Un conto corrente estero più essere pignorato? Una domanda che in questi mesi si sente ripetere spesso.
Per una serie di motivi: il conto corrente in Italia può essere pignorato con una certa facilità, da privati e soprattutto dall’Agenzia delle Entrate (che può farlo senza l’intervento di un giudice), e perché è ormai consapevolezza acquisita che non solo aprire un conto all’estero è perfettamente legale, ma con le banche digitali è diventato anche piuttosto semplice.
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Un conto corrente estero è legale
Dunque, aprire un conto corrente all’estero è legale. Soprattutto, sia chiaro, se il denaro depositato è di natura legittima. Ma devono essere rispettate le normative italiane (se si ha la residenza fiscale nel nostro Paese) e quelle della nazione dove si depositano le somme. Non farlo comporta dei rischi, di certo si può accendere la spia rossa dell’Agenzia delle Entrate e degli investigatori.
In genere le violazioni riguardano le norme antiriciclaggio e l’evasione fiscale.
Ma, nel rispetto delle norme, un conto corrente all’estero può essere aperto per una lunga serie di motivi (leciti).
Qualche esempio:
- da cittadini che lavorano o studiano all’estero
- chi ha deciso di trasferirsi lontano dall’Italia per un periodo più o meno lungo
- se si decide di gestire il patrimonio personale in un’altra nazione anche per tutelare eventuali tasse (leggi patrimoniale).

Un conto corrente estero può essere pignorato? In teoria sì, ma…
Dopo questa breve ma necessaria introduzione, torniamo all’argomento di questo articolo: un conto corrente estero può essere pignorato?
In teoria sì, anche perché i conto corrente aperti all’estero fanno comunque parte dei beni che , in caso di pignoramento, vengono sottoposti alla garanzia del creditore. Sono cioè aggredibili.
Un conto corrente estero può essere pignorato? Due ostacoli
Ma ci sono due ostacoli per un creditore che intende pignorare il conto corrente estero del debitore.
Partiamo dal primo: non è semplice conoscere l’esistenza stessa del conto.
In Italia tutto sarebbe più semplice. Basta consultare – dopo l’assenso del presidente del Tribunale – il Registro dei Rapporti Finanziari (nell’Anagrafe Tributaria).
Si tratta di un database, collegato a tutte le banche, e gestito dall’Agenzia delle Entrate. Lì c’è tutto sui conto corrente italiani (eccetto il saldo).
Al momento dunque, non c’è traccia in quei registri dei conto corrente aperti all’estero.
Una difficoltà non semplice da aggirare. Il creditore può arrivare a conoscere l’esistenza del deposito solo attraverso costose e non sempre efficaci indagini private.
Un conto corrente estero può essere pignorato? La procedura
Ma a prescindere dalle difficoltà un conto corrente estero può essere pignorato?
E qui arriviamo al secondo ostacolo per il creditore, che si chiama procedura. Deve essere speciale (rispetto a quella italiana), spesso non priva di insidie, e impossibile da affrontare senza la presenza di un avvocato che deve essere esperto in materia (e non sono molti), oltre alla necessità di aver un interprete per la tradizione di ogni atto giudiziario.
Insomma: investigazioni private, avvocato specialista e interprete. I costi per il creditore salgono in modo importante.
Un conto corrente estero può essere pignorato? Fuori o dentro l’Ue
Bisogna fare anche un’altra distinzione. Mentre nei Paesi dell’Unione europea esistono consolidate convenzioni multilaterali che potrebbero comunque comportare una certa semplificazione della procedura (anche se un creditore deve comunque avere il riconoscimento del titolo esecutivo nel posto che ospita il deposito, non semplice), nei Paesi che sono fuori dall’Ue il quadro si complica ulteriormente.
In alcune nazioni, infatti, non è neppure previsto il riconoscimento dei provvedimenti emessi dai tribunali italiani.

Un conto corrente estero può essere pignorato? Conclusione
Per rispondere dunque alla domanda iniziale, un conto corrente estero può essere pignorato?, la risposta è sì, ma non è questo il punto. Può essere pignorato ma con maggiori difficoltà, che diventano enormi se il conto è in una nazione che non ha convenzioni con la nostra.
Senza contare la difficoltà, per lo stesso creditore, a individuare e scoprire l’eventuale conto corrente che il debitore ha aperto all’estero e dove ha depositato i suoi risparmi per sottrarli al pignoramento.
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