Le trenta serie migliori da vedere in streaming prima di morire. Le ha scelte il Guardian (prestigioso quotidiano londinese), affidandosi a critici e scrittori. Su molti nomi ci siamo. Per noi italiani manca qualcosa (la prima stagione di Gomorra, Romanzo Criminale e il The Young Pope, ma forse non si può considerare italiana).
In quelle trenta molte sono però tra le preferite dal pubblico italiano. Dunque anche le vostre (ma qualcuna è stata inevitabilmente esclusa: le prime due stagioni di Vicking, The Walking Dead, Ozark, Tin Star, Homeland, Babylon Berlin, La Casa di Carta, Black Mirror: ok, l’elenco è interminabile, se ci aggiungiamo anche le migliori serie Marvel…).
Ma vediamo cosa hanno scelto (e se siete d’accordo: magari se ci inviate la vostra top ten non fate male…).

24
Per il Guardian è la quintessenza delle serie tv. Propulsiva, implacabile: ti costringe a vedere gli episodi uno dopo l’altro, al punto da “intontirti”. E la caratteristica si è ripetuta negli anni, anche quando 24 è diventata una versione da baraccone di se stessa.

The Americans
La famosa saga della coppia di agenti russi perfettamente integrata nello stile di vita americano e ambientata negli anni ’80 a Washington. Resta uno dei migliori thriller di spionaggio prodotti per la tv: elegante, cerebrale, malinconico, ricco di colpi di scena. La rappresentazione di un dramma senza tempo, quello che vive chiunque sia costretto a convivere con le proprie menzogne.
Arrested development
Un nuovo modo di fare commedia, straniante e innovativo. Fox l’ha cancellata nel 2006. Poi ha vissuto un “ritorno” grazie ai Dvd e una nuova stagione d’oro con Netflix. Ritmo frenetico, richiami alla realtà e abbondanti dosi di bizzarria.

Atlanta
Una serie molto originale, basata su un aspirante rapper e su suo cugino fuoricampo. Riesce a mescolare con sapienza realismo e cultura pop con qualsiasi altra cosa. I temi scelti sono sempre importanti, anche se affrontati con l’apparente leggerezza.
Bodyguard
Una serie disarmante e brillante – secondo il Guardian -. Ha unito terrorismo, intrigo politico, malattia mentale. Frullati in un contesto di tensione continua. Il risultato è una serie innovativa e profonda.

Breaking Bad
Beh, su questa pochi dubbi: molto probabilmente è anche una delle vostre preferite. Una serie seminale. Ha vinto 16 Emmy, generato uno spin off di successo (Better Call Saul), ed è a pieno titolo una delle serie chiave nella storia della televisione.

The Comback
Dopo Friends tutti i riflettori erano puntati su Matt Leblanc e Jennifer Aniston. Ma Lisa Kudrow ha rubato la scena a tutti con questa serie. L’attrice – che qui interpreta Valerie Cherish – è scintillante e sempre prossima all’esaurimento nervoso. Una malinconica e folle regina vuota.
Curb Your Enthusiasm
Per il Guardian il co-creatore di Seinfeld, Larry David, ha ricevuto con questa serie recensioni incomplete, incomprese e scandalizzate. Soprattutto su Olocausto e pedofilia, che restano invece indelebili esempi di tv al tempo stessa brillante e merdosa.
Dear White People
La serie si basa sull’omonimo film del 2014. E’ drammatica e incentrata sui rapporti razziali in un college americano. Tanti riferimenti e audacia giovanile.

Dexter
Il ragazzo senza emozioni che uccide gli assassini che i suoi colleghi non riescono a catturare. Il serial killer dei serial killer. Umorismo nero e antagonisti sempre più efficaci rendono questa serie irresistibile.

