Termosifoni accesi oltre i limiti di legge imposti dal governo per il risparmio energetico, molti non li rispettano: vediamo quali sono le conseguenze. (scopri le ultime notizie su bonus, Rem, Rdc e assegno unico. Leggi su Telegram tutte le news su Invalidità e Legge 104. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: le sanzioni
- Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: contacalorie staccato
- Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: sanzioni ai furbetti
- Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: l’amministratore
- Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: tempi previsti
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In molte città i tecnici della manutenzione hanno riscontrato che in decine di casi gli impianti centralizzati risultano accesi per più ore di quelle consentite. Verifichiamo quali sono le sanzioni previste e come devono essere effettuati i controlli.
La questione è oggi più rilevante perché dopo un inizio mite dell’inverno, sono arrivate temperature decisamente più fredde, in linea con le medie della stagione se non più basse. E quindi l’esigenza di avere gli impianti in funzione per un maggior numero di ore è più avvertita.
Ricordiamo che la normativa per il risparmio energetico prevede queste temperature massime per ogni abitazione o edificio:
- 17 gradi (con una tolleranza di più o meno 2 gradi) per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
- 19 gradi (con una tolleranza di più o meno 2 gradi) per tutti gli altri edifici.
Se sei interessato a questo argomento potresti leggere un post che spiega quando e per quanto tempo si può accendere il riscaldamento, città, date e orari; in un altro articolo ti spieghiamo quali sono le nuove regole; abbiamo anche verificato quali edifici non hanno l’obbligo di rispettare la normativa.
Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: le sanzioni
Le sanzioni che sono state previste dalla normativa sul risparmio energetico prevede multe fino a 3mila euro. Saranno inflitte, «al proprietario o al conduttore dell’unità immobiliare, all’amministratore del condominio, o all’eventuale terzo che se ne è assunta la responsabilità, qualora non provveda alle operazioni di controllo e manutenzione degli impianti di climatizzazione».
La norma fa riferimento, per le sanzioni, al decreto legislativo del 19 agosto 2005.
I controlli sono effettuati a campione dalla polizia locale.
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Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: contacalorie staccato
C’è anche chi ha staccato il “contabilizzatore di calorie” così da evitare conseguenze in caso di controlli. Il contacalorie consente di pagare le bollette in base al reale consumo e non in proporzione ai metri quadrati dell’immobile.
I condomini hanno l’obbligo di installarlo per i riscaldamenti centralizzati (decreto legislativo numero 102 del 2014).
Questi contacalorie hanno delle sonde che misurano la temperatura. Il coefficiente è impostato dal tecnico che ha montato l’impianto, che è anche l’unico che ha la facoltà di modificarlo e controllarlo.
Chi abusivamente stacca il contacalorie rischia ovviamente delle sanzioni. Vediamo quali.
Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: sanzioni ai furbetti
Staccare il contacalorie può anche configurare un reato penale. Più precisamente quello di furto. Infatti il comma 2 dell’articolo 624 del Codice penale precisa che viene punito «chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene al fine di trarne profitto».
Qui c’è bisogno di una spiegazione. Cos’è la cosa mobile? La legge prevede che ricada sotto questa definizione ogni tipo di energia che abbia un valore economico.
Se per sottrarsi ai controlli il contacalorie viene rotto, non solo si commette lo stesso reato, ma si va anche incontro a una aggravante (pena da due a sei anni con una multa fino a 1.500 euro).
Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: l’amministratore
Spetta all’amministratore o a una persona da lui delegata la lettura e il controllo del contacalorie. Se si scopre che un condomino ha staccato o rotto il contacalorie, l’assemblea può procedere con una querela nei suoi confronti. Se il reato è aggravato (quindi con la rottura del contatore) potrebbe essere sufficiente la denuncia dell’amministratore, perché si tratta di un reato perseguibile d’ufficio.

Termosifoni accesi oltre i limiti di legge: tempi previsti
Ricordiamo che la normativa regola gli orari, i i tempi di accensione dei risacldamenti, le zone climatiche (decreto del Presidente della Repubblica numero 74 del 2013).
Il riferimento è la suddivisione del Paese in sei fasce climatiche, dalla A che è la più calda alle F, la più fredda.
Ogni zona ha differenti date di:
- accensione;
- spegnimento;
- orari e durata di accensione.
Queste sono le zone:
- Zona A: accesi dall’8 dicembre al 7 marzo per 5 ore al giorno;
- Zona B: accesi dall’8 dicembre al 23 marzo per 7 ore al giorno;
- Zona C: accesi dal 22 novembre al 23 marzo per 9 ore al giorno;
- Zona D: accesi dal 8 novembre al 7 aprile per 11 ore al giorno;
- Zona E: accesi dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno;
- Zona F: non è prevista alcuna limitazione.
I sindaci possono comunque intervenire nella durata dell’accensione in caso di condizioni meteorologiche particolari.
Per capire bene le fasce ricorriamo a qualche esempio:
- zona A: ci sono località come Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle;
- zona B: ci sono quasi tutti i capoluoghi siciliani, ma anche Reggio Calabria e Crotone;
- zona C: ci sono città come Bari, Brindisi, Cagliari, Sassari, Napoli, Benevento e Taranto, ma anche Imperia e Latina;
- zona D: ci sono molte città del centro tra cui Roma, Firenze, Pescara, Ancona, ma anche Genova, Foggia e Verona;
- zona E: ci sono le città del nord come Milano, Torino, Bologna, Aosta, Bolzano, Trento, Trieste e Venezia,o centri appenninici come Potenza, Enna e L’Aquila; zona F (la più fredda) ci sono Belluno e Cuneo.
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