Tassi alle stelle per i prestiti, non è il periodo migliore per chiedere un finanziamento, soprattutto a tasso variabile. Vediamo come può difendersi chi ha stipulato un mutuo o chiesto un prestito nei mesi scorsi. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Tassi alle stelle per i prestiti, che aumenti per variabile
- Tassi alle stelle per i prestiti, l’allarme ignorato
- Tassi alle stelle per i prestiti, differenze tra fisso e variabile
- Tassi alle stelle per i prestiti: mutuo con tasso variabile
- Tassi alle stelle per i prestiti con tasso variabile
- Tasso alle stelle per i prestiti, le Regioni più penalizzate
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La Banca Centrale Europea ha alzato di altri 50 centesimi il costo del denaro. Una notizia attesa e scontata da tempo. Una decisione adottata per tentare di contenere l’inflazione e riportarla intorno al 2 per cento (nei mesi scorsi ha sfiorato l’11 per cento).
Ma l’effetto sui mutui rischia di essere notevole. Non solo per chi ha deciso di stipularne uno in questi giorni.
Il guaio grosso è per chi nei mesi o anni scorsi ha deciso di accnedere il mutuo con il tasso variabile, che è stato a lungo più basso di quello fisso. Vediamo perché.
Su questo argomento potrebbe interessarti un post che spiega a chi intestare la casa per continuare ad avere agevolazioni prima casa; vediamo anche come può sospendere il mutuo chi perde il lavoro nel 2023; e infine c’è un articolo che ti indica come sapere se il mutuo viene concesso o rifiutato.
Tassi alle stelle per i prestiti, che aumenti per variabile
Per capire cosa accade a chi ha stipulato un mutuo con tasso variabile basta un semplice esempio.
Chi ha avuto un finanziamento a gennaio, con un mutuo variabile a 30 anni da 150mila euro, lo ha fatto con un tasso di interesse molto basso: intorno all’1 per cento.
Ebbene, la rata mensile per il rimborso tra gennaio e febbraio è stata di 482 euro. Dopo l’ultimo aumento dei tassi di interesse dovrà pagare 847 euro. Quasi il doppio. Molti potrebbero non avere le risorse sufficienti per coprire quella spesa.
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Tassi alle stelle per i prestiti, l’allarme ignorato
Gli esperti consigliano da tempo di scegliere il tasso fisso rispetto al variabile. I tempi sono incerti, la crisi economica, quella energetica, l’inflazione alle stelle: preferibile un tasso fisso, magari più caro, ma che mette al riparo da sorprese. Soprattutto consente a famiglie e imprese di stabilire una quota per il rimborso del finanziamento e sapere che resterà identica, qualsiasi cosa accada.
È anche vero che molti mutui a tasso variabile sono stati stipulati con il Cap, ovvero la rata del rimborso non può superare una certa soglia. Questo riduce almeno in parte le oscillazioni eccessive dei tassi di interesse.
Tassi alle stelle per i prestiti, differenze tra fisso e variabile
Per stabilire il tasso variabile bisogna prendere come riferimento l’Euribor (il tasso interbancario aggiornato quotidianamente). Mentre per quelli fissi l’indice da verificare è l’Irs (il valore di riferimento stabilito dalla banca che eroga il mutuo e che rappresenta una garanzia proprio perché invariabile).
E quindi, per mutuo con tasso variabile la rata viene ridefinita ogni mese: se l’Euribor cresce anche l’importo della rata salirà.
Con il tasso fisso non c’è da preoccuparsi, il tasso di interesse sarà sempre lo stesso. Un indubitabile vantaggio in periodi come quello che stiamo vivendo.
Tassi alle stelle per i prestiti: mutuo con tasso variabile
Ma come possiamo tutelarci se abbiamo già stipulato un mutuo con tasso variabile? Siamo ancora in tempo per valutare l’opportunità di una surroga che ci permetta di passare a un tasso fisso. In questo modo si può bloccare la rata nei prossimi mesi.
E se i tassi fissi (che pure sono cresciuti) fossero comunque troppo alti? La seconda possibilità potrebbe essere offerta dai tassi misti. Come funzionano?
Questo sistema consente di fissare le rate a un certo valore massimo, in questo modo si riducono al minimo i rischi di un tasso variabile libero di oscillare. Questa operazione è possibile sia con il mutuo a rata protetta, sia con un mutuo con cap.
Non sono previste spese aggiuntive per il cittadino. Anche i costi del notaio (per la surroga) sono a carico della banca dove si decide di trasferire il contratto di mutuo.
Tassi alle stelle per i prestiti con tasso variabile
Cosa accade invece per i semplici prestiti personali, che in genere non sono così legati all’andamento dei tassi. Anche in questo caso ci saranno dei rialzi notevoli, magari più diluiti nel tempo. Ma ci saranno. Il che significa che il rimborso del finanziamento diventerà più costoso.
Funziona così, lo spread (l’indice di rischio economico di uno Stato) cresce e in questo modo le banche diventano più deboli. La conseguenza è che concedono prestiti con maggiori difficoltà e quando lo fanno impongono dei tassi di interesse più alti.
Tassi alle stelle per i prestiti: le alternative
Ebbene, cosa si può fare in questi casi? La prima soluzione è quella di scegliere qualche alternativa, come ad esempio la cessione del quinto (di stipendio o pensione).
Per valutare una offerta di prestito è sempre importante verificare il Taeg, che è il costo totale del finanziamento. Comprende quindi anche le spese di commissione (non basta quindi limitarsi al solo tasso di interesse).
Si può comunque capire se un prestito è offerto con tasso di interesse che possiamo definire conveniente solo dopo aver verificato se segue i valori medi espressi dal mercato.
Come verificare? Bisogna consultare le tabelle dei tassi soglia che ogni tre mesi vengono aggiornati dalla Banca d’Italia.

Tassi alle stelle per i prestiti, le Regioni più penalizzate
Non c’è solo il mutuo per la casa a subire delle oscillazioni preoccupanti, ma anche tutti gli altri finanziamenti che sono stati concessi negli ultimi mesi (o anni). In particolare alle aziende.
Le Regioni più penalizzate sono ovviamente quelle dove ci sono più attività produttive che si affidano agli istituti di credito. Vediamo di quanto aumenta l’esposizione per ogni singola regione:
- Lombardia (+4,33 miliardi di euro);
- Lazio, Emilia-Romagna (+1,57 miliardi);
- Veneto (+1,52 miliardi);
- Piemonte (+ 1 miliardo).
Tra le città questa è la classifica:
- Milano 2,3 miliardi di euro di aggravio;
- Roma (1,4 miliardi);
- Torino (567,5 milioni di euro);
- Brescia (524,3 milioni);
- Bologna (403,9 milioni).
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