Game of Thrones
Forse la serie tv più vista al mondo. E per molti buoni motivi. Dialoghi intelligenti, scene spettacolari, uomini e donne ugualmente spaventosi, assassini, incesti. E poi draghi, non morti, regine, nani, guerrieri e ballerine: niente di più imperdibile.
Girls
Una serie tv scritta bene, in modo originale e forse inimitabile. Trenta minuti di moderna tv in chiave drammatica. Dei personaggi si conosce quello che serve e non si fa uso di stereotipi. Le storie sono costruite in modo anche furbo, si lasciano spazi vuoti da riempire in inevitabili dibattiti on line. Provocatorio e provocante.
The God Place
Una meta commedia di grande successo, ambientata in un aldilà dai colori pastello e popolato solo da virtuosi e filantropi. Il risultato è imprevedibile.

The Handmaid’s Tale
La prima stagione nettamente superiore alla seconda. Un futuro opprimente, una storia che si dipana lasciandoti incollato alla poltrona. Nella seconda stagione si deraglia…
House of Eliot
Dramma ambientato negli anni ’20. Protagonista una coppia di sorelle, pioniera della ruggente moda anni ’20. Storie di amore tra manichini, disegni rubati, artisti arrapati.
Howards’ Way
Serie ambientata sulla costa meridionale della Gran Bretagna, negli anni ’80. Yacht e regate, donne sexy e delfini, seduzione e caffè.

Insecure
Una sitcom nera, innovativa e divertente. Ha cambiato le regole, ma senza perdere l’integrità del prodotto. La terza stagione è stata la migliore, ma anche la più oscura.
Killing
Serie scandinava di grande successo (come The Bridge e come per The Bridge c’è stato un remake americano: l’originale meritava una citazione). Prima stagione a basso costo, ma con grande talento narrativo. Polizia, omicidi, stupefacenti e colpi di scena.
Killing Eve
Thriller su un assassino e il suo nemico. Una serie dark dai toni divertenti. Avvincente, con un ritmo da fumetto. Cruenta, ma non troppo.

Lost
Una delle serie più viste e discusse della storia della tv. Ma non è possibile escluderla dal lotto delle più interessanti (e per una lunga serie di motivi). Sull’ultima stagione pesa qualche dubbio. Ma è un cult irrinunciabile.
In Treatmant
Ispirato a una serie israeliana, In Treatmant con Gabriel Byrne, è una serie unica: due persone che parlano e intrecciano trame. Senza bisogno di altro. Anche la produzione italiana non ha deluso.
Nighty Nighy
Julia Davis dopo questa serie è riuscita a essere sia più divertente, sia più disgustosa. Ma non si è più ripetuta a questi livelli. E’ una commedia dove la depravazione è implacabile.
The Office
Questa serie ha preso il genere mockumentary e lo ha trasformato in qualcosa di divertente e tenero. Niente che si fosse mai visto prima.
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Search party
Intelligente, interessante, attuale. Una satira feroce sulla cultura vanagloriosa dei social media. E sull’abisso – secondo gli esperti del Guardian – tra ciò che diciamo di essere e ciò che siamo davvero nell’era digitale. Due stagioni di dramma e umorismo.

The Sopranos
Resta una delle più belle serie tv di sempre. Forse la prima ad aprire l’epoca d’oro delle serie. Il dramma di un boss della mafia in terapia che offre una meditazione poetica sulla vita e la morte. Capolavoro.
Succession
Una delle migliori serie dello scorso anno. Una sorta di Re Lear a New York. Notevole.
Summer Heights High
Serie austrialiana che mette a nudo il sistema scolastico nazionale seguendo le vicende di tre antieroi malfunzionanti: una mostruosa ragazza, un egomaniaco, e un ragazzo simbolo del fallimento dell’istruzione. I tre portano guerra in classe, orrore, umorismo. Una cruda saga dell’adolescenza.

This is England
Basato sul bellissimo e omonimo film di Shane Meadows. Ambientato in Inghilterra (chiaro) negli anni ’80, è il viaggio di tre adolescenti verso l’età adulta. Giovani che imparano a vicenda l’arte della sopravvivenza.
The West Wing
Per il Guardian non è forse la miglior serie “presidenziale”. Ma è irresistibile osservare un presidente americano a cui piacciono le persone.
The Wire
A proposito di presidenti Usa, questa era la serie preferita da Obama. Ambientata a Baltimora è stata paragonata dal suo creatore (David Simon), a una tragedia greca e racchiude al suo interno i temi del fato e della futilità.
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