Superbonus, con lo stop ai crediti ecco le aziende a rischio

Superbonus e stop alla cessione dei crediti. Allarme Ance: 25mila imprese a rischio.

Valerio Pisaniello è un saggista esperto di welfare.
Conoscilo meglio

9' di lettura

Superbonus e stop alla cessione dei crediti. Per l’Associazione nazionale costruttori «fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese». Analizziamo le ultime vicende di Superbonus e stop alla cessione dei crediti. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegramtutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegrame nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

INDICE

Superbonus e stop alla cessione dei crediti: il Consiglio dei ministri

Superbonus e stop alla cessione dei crediti. L’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, convocato a Palazzo Chigi, è integrato con il decreto legge Misure urgenti in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali. Lo comunica Palazzo Chigi. La norma inserita all’ordine del giorno del Cdm prevederebbe che le pubbliche amministrazioni, come i Comuni o le Regioni, non possano più acquistare i crediti fiscali legati al Superbonus. L’obiettivo sarebbe quello di evitare la formazione di nuovo debito pubblico.

Nella mattinata del 16 febbraio 2023 era arrivato l’allarme dei costruttori contro l’ipotesi di blocco delle iniziative regionali che si stanno facendo carico dei crediti per i bonus edilizia rimasti incagliati e sulle spalle delle imprese.

Per l’Associazione nazionale costruttori (Ance), «fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza una soluzione strutturale alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese».

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Quando finisce la cessione del credito?

Superbonus e stop alla cessione dei crediti. Mentre si avvicina il termine del 16 marzo, la scadenza per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa alla cessione del credito e allo sconto in fattura sarà oggetto di proroga al 31 marzo 2023. Il rinvio arriverà con il decreto Milleproroghe, attraverso un emendamento approvato in Commissione al Senato.

Superbonus e stop alla cessione dei crediti: l’allarme dell’Ance

«Se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie», spiega la presidente Ance, Federica Brancaccio, commentando le notizie di stampa secondo le quali l’Esecutivo starebbe per inserire nel decreto legge sul Pnrr una norma che di fatto bloccherebbe la facoltà degli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi.

Superbonus e stop alla cessione dei crediti: nella foto un palazzo ristrutturato

Superbonus e stop alla cessione dei crediti: lo stop del Governo 

«Spero che si tratti di un errore. Non posso credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo», richiama la Brancaccio.

Di seguito uno speciale sui lavori di edilizia libera.

Superbonus e stop alla cessione dei crediti: le reazioni 

Fillea-Cgil: pronti allo sciopero

Superbonus e stop alla cessione dei crediti. “Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno” afferma il segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil, Alessandro Genovesi, secondo cui “questo è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà. Se non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto, metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni”.

Anche le imprese sul piede di guerra

Dalla Cna a Confartigianato, anche le imprese sono sul piede di guerra. “Risolvere, con un compratore di ultima istanza, il grave problema dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia e riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici” sollecita il Presidente di Confartigianato Marco Granelli.

Quest’ultimo sottolinea: “Da tempo sosteniamo la necessità di ridiscutere il sistema degli incentivi. Ma ora non si possono lasciare imprese e famiglie in mezzo al guado e la soluzione contenuta nel decreto legge appena varato non appare efficace. Confidiamo che il tavolo di confronto annunciato per lunedì non sia soltanto occasione per una presa d’atto, ma la sede permanente di una riflessione che deve portare tutte le parti coinvolte a cercare soluzioni equilibrate”.

M5s e Pd all’attacco, Calenda difende Giorgetti

“Pronti a tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Sempre dalla parte delle imprese”. Così a settembre recitava non un volantino elettorale del M5s, ma un tweet di Giorgia Meloni.

Nella più sguaiata delle inversioni U, arrivata guarda caso la settimana dopo le regionali, la premier ha dato mandato a Giorgetti di completare la furia devastatrice nei confronti della misura, in piena continuità con quel Mario Draghi che l’attuale presidente del Consiglio ha fintamente osteggiato per quasi due anni lucrandoci sopra svariati consensi.

