Pensioni più alte penalizzate nel 2023: ecco gli esempi dai 3.000 euro lordi a salire (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Pensioni più alte penalizzate nel 2023: perché?
- Pensioni più alte penalizzate nel 2023: esempi dai 3.000 euro in poi
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Pensioni più alte penalizzate nel 2023: perché?
Il rinnovamento del sistema di rivalutazione delle pensioni comporterà pensioni più alte penalizzate nel 2023.
Le nuove fasce di rivalutazione inserite nella legge di bilancio che andrà approvata entro fine anno, tuteleranno – come è giusto che sia – i titolari di pensioni minime (portate a circa 571 euro al mese) e di assegni sotto i 2.100 euro lordi al mese, ma penalizzeranno chi prende una pensione più alta.
Ricordando che, a partire dal 1° gennaio 2023, le pensioni aumenteranno del 7,3% rispetto al 2022 (escludendo il 2% di rivalutazione anticipata percepita nell’ultimo trimestre dell’anno in corso), prendendo in considerazione le pensioni di 3.000 euro lordi al mese, rispetto al 2022 è previsto un taglio di circa 64 euro al mese.
Andrà peggio a chi prende una pensione di 3.500 euro al mese (– 64 euro al mese rispetto al 2022) e chi va oltre la soglia dei 4.500 euro al mese (– 115 euro al mese) o dei 5.500 euro al mese (– 160 euro al mese rispetto al 2022).
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In questa tabella è possibile notare quali sono le pensioni più alte penalizzate nel 2023, in base ai nuovi indici di rivalutazione delle pensioni:
IMPORTI | % RIVALUTAZIONE | IMPORTI DAL 1° GENNAIO 2023 | IMPORTI CON INDICE DI RIVALUTAZIONE AL 2022 |
2.200 euro lordi al mese | 5,84% (80% di 7,3%) | 2328,48 euro | 2.344,54 euro (al 6,57%) |
2.500 euro lordi al mese | 5,84% (80% di 7,3%) | 2646 euro | 2.664,25 euro (al 6,57%) |
3.000 euro lordi al mese | 4,01% (55% di 7,3%) | 3120,30 euro | 3.164,10 euro (al 5,47%) |
3.500 euro lordi al mese | 3,65% (50% di 7,3%) | 3.627,75 euro | 3.691,45 euro (al 5,47%) |
4.500 euro | 2,92% (40% di 7,3%) | 4.631,40 euro | 4.746,15 euro (al 5,47%) |
5.500 euro | 2,55% (35% di 7,3%) | 5.640,25 euro | 5.800,85 euro (al 5,47%) |
Ricordiamo che la rivalutazione piena (100%) spetta sulle pensioni di importo fino a 2.100 euro lordi l’anno. La rivalutazione spetta all’80% (5,84%) sugli importi fino a 2.625 euro; al 55% (4,01%) sugli assegni compresi tra 2.626 e 3.150 euro al mese; al 50% (3,65%) sugli importi tra 3.151 e 4.200 euro al mese; al 40% (2,92%) per le pensioni di importo compreso tra 4.201 e 5.250 euro al mese e al 35% (2,55%) sugli assegni di importo superiore a 5.250 euro al mese.
Ecco una tabella che semplifica le sei fasce di rivalutazione previste a partire dal 2023:
IMPORTO PENSIONI | RIVALUTAZIONE |
Pensioni fino a 2100 euro lordi al mese | 100% |
Pensioni da 2101 euro a 2625 euro lordi al mese | 80% |
Pensioni da 2626 a 3150 euro lordi al mese | 55% |
Pensioni da 3151 a 4200 euro lordi al mese | 50% |
Pensioni da 4201 a 5250 euro lordi al mese | 40% |
Pensioni di importo superiore a 5250 euro lordi al mese | 35% |
Prima di proseguire la lettura delle pensioni più alte penalizzate nel 2023, ti consigliamo la visione di questo video:
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Pensioni più alte penalizzate nel 2023: esempi dai 3.000 euro in poi
Le nuove fasce di rivalutazione volute dal Governo Meloni faranno in modo che le pensioni più alte penalizzate nel 2023 saranno quelle dai 3.000 euro lordi al mese a salire.
Rispetto al 2022, infatti, sono previsti dei tagli sugli importi degli assegni più alti. Come abbiamo visto, su una pensione di 3.000 euro lordi al mese spetta una rivalutazione del 4,01% (il 55% di 7,3%) per un aumento di 120,30 euro al mese.
Se restasse inalterata la percentuale di rivalutazione del 2022 (5,47%), sulle pensioni di 3.000 euro spetterebbe un aumento di 164,10 euro al mese, con una differenza di circa 44 euro in meno, rispetto all’aumento che verrà percepito nel caso in cui passasse la manovra finanziaria.

Il taglio sulle pensioni è più corposo per chi prende 3.500 euro al mese. Parliamo di un aumento del 3,65% (il 50% di 7,3%) che porterà a un incremento degli importi di circa 127 euro lordi al mese, rispetto ai 191 euro che sarebbero spettati con il vecchio sistema di rivalutazione delle pensioni.
Con 4.500 euro al mese di pensione spetta un aumento del 2,92% (il 40% di 7,3%) pari a circa 131 euro lordi al mese, a differenza dei circa 246 euro che sarebbero toccati con il vecchio sistema di rivalutazione.
Infine, a chi prende una pensione superiore a 5.250 euro e rientra nella sesta fascia di reddito, spetterà un aumento del 2,55% (il 35% di 7,3%). Ad esempio sugli assegni da 5.500 euro al mese spettano 140 euro in più ogni mese, a fronte di oltre 300 euro che sarebbero arrivati con la vecchia rivalutazione delle pensioni.
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