Lavoro occasionale, quali tasse si pagano?

Quando si parla di tasse sul lavoro occasionale spesso si fa confusione. In quest’articolo spieghiamo nel dettaglio come funziona.

Valerio Pisaniello è un saggista esperto di welfare.
Conoscilo meglio

7' di lettura

Tasse sul lavoro occasionale? Il quadro non è sempre chiaro. Spesso si fa confusione. Ecco cosa c’è da sapere sulle prestazioni occasionali e dichiarazione dei redditi (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Tasse sul lavoro occasionale: la disciplina e chi può usufruire della prestazione occasionale

Tasse sul lavoro occasionale? La prestazione occasionale, introdotta dall’art. 54 bis della legge n.96/2017, è una collaborazione saltuaria e limitata nel tempo che non può eccedere i 5.000 euro nel corso dell’anno solare.

A richiederla possono essere numerosi utilizzatori: i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, le Onlus, le imprese agricole, le pubbliche amministrazioni, gli enti locali, le strutture ricettive, le associazioni o le fondazioni.

Fondamentale è che la prestazione occasionale riguardi un’attività sporadica e saltuaria entro i limiti economici previsti dalla legge. Tali limiti sono:

  • 5000 euro per il prestatore, in riferimento alla totalità degli utilizzatori e nel corso di un anno solare;
  • 5000 euro per l’utilizzatore, in riferimento alla totalità dei prestatori e nel corso di un anno solare;
  • 2500 euro nel corso di un anno solare, in riferimento alla totalità delle prestazioni fornite dal prestatore allo stesso utilizzatore.

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Quanto si paga di tasse su prestazione occasionale?

Tasse sul lavoro occasionale? Chi effettua una prestazione occasionale, infatti, deve applicare la ritenuta d’acconto, un vero e proprio obbligo, stabilito dalla legge: il soggetto che presta l’opera è tenuto ad applicare una ritenuta del 20% sul lordo percepito.

Tasse sul lavoro occasionale: alcuni esempi

Ma come funziona la dichiarazione dei redditi, per il lavoro autonomo occasionale? E qual è invece il rapporto tra dichiarazione dei redditi e stage?

Se lavori in prestazione occasionale l’unica tassa che devi pagare è la ritenuta d’acconto del 20%. 

La ritenuta d’acconto è un anticipo sulle tasse che viene versato dal cliente al posto tuo e si calcola applicando il 20% al compenso pattuito.

Facciamo un esempio:

Andrea ha svolto un lavoro in prestazione occasionale, dove il compenso lordo pattuito è di 1.000€, ma guadagnerà 200€ in meno rispetto a quanto concordato (1.000€ x 20% = 200€) perché la ritenuta del 20% serve come anticipo al pagamento delle tasse. 

I 200€ vengono trattenuti dal datore di lavoro e versati all’agenzia delle entrate entro il 16 del mese successivo tramite modello F24. 

Se il 16 del mese dovesse essere un sabato o un festivo, la scadenza slitterà al primo giorno feriale.

Se non ti limiti a collaborare occasionalmente con un cliente, ma vuoi avviare una tua attività in proprio devi aprire la Partita Iva, con il vantaggio di non dover più pagare il 20% su ogni prestazione, ma il 15% in regime forfettario, che scende al 5% per i primi 5 anni. 

Per sapere se ti conviene aprire la Partita IVA ti consigliamo di affidarti ad un consulente fiscale, che ti aiuterà a capire se hai le caratteristiche per diventare un lavoratore autonomo. 

Di seguito vai approfondimenti sulla Partita Iva.

Tasse sul lavoro occasionale: come funziona in dichiarazione dei redditi? 

Tasse sul lavoro occasionale? Come compilare la dichiarazione dei redditi per il lavoro autonomo occasionale? A fornire una risposta sono l’articolo 2222 del Codice Civile e l’INPS.

In linea generale, la dichiarazione dei redditi per prestazioni occasionali è dovuta. Tuttavia, esiste un’eccezione: se il soggetto che ha effettuato la prestazione occasionale non ha percepito nell’anno d’imposta ulteriori redditi, e non è possessore di beni immobili diversi dall’abitazione principale, è esonerato dalla presentazione del Modello 730 o del Modello Redditi PF (Persone Fisiche).

Questo, a patto che il reddito da prestazione occasione sia uguale o inferiore ai 4.800 euro lordi. Perché proprio 4.800 euro? Perché l’articolo 13 del DPR n. 917/86 (TUIR) stabilisce che, i prestatori d’opera che effettuano prestazione occasionale, possano detrarre una percentuale decrescente all’aumentare del reddito.

Percentuale, questa, che non è cumulabile con altre detrazioni e non deve essere rapportata al periodo di lavoro. La detrazione fino a 4.800 euro è di 1.104 euro, il che azzera l’IRPEF dovuta.

Tasse sul lavoro occasionale: gli importi
Tasse sul lavoro occasionale: gli importi. Nella foto un professionista seduto a una scrivania.

Tasse sul lavoro occasionale: come compilare la dichiarazione dei redditi 

Anche se sotto i 4.800 euro non è obbligatorio farlo, inserire i redditi da prestazione occasionale nel 730 o nel Modello PF permette di recuperare le ritenute d’acconto.

Chi effettua una prestazione occasionale, infatti, deve applicare la ritenuta d’acconto, un vero e proprio obbligo, stabilito dalla legge: il soggetto che presta l’opera è tenuto ad applicare una ritenuta del 20% sul lordo percepito.

Fino a 4.800 euro l’anno, la ritenuta d’acconto subita non è invece dovuta. Tuttavia, inserendo il reddito da prestazione occasionale in dichiarazione dei redditi, la ritenuta diventa credito d’imposta e può essere utilizzata per compensare il versamento di altre imposte.

Se si superano invece i 4.800 euro di reddito da prestazione occasionale nell’anno solare, oppure insieme ai 4.800 euro (o meno) si sono percepiti altri redditi, la dichiarazione è obbligatoria.

Chi è soggetto al 730, deve inserire i redditi nel quadro D al rigo D5. Nella colonna 1 va inserita la tipologia di reddito (1 per redditi derivanti da attività commerciali, 2 per redditi derivanti da attività di lavoro autonomo), nella colonna 2 i redditi lordi percepiti, nella colonna 3 le eventuali spese sostenute, nella colonna 4 le ritenute d’acconto subite.

Se anziché il 730 si compila il Modello PF, i redditi che derivano dalle prestazioni occasionali vanno inseriti nel quadro RL (“redditi diversi”) al rigo RL15. Nella colonna 1 si andrà ad inserire il reddito mentre nella colonna 2 le spese sostenute. Al rigo RL20 bisognerà invece riportare la somma delle ritenute d’acconto subite.

Tasse sul lavoro occasionale: e se la prestazione occasionale è uno stage? 

Come è necessario comportarsi, invece, se la prestazione occasionale da inserire all’interno della dichiarazione dei redditi è uno stage?

Lo stage, così come le borse di studio, rappresenta un reddito assimilato a quello da lavoro dipendente. A stabilirlo è l’art. 50 del Testo unico delle imposte sui redditi (il cosiddetto “Tuir”).

Ecco dunque che lo stagista deve presentare la dichiarazione dei redditi se il reddito percepito è maggiore a 8.174 euro l’anno. Se invece riceve solo un rimborso spese, oppure un reddito inferiore, non è tenuto ad inserire nel 730 quanto percepito per lo stage.

Fonti e materiale di approfondimento

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