I tagli delle pensioni 2023 sono incostituzionali? Ecco chi spera in un rimborso (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Tagli delle pensioni 2023: sono incostituzionali?
Probabilmente vi ricorderete del ricorso presentato da alcuni pensionati, assistiti dall’avvocato Antonio Carbonelli e sostenuti dal sindacato SIAL-Cobas, contro i tagli delle pensioni 2023?
Lo scorso 29 giugno si è tenuta la prima udienza presso il Tribunale di Milano. A distanza di un mese dal nostro articolo su The Wam.net relativo ai tagli dei trattamenti pensionistici, continua a tenere botta la presunta incostituzionalità delle sforbiciate agli importi delle pensioni, operate tramite legge di bilancio, dal governo Meloni.
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Tagli delle pensioni 2023: cosa è accaduto a gennaio 2023?
Per comprendere meglio la battaglia legale intrapresa da alcuni pensionati, è necessario chiarire prima cosa è successo a gennaio 2023, quando sono stati applicati aumenti del 7,3% sulle pensioni (comprese quelle di invalidità), come stabilito dal decreto del ministro Giorgetti, del 9 novembre 2022.
Il governo Meloni ha introdotto nuove fasce di rivalutazione delle pensioni, in base al reddito, operando tagli sugli assegni più alti (da 2.100 euro lordi al mese a salire).
Fino all’anno scorso, le fasce di rivalutazione erano solo tre:
- 100% sugli importi fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% sugli importi da 4 a 5 volte il trattamento minimo;
- 75% sugli importi superiori a 5 volte il trattamento minimo.
Dal 1° gennaio 2023 si è passati a un sistema a sei fasce, come si evince dalla tabella in basso:
IMPORTO PENSIONI | RIVALUTAZIONE |
Pensioni fino a 2100 euro lordi al mese | 100% |
Pensioni da 2101 euro a 2625 euro lordi al mese | 85% |
Pensioni da 2626 a 3150 euro lordi al mese | 53% |
Pensioni da 3151 a 4200 euro lordi al mese | 47% |
Pensioni da 4201 a 5250 euro lordi al mese | 37% |
Pensioni di importo superiore a 5250 euro lordi al mese | 32% |
Tagli delle pensioni 2023: importi più alti penalizzati
Cosa ha provocato tutto questo? Sicuramente una riduzione degli aumenti degli importi delle pensioni, soprattutto quelle da 2.600 euro lordi a salire, contestato aspramente da chi ha presentato ricorso avverso la decisione del governo.
Negli ultimi 5 anni, tra l’altro, solo nel 2022 è stata applicata la rivalutazione originaria (legge numero 448 del 1998). E come se non bastasse, pure nel 2024 verrà applicato lo stesso sistema entrato in vigore quest’anno.
Tagli delle pensioni 2023: cosa chiedono i pensionati?
Semplice: la restituzione di tutte le somme indebitamente trattenute dall’INPS dal gennaio 2023 ad oggi.
Anche la UIL pensionati sta per entrare in azione, con l’obiettivo di far valere le ragioni dei pensionati dinanzi alla Corte Costituzionale.
Tra l’altro, la consulta ha spesso evidenziato quanto fosse penalizzante il meccanismo di rivalutazione proposto dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Un motivo in più, per i pensionati “ribelli”, per provare a far saltare il banco.
Tagli delle pensioni 2023: le prossime mosse
Le prossime mosse sono previste a settembre, quando le cause verranno inviate ai tribunali territorialmente competenti. Poi, in caso di accoglimento dei ricorsi, potrebbe pronunciarsi la Corte Costituzionale, riconoscendo o meno le ragioni dei ricorrenti.
La procedura, comunque, rimane piuttosto lunga e complessa. La UIL promette battaglia, convinta di poterla spuntare.
E se dovesse farcela? A quel punto la Corte Costituzionale potrebbe imporre all’INPS a restituire il maltolto ai pensionati scontenti, con il conseguente aumento delle pensioni di importo pari o superiore a 2.100 euro lordi al mese.

Faq sui tagli delle pensioni 2023
Che cos’è la rivalutazione delle pensioni?
La rivalutazione delle pensioni, nota anche come perequazione, è un meccanismo grazie al quale gli importi delle pensioni vengono aggiornati in base al costo della vita. Questo aggiustamento viene fatto seguendo il tasso di inflazione medio dell’anno precedente. Nel 2023, l’INPS ha applicato un tasso di inflazione provvisorio del 7,3%, stabilito dal governo. Tuttavia, il tasso effettivo era dell’8,1%, pertanto lo 0,8% restante sarà pagato nel 2024.
Quando verrà erogato l’aggiustamento del 0,8% per la rivalutazione delle pensioni del 2023?
L’aggiustamento del 0,8% per la rivalutazione delle pensioni del 2023, relativo alla differenza tra l’indice di inflazione provvisorio (7,3%) e quello effettivo (8,1%), sarà molto probabilmente erogato a gennaio 2024. Questo aggiustamento verrà fornito in un’unica soluzione, aggiunto alla pensione di gennaio 2024.
Come si calcola l’importo degli arretrati per la rivalutazione delle pensioni?
Gli arretrati per la rivalutazione delle pensioni si calcolano applicando la percentuale di rivalutazione spettante per 13 mensilità. Ad esempio, chi percepisce una pensione di 1.000 euro al mese, riceverà 104 euro lordi di arretrati, pari a circa 73 euro netti. L’importo varia in base alla pensione percepita e alla fascia di rivalutazione in cui si rientra.
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