invalido almeno al 74%, così come un familiare che risulti in carico ai servizi sociali o alle ASL.

Per quanto riguarda l’importo, il Fondo morosità incolpevole eroga un contributo massimo di 8.000 euro se sono presenti i requisiti per fare domanda del contributo affitto.

Oltre a questo sostegno gestito dai Comuni ed erogato dallo Stato, esiste anche un’altra alternativa per chi riceverà lo Strumento di attivazione e affitto. Si tratta cioè del Bonus affitto 2023. Anche quest’anno, infatti, la Legge di bilancio ha approvato questo bonus fiscale per le famiglie in difficoltà economica.

Leggi anche come funziona il Bonus affitto giovani 2023.

Come per il contributo affitto, anche in questo caso l’erogazione dipende dalle risorse a disposizione, quindi non è detto che chi rientra nei requisiti previsti lo riceva. Poiché le risorse vengono distribuite prima alle regioni e poi ai Comuni, che provvederanno ad attuare i bandi di assegnazione, i requisiti cambiano a seconda del luogo di residenza.

In linea generale, però, bisogna possedere questi requisiti.

  • Cittadinanza italiana, dell’Unione Europea o permesso di soggiorno;
  • Residenza nel Comune in cui si fa la richiesta per il bonus affitto 2023;
  • Bisogna possedere un regolare contratto di locazione, con esclusione dal contributo degli immobili di lusso;
  • È necessario aver pagato regolarmente l’affitto;
  • Il limite ISEE viene stabilito nel bando comunale;
  • Non bisogna risultare assegnatari di immobili in regime di edilizia agevolata convenzionata;
  • Non si può sommare il contributo affitto 2023 ad altri aiuti alla locazione.
Strumento di attivazione e affitto: in foto, il modellino di una casa appoggiato su banconote.

Strumento di attivazione e affitto: a chi spetta la misura

Finora abbiamo descritto il dramma dello Strumento di attivazione e affitto legato a chi tra pochi mesi perderà definitivamente il Reddito di cittadinanza e non sa come sostenersi per vivere.

Ma a chi spetta lo Strumento di attivazione?

Mentre l’Assegno di inclusione è destinato ai nuclei familiari non occupabili, ossia che includono componenti che non possono lavorare, lo Strumento di attivazione o Supporto per la formazione e il lavoro spettai agli occupabili che non hanno i requisiti per accedere all’Adi.

Ricordiamo che i nuclei familiari occupabili sono quelli che non includono componenti minorenni, con disabilità o di almeno 60 anni di età. Inoltre, il contributo spetta anche alle singole persone occupabili escluse dalla scala di equivalenza dell’Assegno di inclusione.

Ciò vuol dire che possono fare domanda anche i cittadini inclusi in un nucleo percettore dell’Assegno di inclusione ma che non sono calcolati nella scala di equivalenza, e quindi nell’importo dell’Adi. Si tratta soprattutto di maggiorenni con meno di 60 anni e senza disabilità o carichi di cura.

Tuttavia, tra l’Adi e questo Strumento c’è una differenza significativa dal punto di vista dell’importo: con l’Assegno di inclusione si ha diritto a un importo mensile di 500 euro, moltiplicato per la scala di equivalenza, e a una quota aggiuntiva per l’affitto.

Invece, con lo Strumento di attivazione spettano solo 350 euro mensili, per un periodo massimo di 12 mesi, e comunque non superiore ai mesi di frequenza dei corsi di formazione. Come abbiamo abbondantemente visto in questo approfondimento, non è prevista una quota affitto.

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