Tutti i nuovi bonus per le famiglie introdotti dal governo nella manovra finanziaria per il 2024. Vediamo quali sono, come funzionano e chi ha diritto a riceverli. Saranno mirati in particolare per favorire la natalità e le mamme che lavorano. Vediamo di cosa si tratta. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Tutti i nuovi bonus per le famiglie nel 2024
Prima di approfondire le singole misure ti elenchiamo in modo sintetico tutti i nuovi bonus per famiglie inclusi dal governo nella prossima manovra finanziaria.
Congedo parentale e sostegno alle mamme lavoratrici
- Congedo parentale: le famiglie avranno diritto a un mese di congedo pagato al 60% dello stipendio, un sostegno per permettere ai genitori di dedicarsi alla cura dei figli senza rinunciare completamente al reddito lavorativo.
- Agevolazioni per le mamme lavoratrici: si prevede una riduzione dei contributi da pagare per le mamme lavoratrici, un passo importante per alleggerire il carico fiscale e favorire il loro rientro nel mondo del lavoro post maternità.
Bonus e assegni familiari
- Bonus nido rafforzato: verrà incrementato il sostegno economico per le famiglie che utilizzano i servizi di asilo nido, una misura che punta a favorire la conciliazione tra la vita lavorativa e le esigenze familiari.
- Assegno unico per le famiglie con Btp: l’assegno unico verrà aumentato per le famiglie che detengono Btp, con l’intento di incentivare gli investimenti a lungo termine e offrire maggiore stabilità economica.
Impatti fiscali
- Aumento dell’IVA su prodotti per l’infanzia: è previsto anche un incremento dell’Iva su beni essenziali come pannolini e latte in polvere, un punto che ha sollevato dibattiti riguardo l’impatto sul budget delle famiglie (la riduzione era stata approvata lo scorso anno).
Queste novità, che prenderanno effetto con il nuovo anno a partire da gennaio 2024, diventeranno operative con l’approvazione definitiva della manovra in Parlamento entro la fine dell’anno corrente.
Analizzeremo ora nel dettaglio queste misure, verificando il loro valore effettivo e l’impatto sulle famiglie italiane.
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Mamme lavoratrici: meno contributi
Tra le misure più rilevanti troviamo il bonus contributivo per mamme lavoratrici. Questo intervento è pensato per le madri con almeno due figli e si traduce in una riduzione dei versamenti INPS a loro carico. Di seguito sono dettagliate le caratteristiche di questo bonus:
- Decontribuzione: il bonus prevede uno sgravio totale della quota di contributi INPS a carico del lavoratore, pari al 9,19%.
- Limite Massimo: l’importo massimo dello sconto sui contributi non può superare i 3.000 euro all’anno. Ciò si traduce in un aumento lordo delle retribuzioni fino a 230 euro mensili per tredici mensilità.
- Durata: la misura avrà una durata sperimentale di tre anni, fino alla fine del 2026.
Esempio di impatto sul reddito
Per illustrare meglio, ecco un esempio di come il bonus contributivo potrebbe influire sul reddito di una madre lavoratrice:
Condizioni | Senza Bonus | Con Bonus |
---|---|---|
Retribuzione Mensile | €2.000 | €2.230 |
Contributi a Carico | €183,80 | €0 |
Aumento Mensile Lordo | – | €230 |
Tetto Massimo Annuale | – | €3.000 |
Nota: Questi valori sono esemplificativi e possono variare in base alla situazione individuale.
Requisiti per l’accesso al bonus
Per poter beneficiare di questa agevolazione, è necessario soddisfare alcuni requisiti:
- Essere una madre lavoratrice.
- Avere almeno due figli.
- Essere dipendenti e versare contributi INPS.
Come richiedere il bonus
La procedura per richiedere il bonus contributivo non è ancora stata definita in tutti i suoi dettagli, ma si prevede che sarà necessario:
- Verificare l’adempimento dei requisiti necessari.
- Compilare e inviare l’apposito modulo di richiesta all’INPS, una volta disponibile.
- Attendere la comunicazione dell’INPS riguardo l’ammissione al beneficio.
Il congedo parentale: un mese al 60%
La manovra finanziaria introduce un congedo parentale pagato al 60% per un mese. Questo diritto spetta ai genitori che non hanno ancora concluso il proprio congedo obbligatorio al termine dell’anno.
Come funziona il congedo parentale
Ecco un elenco dettagliato che spiega il funzionamento del congedo parentale:
- Dopo i cinque mesi di congedo obbligatorio, sia la madre che il padre possono usufruire di un periodo di congedo.
- Per i primi sei mesi successivi al congedo obbligatorio, i genitori hanno diritto a una retribuzione del 30% dello stipendio.
- Il primo mese di congedo facoltativo è retribuito all’80% dello stipendio.
- Con la nuova misura, il secondo mese viene retribuito al 60%.
Questa politica ha l’obiettivo di sostenere i genitori nel delicato periodo di crescita del bambino, assicurando al contempo una continuità del reddito per la famiglia.
Il nuovo bonus asilo nido
Il nuovo bonus asilo nido rappresenta una delle iniziative più rilevanti messe in campo dalla manovra finanziaria per sostenere le famiglie italiane. L’obiettivo è quello di alleggerire il peso delle spese per la cura dei bambini e di incentivare la natalità nel paese. Ecco i dettagli principali e come funziona il bonus:
- Incremento del contributo: il bonus prevede un aumento significativo del contributo annuale per le famiglie con ISEE inferiore ai 40.000 euro. Il sostegno economico raggiunge ora i 3.600 euro per ogni figlio che segue il secondo, con la condizione che in famiglia sia già presente un minore di sei anni.
