Tasse sulla casa, arriva la stangata per chi è proprietario di un immobile, affitta o ha acquistato da poco la prima casa. Vediamo cosa cambierà dal 2024, secondo le bozze della manovra che sono state diffuse nei giorni scorsi. Brutte notizie anche per Superbonus, Iva agevolata, case green e cedolare secca per affitti brevi. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Cosa cambia sulla vendita di case ristrutturate
A partire dal gennaio 2024, ci saranno delle novità per le plusvalenze sulla vendita di immobili ristrutturati. Ecco i punti salienti:
- Plusvalenze e Superbonus: se un immobile è stato oggetto di interventi realizzati con il Superbonus e questi sono stati conclusi entro cinque anni dalla vendita, queste plusvalenze non saranno più considerate come “redditi diversi”.
- Calcolo delle tasse: il 26% di tasse sarà calcolato sull’intera plusvalenza. Ciò significa che non verrà più considerata la “scontata” relativa al costo della ristrutturazione.
- Eccezioni: sono esclusi dal nuovo calcolo gli immobili che:
- Sono stati acquisiti per successione.
- Sono stati utilizzati come abitazione principale per la maggior parte dei 5 anni precedenti alla vendita.
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Ritenute più care sui bonifici del bonus casa
Il settore dei bonus edilizi subirà delle importanti novità. Ecco le modifiche più rilevanti:
- Ritenuta d’acconto: l’aumento della ritenuta d’acconto sui cosiddetti “bonifici parlanti” è uno dei cambiamenti più significativi. Questo tipo di bonifico è utilizzato per il pagamento delle fatture legate ai bonus edilizi.
- Dettagli sui bonifici:
- Tutti i bonus, con l’eccezione di quelli per mobili ed elettrodomestici, richiederanno che il pagamento avvenga tramite bonifico.
- Su ogni bonifico devono essere riportati il codice fiscale o la partita Iva sia del contribuente che del percettore, oltre al riferimento specifico alla legge che conferisce il diritto all’agevolazione.
- Trattenute delle banche: attualmente, le banche, agendo come sostituti d’imposta, trattengono l’8% a titolo di acconto sulle somme bonificate e poi lo versano all’Erario. Questa percentuale è destinata ad aumentare, passando all’11%.
- Impatto sulle imprese: questo cambiamento potrebbe avere effetti significativi sui bilanci delle imprese, in particolare quelle con liquidità ridotta. Di conseguenza, le nuove operazioni potrebbero vedere un aumento dei costi per l’utente finale.
Aumento delle tasse su affitti brevi e b&b
Il mercato degli affitti brevi e dei bed and breakfast ha visto un’espansione notevole negli ultimi anni, grazie anche alla crescente popolarità di piattaforme come Airbnb. Tuttavia, il 2024 potrebbe portare notizie meno rosee per chi opera in questo settore. Ecco i dettagli:
- Cedolare secca: attualmente, la cedolare secca sugli affitti brevi è pari al 21%. Tuttavia, secondo le bozze della nuova manovra, si prevede un aumento che potrebbe portarla al 26%. Questo rappresenta un notevole incremento, che avrà un impatto diretto sulle tasche dei proprietari.
- Motivazioni dell’aumento: la ragione dietro questo aumento potrebbe risiedere nella necessità di raccogliere maggiori entrate fiscali. Gli affitti brevi e i b&b, infatti, rappresentano una fetta di mercato in rapida crescita, e quindi una potenziale fonte di reddito per lo Stato.
- Impatto sul mercato: questo aumento potrebbe disincentivare alcuni proprietari dall’affittare le loro proprietà per brevi periodi. Allo stesso tempo, potrebbe spingere altri ad aumentare i prezzi per compensare la maggiore tassazione.
- Eccezioni e dettagli: è importante notare che l’aumento potrebbe non riguardare tutti gli affitti brevi. Ad esempio, ci potrebbero essere esclusioni o rate di imposta differenziate per chi affitta la propria abitazione come “casa vacanze” o in altre forme di ricezione a scopo turistico, inclusi i b&b. Sarà essenziale tenere d’occhio le ulteriori specifiche che verranno rilasciate con la manovra definitiva.
Niente Iva dimezzata per le case green
Il settore edilizio ha assistito negli ultimi anni a una crescente attenzione verso la sostenibilità e l’efficienza energetica. Le case green, ovvero quelle abitazioni ad alta efficienza energetica, sono diventate sempre più popolari grazie anche a incentivi e agevolazioni fiscali.
