Quanti tipi di pensione esistono in Italia e chi può averle? Ecco l’elenco completo e i destinatari (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
- Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Tabella
- Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Le pensioni di vecchiaia
- Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Le pensioni anticipate
- Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Pensioni assistenziali
- Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Pensioni ai superstiti
- Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Pensioni supplementari e complementari
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Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Tabella
Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Tra pensione di vecchiaia, pensioni anticipate, pensioni di invalidità civile, quelle privilegiate e le pensioni di reversibilità e ai superstiti, senza dimenticare le pensioni supplementari e complementari, contiamo almeno 6 macro-categorie, che a loro volta si sviluppano in altre sottosezioni.
Ecco una tabella che riepiloga quanti tipi di pensione esistono in Italia:
TIPI DI PENSIONE | DESCRIZIONE |
Pensione di vecchiaia | Pensione di vecchiaia e pensione di vecchiaia contributiva |
Pensioni anticipate | Pensione anticipata ordinaria, Opzione Donna, Quota 103, Quota 102, Ape Sociale, Quota 41 precoci, pensione per lavori usuranti, pensione anticipata contributiva |
Pensioni ai superstiti | Pensione di reversibilità, pensione indiretta e indennità di morte |
Pensioni assistenziali | Pensione di invalidità civile, ai ciechi, ai sordomuti, indennità di accompagnamento (senza contributi); pensione di inabilità, assegno ordinario di invalidità (con contributi); pensione di cittadinanza e assegno sociale |
Pensioni privilegiate | Spetta al dipendente pubblico diventato inabile per patologie derivanti da cause di lavoro |
Pensione supplementare e complementare | Pensione supplementare (erogate al pensionato che matura contributi in un’altra gestione), pensione complementare (rendite maturate in fondi integrativi) |
Ci sono le pensioni di tipo previdenziale, ovvero erogate grazie al versamento dei contributi, che si distinguono in pensioni di vecchiaia e pensioni anticipate e quelle di tipo assistenziale, come le pensioni di invalidità civile, ai ciechi e ai sordomuti o come la pensione di cittadinanza e l’assegno sociale.
A queste si aggiungono le pensioni ai superstiti, che si distinguono in pensione di reversibilità, erogata ai familiari superstiti del pensionato deceduto, e in pensione indiretta, versata dall’INPS ai familiari superstiti del lavoratore assicurato.
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Per finire con la pensione privilegiata, quel trattamento di natura economica che spetta al dipendente pubblico divenuto inabile per patologie derivanti da causa di lavoro. E con le pensioni supplementare e complementari, che integrano l’importo dell’assegno maturato dal lavoratore e dalla lavoratrice.
Nei prossimi paragrafi entreremo nel dettaglio dell’articolo, elencandovi quanti tipi di pensione esistono in Italia e a chi spettano.
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Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Le pensioni di vecchiaia
Le prime pensioni di cui vi parliamo sono le pensioni di vecchiaia. La principale spetta al compimento dei 67 anni con almeno 20 anni di contributi.
Se tutti i contributi sono stati versati dal 1° gennaio 1996, per andare in pensione servirà aver maturato un assegno che sia almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, aggiornato nel 2023.
Oltre alla pensione di vecchiaia classica, c’è la pensione di vecchiaia contributiva, accessibile soltanto al compimento dei 71 anni, con almeno 5 anni di contributi versati, tutti dal 1° gennaio 1996.
Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Le pensioni anticipate
Alle pensioni di vecchiaia si aggiungono le pensioni anticipate. Attualmente in vigore ce ne sono diverse, a cominciare dalla pensione anticipata ordinaria a cui si può accedere con 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini) e con 41 anni e 10 mesi di contributi (donne), a prescindere dall’età anagrafica.
Dal 1° gennaio 2023, se passa la prossima legge di bilancio, entrerà in vigore Quota 103, che permette l’uscita dal mondo del lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi. La nuova misura sostituirà Quota 102, che sarà ancora accessibile, per tutto il 2023, a chi maturerà i requisiti necessari entro il 31 dicembre 2022: 64 anni di età e 38 di contributi.
