Tredicesima tagliata, l’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto della mensilità aggiuntiva di 2000 euro in due anni. (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Tredicesima tagliata, cosa dicono i numeri
- Tredicesima tagliata, potere d’acquisto
- Tredicesima tagliata, come la spenderemo
- Tredicesima tagliata, meno risparmi
- Tredicesima tagliata, soluzione fringe benefits
- Tredicesima tagliata, le città più care
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In busta paga la tredicesima sarà anche aumentata, ma è una sorta di illusione ottica: l’incremento non compensa i rincari. Bastano due conti per capire di cosa parliamo. Il risultato non è piacevole.
Su questo argomento puoi anche leggere un post su come l’inflazione abbia cancellato la tredicesima sulla pensione; e di come l’inflazione ha causano un aumento dell’affitto della casa; c’è anche un focus che racconta quali sono i supermercati che consentono di risparmiare nonostante l’inflazione.
Tredicesima tagliata, cosa dicono i numeri
La mensilità aggiuntiva di dicembre 2022 è in leggero aumento rispetto al 2021: 45,7 miliardi. Due miliardi in più. La cifra è salita perché sono aumentati i lavoratori dipendenti. È una buona notizia? Non molto.
Uno studio di Confesercenti spiega che buona parte di questi aumenti è stata bruciata dal caro energia. La quota destinata alle bollette è infatti aumentata del 47,1 per cento in dodici mesi, per un totale di 15 miliardi.
Tradotto: sono 5 miliardi in più del 2021 e l’equivalente di un terzo delle tredicesime.
Tagliata la tredicesima, potere d’acquisto
Uno studio del Sole 24 Ore analizza invece la perdita del potere d’acquisto quest’anno e nel prossimo. Questi sono i dati:
- nel 2022: 1.500 euro;
- nel 2023: 500 euro.
Duemila euro in due anni.
Non basta aver accertato un lieve aumento delle retribuzioni rispetto al 2021. Aumento che in media è del 2,8 per cento. Infatti viene divorato da una inflazione che è molto più alta: in alcuni periodi di quest’anno ha toccato l’11 per cento (a livello nazionale).
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Tredicesima tagliata, come la spenderemo
La tredicesima, com’è tradizione, viene spesa in buona parte per gli acquisti nel periodo di feste. Una cifra che si aggira intorno ai 20 miliardi e che viene ritenuta in leggero calo rispetto al 2021 (-1,8 per cento).
Soldi che saranno così suddivisi (sempre secondo l’indagine condotta da Confesercenti):
- 15,4 miliardi: spese per casa e famiglia;
- 5,2 miliardi: perse per i regali di Natale.
Per i regali di Natale la media pro capite sarà di 197 euro. Non è molto, infatti è una cifra inferiore di 39 euro rispetto allo scorso anno.
Tredicesima tagliata, meno risparmi
Il calo più netto riguarda i risparmi. Saranno molto meno dello scorso anno: solo 10 miliardi, con una riduzione rispetto al 2021 di 2,4 miliardi (-19,2 per cento).
Per la Confesercenti il quadro che si delinea dalla sola valutazione di questi numeri è pieno di incognite. «Caro bollette – scrive in una nota l’associazione dei commercianti – e inflazione record riducono il potere di acquisto delle famiglie, costrette così ad affrontare il periodo natalizio con un budget condizionato da prezzi e spese fisse».
Tredicesima tagliata, meno risparmi, soluzione fringe benefits
Per la Confesercenti sarebbe necessario ridurre il peso della burocrazia sull’attuale regime dei fringe benefits (beni e servizi che possono essere corrisposti in denaro ai dipendenti). Oggi sono «di difficile utilizzo e fruibilità da parte delle imprese, in particolare quelle di minori dimensioni. Dobbiamo trasformarli in una tredicesima bis, un trasferimento aggiuntivo nei confronti dei dipendenti, anche diretto in busta paga, cui sia applicata la stessa detassazione oggi prevista per i fringe benefits».
Per la Confesercenti dovrebbe essere un intervento una tantum di tutela, dedicato in particolare alle famiglie che in questo periodo sono più in difficoltà. Una misura che avrebbe anche un altro scopo: «Favorire la tenuta delle attività e lo sviluppo economico, visto che la liquidità in più si trasformerebbe praticamente tutta in consumi».
Questa misura potrebbe generare 1.500 euro in più per 5 milioni di lavoratori. Quasi 7,5 miliardi di reddito disponibile. Tutti soldi che andrebbero in buona parte spesi (5,6 miliardi). Per lo Stato la spesa non sarebbe superiore al miliardo. Una cifra bassa se si pensa che solo da imposte e contributi potrebbe recuperare 2,1 miliardi. Senza contare il miliardo e passa recuperato grazie alla spinta ai consumi.

Tredicesima tagliata, meno risparmi, le città più care
L’inflazione non si è fatta sentire allo stesso modo in tutta Italia. Alcune città sono decisamente più care di altre. Sulla base dei dati Istat, l’Unione Consumatori ha stilato una classifica, si basa, come detto, sull’aumento del costo della vita nel 2022 rispetto all’anno precedente. La cifra è riferita al rincaro annuo per le famiglie, la percentuale è invece l’indice dell’inflazione che è stata registrata a ottobre:
- Ravenna (3.359 euro, 13,9%)
- Bologna (3.293 euro, 13,2%)
- Bolzano (3.269 euro, 12,3%)
- Milano (3.176 euro, 11,7%)
- Catania (3.097 euro, 15,6%)
- Modena (3.093 euro, 12,8%)
- Trento (3.062 euro, 11,7%)
- Perugia (3.009 euro, 13,1%)
- Brescia (2.980 euro, 11,3%)
- Firenze (2.962 euro, 12,7%)
Le città dove invece gli aumenti hanno pesato meno (relativamente), sono queste:
- Potenza (1.797 euro, 9,1%);
- Catanzaro (1.868 euro, 10%);
- Reggio Calabria (1.942 euro, 10,4%).
Tutte al Sud? Non proprio. La città infatti dove si è registrata l’inflazione più alta, come abbiamo visto, è Catania, con il 13,1%.
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