Caratteristiche delle case green
- Classe energetica elevata: solitamente si tratta di abitazioni in classe energetica A o B.
- Materiali sostenibili: l’uso di materiali ecocompatibili nella costruzione.
- Tecnologie avanzate: sistemi di isolamento termico, impianti fotovoltaici, riscaldamento a pavimento e altre soluzioni innovative.
Tuttavia, a partire dal 2024, ci sarà un importante cambiamento:
- La detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di immobili di nuova costruzione in classe energetica A o B verrà meno. Questa misura, fortemente voluta dai costruttori, scadrà nel 2023. Salvo proroghe in legge di Bilancio, al momento non sono previste ulteriori estensioni, nonostante il suo costo ridotto, quantificato in soli 15 milioni secondo le coperture dell’ultima finanziaria.
Immobili all’estero: aumenta la tassa
Possedere un immobile all’estero è una scelta di molti italiani, sia come investimento sia come luogo di villeggiatura. Tuttavia, chi possiede una proprietà fuori dai confini nazionali deve fare i conti con l’Ivie (Imposta sul valore degli immobili situati all’estero).
Cosa bisogna sapere sull’Iva
- Aliquota attuale: fino al 2023, l’aliquota Ivie è dello 0,76%.
- Nuova aliquota: dal 2024, l’aliquota prevista crescerà, attestandosi all’1,06%.
- Esenzioni: dal 2016, l’imposta non si applica al possesso degli immobili adibiti ad abitazione principale.

FAQ (domande e risposte)
Cosa cambia sulle tasse sulla casa nel 2024?
Nel 2024, ci attendono importanti cambiamenti sul fronte delle tasse sulla casa. Chi possiede un immobile, chi affitta, o chi ha recentemente acquistato la prima casa dovrà prestare particolare attenzione alle nuove disposizioni. Le bozze della manovra diffuse recentemente anticipano modifiche significative, in particolare per quanto riguarda il Superbonus, l’Iva agevolata, le case green e la cedolare secca per gli affitti brevi.
Quali novità riguardano le plusvalenze con Superbonus?
A partire da gennaio 2024, ci saranno cambiamenti significativi per chi vende immobili sui quali sono stati effettuati interventi con il Superbonus che sono stati conclusi in un lasso di tempo non superiore ai cinque anni. Le plusvalenze ottenute dalla vendita di tali immobili non saranno più considerate come “redditi diversi”. Questo significa che il 26% di tasse verrà applicato sull’intera plusvalenza, senza considerare lo “sconto” derivante dal costo della ristrutturazione. Questa regola non si applicherà agli immobili ereditati e utilizzati come abitazione principale per la maggior parte dei 5 anni precedenti.
Come varieranno le ritenute sui bonifici del bonus casa?
Per quanto riguarda i bonus edilizi, una delle principali novità è l’aumento della ritenuta d’acconto sui cosiddetti “bonifici parlanti”. Tali bonifici sono quelli effettuati per pagare fatture relative a lavori che danno diritto a un bonus fiscale. La ritenuta d’acconto, attualmente fissata all’8%, è destinata a salire all’11%. Questo potrebbe avere un impatto sulle imprese, in particolare quelle con una liquidità limitata, e potrebbe quindi influenzare il costo finale per il cliente.
Ci saranno aumenti di tasse sugli affitti brevi?
Sì, per gli affitti brevi e i b&b è previsto un aumento delle tasse. La manovra prevede una modifica della disciplina fiscale per queste locazioni. L’aumento previsto è della cedolare secca, che passerà dal 21% al 26%. Questo influenzerà molti italiani che affittano le loro abitazioni per brevi periodi, comprese le modalità “casa vacanze” o altre forme di ricezione a scopo turistico.
Qual è il futuro dell’Iva per le case green?
Il futuro dell’Iva per le case green non sembra molto promettente. L’attuale detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di immobili di nuova costruzione in classe energetica A o B scadrà nel 2023. Al momento, non ci sono indicazioni di eventuali proroghe in legge di Bilancio. Nonostante il costo ridotto di questa misura, quantificato in soli 15 milioni, non sembrano esserci prospettive per il suo mantenimento.
Come cambia l’Ivie per gli immobili all’estero?
L’Ivie, l’imposta sul valore degli immobili situati all’estero, vedrà un aumento. I residenti in Italia che possiedono immobili all’estero dovranno affrontare un aumento dell’aliquota, che passerà dallo 0,76% all’1,06%. Va notato che, dal 2016, questa imposta non si applica agli immobili utilizzati come abitazione principale.
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