- Criteri di accesso: per accedere a questo bonus, oltre al requisito dell’ISEE, è necessario che il bambino sia iscritto ad un asilo nido. La novità sta nel fatto che il contributo è ora esteso a tutti i figli successivi al primo, purché il secondo sia minore di sei anni.
Il contesto del bonus è il seguente: l’INPS ha constatato che la spesa media annuale per l’asilo nido si attesta su 10 mensilità da circa 260 euro l’una, cifra che potrebbe essere coperta in gran parte dal nuovo importo del bonus per alcune fasce di reddito.
Impatto sulle famiglie
Per comprendere meglio l’impatto di questa misura, si può osservare la situazione attuale delle famiglie italiane:
- Spesa media per asili nido: le famiglie spendono in media 2.600 euro all’anno per gli asili nido, basandosi su 10 mensilità.
- Differenze geografiche: i costi variano significativamente in base alla città di residenza. Ad esempio, a Milano, per un reddito ISEE superiore a 27.000 euro, la retta mensile può raggiungere i 502,2 euro.
Aumenta l’IVA su latte in polvere e pannolini
L’aggiornamento della bozza per la manovra finanziaria ha modificato l’aliquota IVA applicata a prodotti essenziali per le famiglie, in particolare per quelle con neonati e bambini piccoli. Da gennaio, ci sarà un aumento dell’IVA sui pannolini, che passerà dal 5% al 10%.
Il dettaglio dell’aumento
- Pannolini: l’aliquota IVA aumenterà di 5 punti percentuali, passando dal 5% al 10%.
- Seggiolini auto per bambini: questi articoli vedranno l’aliquota IVA ritornare al 22%, rispetto all’attuale 5%, registrando così un incremento quattro volte superiore.
Confronto delle aliquote IVA
Prodotto | IVA Attuale | IVA dal Prossimo Anno | Variazione |
---|---|---|---|
Pannolini | 5% | 10% | +5% |
Seggiolini auto | 5% | 22% | +17% |
Latte in polvere | 5% | 10% | +5% |
Assorbenti femminili | 5% | 10% | +5% |
L’impatto sulle famiglie
Questi aumenti potrebbero tradursi in un aggravio di decine di euro all’anno per le famiglie. Inizialmente, nella bozza della legge di Bilancio, pannolini, latte in polvere e assorbenti femminili erano stati eliminati dall’elenco dei prodotti con IVA al 5%. Fortunatamente per i consumatori, latte in polvere e assorbenti femminili sono stati poi inseriti nell’elenco dei prodotti con IVA al 10%, mentre i pannolini hanno rischiato un rincaro maggiore, che li avrebbe portati al 22%.

FAQ (domande e risposte)
Quali nuovi bonus famiglia introduce la manovra finanziaria?
La manovra finanziaria introdotta dal governo prevede una serie di nuovi bonus per le famiglie, mirati a sostenere la natalità e le mamme lavoratrici. Ecco i principali:
- Congedo parentale pagato al 60%: estensione del congedo parentale retribuito per un mese aggiuntivo.
- Bonus contributivo per mamme lavoratrici: riduzione totale dei contributi INPS per le mamme con almeno due figli, con un tetto massimo di risparmio di 3.000 euro annui.
- Bonus nido aumentato: incremento del bonus asili nido, con un contributo annuale fino a 3.600 euro per famiglie con ISEE sotto i 40.000 euro.
- Assegno unico maggiorato: per le famiglie con possesso di BTP, l’assegno unico sarà più alto.
Come verrà favorita la natalità con i nuovi bonus?
La natalità verrà incentivata attraverso:
- Sostegno economico alle famiglie: con l’aumento dell’assegno unico e il bonus nido, si alleviano le spese per la cura dei figli.
- Supporto alle mamme lavoratrici: con la decontribuzione totale fino a 3.000 euro all’anno, si favorisce il ritorno al lavoro dopo la maternità.
- Congedo parentale esteso: con il mese aggiuntivo pagato al 60%, si garantisce maggior tempo per la cura del neonato, facilitando l’equilibrio tra lavoro e famiglia.
Quali sono i benefici per le mamme lavoratrici?
I benefici specifici per le mamme lavoratrici includono:
- Decontribuzione: completo risparmio sulla quota dei versamenti INPS a carico del lavoratore, fino a un massimo di 3.000 euro all’anno.
- Congedo parentale retribuito: estensione del congedo retribuito al 60% per un mese, a seguito del congedo obbligatorio.
Quanto vale il nuovo bonus contributivo per mamme?
Il nuovo bonus contributivo per le mamme lavoratrici vale fino a 3.000 euro l’anno, equivalente a un aumento lordo delle retribuzioni fino a 230 euro mensili per 13 mensilità.
In che modo cambia il congedo parentale pagato?
Il congedo parentale pagato cambia nel modo seguente:
- Estensione della durata: aggiunta di un mese di congedo retribuito al 60% per i genitori che non hanno esaurito il congedo obbligatorio.
- Maggiore flessibilità: dopo i cinque mesi di congedo obbligatorio, i genitori hanno diritto a ulteriori 6 mesi di congedo retribuito al 30% fino al 12esimo anno di vita del figlio, con il primo mese al 80% e ora il secondo mese al 60%.
Qual è l’impatto dell’aumento dell’Iva su pannolini?
L’impatto dell’aumento dell’Iva sui pannolini sarà un aggravio economico per le famiglie, in quanto la tassa passerà dal 5% al 10%. Questo incremento potrebbe tradursi in un aumento significativo della spesa annuale per le famiglie, con l’aggravio stimato in decine di euro l’anno.
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