Abbiamo poi Opzione Donna, che dal 1° gennaio 2023 potrebbe essere modificata per ciò che concerne il requisito anagrafico (da 58-59 anni a 60 anni per tutte), con 35 anni di contributi versati.
Esistono anche formule dedicate alle categorie cosiddette fragili, come caregiver (se da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare entro il secondo grado con disabilità grave), disoccupati, invalidi con almeno il 74% di riduzione della capacità lavorativa e lavoratori impiegati in mansioni gravose.
Per loro è possibile accedere all’Ape Sociale, con 63 anni di età e un’anzianità contributiva dai 30 ai 36 anni (solo per i gravosi, a esclusione dei lavoratori edili ai quali ne bastano 32) e a Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi, di cui uno versato prima dei 19 anni di età).
Inoltre è in vigore la pensione per lavori usuranti, accessibile a chi svolge un lavoro particolarmente faticoso, in orari notturni, con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 di contributi.
Per i contributivi puri c’è la pensione anticipata contributiva: si può andare in pensione con 64 anni di età e 20 di contributi, a patto che questi siano versati interamente dal 1° gennaio 1996 e che l’assegno maturato sia pari a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale.
Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Pensioni assistenziali
Alle pensioni di tipo previdenziale si associano quelle di tipo assistenziale. Troviamo la pensione di invalidità, concessa agli invalidi civili al 100% e l’assegno mensile di assistenza, per gli invalidi parziali tra il 74% e il 99% di invalidità. Più le pensioni totali o parziali per ciechi, la pensione per sordomuti e l’indennità di accompagnamento che spetta agli invalidi totali non autosufficienti.
Richiedono il rispetto del requisito contributivo la pensione di inabilità, riconosciuta quando viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità di lavorare, e l’assegno ordinario di invalidità, quando è presente un’infermità fisica o mentale superiore a due terzi (66%).
In questo caso per ottenere le due prestazioni è necessario maturare almeno 5 anni di contributi e 3 anni nell’ultimo quinquennio.
Fanno parte delle prestazioni economiche di tipo assistenziale anche la pensione di cittadinanza e l’assegno sociale, che viene erogato a chi ha compiuto 67 anni, è senza reddito o con un reddito basso (in questo caso spetta la misura ridotta in base al reddito dichiarato), e non ha a disposizione contributi versati per poter andare in pensione.

Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Pensioni ai superstiti
Passiamo quindi alle pensioni ai superstiti, che si distinguono in pensione di reversibilità e pensione indiretta.
La pensione di reversibilità spetta, in percentuali diverse, ai familiari del pensionato deceduto: possono usufruirne il coniuge, i figli o in loro mancanza i genitori, i fratelli e le sorelle e i nipoti.
La pensione indiretta, invece, spetta sempre in percentuali diverse ai familiari del lavoratore assicurato deceduto, a patto che questi abbia versato un minimo di 780 contributi settimanali oppure 260 contributi settimanali di cui almeno 156 nei 5 anni prima della morte.
Qualora il lavoratore assicurato non avesse raggiunto il limite contributivo, ai familiari spetta un’indennità una tantum (erogata una sola volta), chiamata indennità di morte.
Quanti tipi di pensione esistono in Italia? Pensioni supplementari e complementari
Infine, abbiamo anche le pensioni supplementari e le pensioni complementari. Le pensioni supplementari sono prestazioni economiche erogate al pensionato che ne fa richiesta, quando questi matura dei contributi accreditati in una gestione diversa rispetto a quella in cui è divenuto titolare di pensione, quando la contribuzione “base” non è sufficiente ad assicurarsi il diritto alla pensione. La pensione supplementare spetta anche ai familiari superstiti.
La pensione complementare, invece, consente al pensionato di godere di un assegno “parallelo” maturato negli anni grazie ai versamenti effettuati in un apposito fondo. Nel momento in cui il lavoratore andrà in pensione, la somma maturata verrà erogata al pensionato sottoforma di rendita mensile oppure in un’unica soluzione.
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