Il risultato dell’opera demolitoria del ministro dell’Economia ora regala un bel baratro a tutta la filiera italiana dell’edilizia, che nell’ultimo triennio grazie al Superbonus si è elevata a locomotiva d’Europa. Il grido di disperazione di Cna, Ance, Confedilizia e tante altre associazioni parla di un uragano pronto a mandare all’aria 40 mila imprese, con un’impressionante emorragia di posti di lavoro.

In questo scenario apocalittico, sorprende la posizione supina di Forza Italia, ormai completamente “bullizzata” dalle imposizioni della premier». Così in una nota i deputati M5s in comm. Attività Produttive Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde e Enrico Cappelletti.

E sulla stessa lunghezza d’onda viaggia il candidato alle primarie Pd Stefano Bonaccini: “Dalla sera alla mattina hanno cambiato le regole, si può anche fare ma bisogna avere capacità e buonsenso di chiamare le parti sociali. Qui ci sono imprese che hanno già avuto a che fare con caro bollette, costo dei materiali… Basta vedere non la mia reazione, ma quella di imprese e sindacati”.

Chi invece prende le difese di Giorgetti e del decreto è Carlo Calenda. “Le parole di Giorgetti le condivido. Giorgetti ha ragione nell’importo, il totale dei bonus è di 120,1 mld di euro, metti a posto la Sanità per 15 anni. È una cosa fatta nel modo del tutto scellerato, è stato dato a tutti, una cosa folle, mai fatta” ha detto Calenda. “Ora non capisco perchè il governo non dice ’dalla prossima volta’. Immagino che l’Europa ha detto basta, non potete prendere soldi e buttarli -ha aggiunto il leader di Azione-. Quello che si deve fare è non rendere più cedibili i futuri crediti”.

Superbonus e stop alla cessione dei crediti: qualche soluzione 

Superbonus e stop alla cessione dei crediti. Forniamo gli strumenti giuridici per affrontare la crisi di liquidità

Il nuovo Codice della Crisi di Impresa o “CCI” (che nell’estate del 2022 ha integralmente sostituito la Legge Fallimentare) prevede numerosi strumenti per la soluzione della crisi di impresa, pensati appositamente per adattarsi alle diverse manifestazioni della stessa nel modo più appropriato. Lo strumento finora suggerito dal nostro Studio nelle situazioni di difficoltà sopra descritte è la cosiddetta “composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”, prevista dall’art.12 del CCI.

Possono ricorrere a questo strumento le imprese commerciali che si trovino in condizioni di squilibrio “economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l’insolvenza e risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa”: questa formulazione corrisponde perfettamente allo stato in cui si trovano le imprese sovraccariche di crediti fiscali che non riescono a cedere e che siano intrinsecamente sane.

Come funziona lo strumento in questione? Lo esponiamo in estrema sintesi.

L’imprenditore che opterà per questa soluzione chiederà al segretario generale della CCIAA locale di nominare un esperto negoziatore (nel 90% dei casi sarà un commercialista), che agirà con indipendenza e riservatezza, al fine di condurre le trattative con i creditori e trovare una soluzione negoziale, evitando per quanto possibile le procedure più impattanti (ad esempio il concordato preventivo).

L’esperto negoziatore, nel mentre approfondisce la conoscenza dell’azienda, convoca i creditori ed instaura delle trattative: il fatto che costui sia indipendente lo rende massimamente credibile nei confronti dei creditori e gli sarà quindi più semplice, rispetto all’imprenditore, portarli ad un tavolo per raggiungere un accordo ragionevole per tutti gli interessati.

In questo senso, l’attività di due diligence sopra descritta può essere determinante. Laddove, infatti, l’imprenditore sia in possesso di un solido report di due diligence come sopra descritto, gli sarà agevole convincere l’esperto negoziatore sulla natura transitoria della crisi e sulla “bontà” degli assets, costituiti dai crediti fiscali in questione, nonché sul fatto che una volta risolto il problema non vi siano ostacoli per la ripresa di una proficua attività imprenditoriale.

Una volta che l’esperto negoziatore sia persuaso di questo, il suo aiuto nei confronti di banche e fornitori potrebbe essere decisivo.

Fonti e materiale di approfondimento

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