Verifica se è giusta la parcella dell’avvocato. O meglio: se è legittima o contiene dei costi che non sono previsti. La questione interessa molti cittadini ed è diventata rilevante da quando le tariffe sono stabilite al termine di una trattativa tra il legale e l’assistito. Non ci sono quindi più parametri precisi per capire quando una richiesta è eccessiva. Ma esistono precise disposizioni che l’avvocato è tenuto a rispettare e che possono aiutarci. Vediamo insieme. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Verifica se è giusta la parcella dell’avvocato: il preventivo
Il preventivo è un documento chiave che determina la base del rapporto economico tra l’avvocato e il cliente.
- Obbligatorietà: l’avvocato deve fornire al cliente un preventivo scritto prima dell’inizio del mandato.
- Dettaglio: questo documento deve descrivere chiaramente le spese previste e gli onorari.
- Inalterabilità: una volta accettato, l’avvocato non può deviare dal preventivo, a meno che non ci siano circostanze impreviste che devono essere chiaramente spiegate al cliente.
- In assenza: se l’avvocato non fornisce un preventivo scritto, il giudice può determinare il compenso basandosi sul Decreto Ministeriale n. 55/2014. Questo regolamento, di fatto, offre una sorta di “guida” per le tariffe, anche se non è obbligatorio.
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Esempio di struttura del preventivo:
Preventivo parcella avvocato Pinco Pallino
Dati cliente:
- Nome: Giovanni Rossi
- Data: 11/10/2023
Descrizione incarico: Difesa in causa civile XYZ
- Onorari:
- Studio del caso: €200
- Udienze: €150 ciascuna (stimato 3 udienze)
- Consulenze: €100 ciascuna (stimato 2 consulenze)
- Spese vive:
- Perizie: €250
- Viaggi e trasferte: €100
- Totale stimato: €1.200
Nota: Questo preventivo potrebbe subire variazioni in caso di imprevisti, che verranno comunicati tempestivamente al cliente.
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Gratuito patrocinio: niente compenso
Il gratuito patrocinio rappresenta una protezione per chi ha redditi bassi e necessita di assistenza legale.
- Definizione: è una tutela legale che garantisce l’assistenza legale gratuita o a costi ridotti a chi non può permettersela.
- Nessun costo: chi ottiene il gratuito patrocinio non paga l’avvocato; lo Stato copre le spese.
- Illeciti: qualsiasi richiesta di pagamento da parte dell’avvocato al cliente che ha ottenuto il gratuito patrocinio è considerata illegittima.
Si paga il ricorso per l’invalidità con il gratuito patrocinio?
Quando si paga a risultato o a percentuale
Stabilire un compenso basato sul risultato o su una percentuale è una pratica comune, ma ci sono regole chiare da seguire.
- A risultato: l’avvocato riceve il pagamento solo se ottiene un risultato positivo nella causa.
- Percentuale: si può concordare un pagamento basato su una percentuale del valore della causa.
- Limiti: non è possibile basare il pagamento sulla decisione finale del giudice (patti di quota lite). Questi accordi sono nulli e possono portare a sanzioni per l’avvocato.
- Il motivo: questa regola protegge l’integrità del sistema legale e garantisce che l’avvocato agisca nel migliore interesse del cliente, piuttosto che cercare di ottenere il pagamento più alto possibile.
Cosa succede se non pago l’avvocato e quando è possibile.
Esempio di accordo a percentuale:
Accordo di Compensazione Avvocato Pinco Pallino
Dati Cliente:
- Nome: Giovanni Rossi
- Data: 11/10/2023
Tipo di accordo: compensazione basata su una percentuale
Dettagli:
L’avvocato riceverà il 10% dell’importo recuperato attraverso la causa, basato sull’importo iniziale richiesto nel processo e non sull’ammontare effettivamente concesso dal giudice.
Compenso dell’avvocato: cosa dice la legge
Il compenso dell’avvocato non è lasciato al caso o alla libera determinazione del singolo professionista. La legge italiana prevede specifici riferimenti normativi che regolano la materia, ponendo attenzione alla proporzionalità, all’equità e al giusto riconoscimento della professione. Di seguito, analizzeremo le disposizioni normative principali.
In questo post vediamo quanto costa opporsi a un decreto ingiuntivo.
Codice civile: la base del compenso
Art. 2233 Codice civile
- Oggetto: diritto al compenso per professione intellettuale.
- Punto chiave: il compenso è proporzionato all’importanza dell’opera e al decoro della professione.
Art. 2234 Codice civile
- Oggetto: spese e acconti da anticipare all’avvocato.
- Punto chiave: salvo accordi diversi, il cliente deve anticipare le spese necessarie e fornire acconti sul compenso, secondo le consuetudini.
Chi paga l’avvocato per un ricorso contro l’INPS?
Tabelle riassuntive:
Articolo | Oggetto | Punto chiave |
---|---|---|
Art. 2233 | Diritto al compenso | Proporzionalità all’importanza e decoro della professione |
Art. 2234 | Spese e acconti | Anticipazione delle spese e acconti sul compenso |
Codice deontologico forense: etica e proporzionalità
Art. 29 Codice deontologico
- Oggetto: Principi per la richiesta di pagamento.
- Punto chiave:
- La parcella deve essere proporzionata alle tariffe e al tipo di prestazione.
- È possibile richiedere anticipi rispetto alle spese sostenute e future, oltre a acconti sul compenso.
- Divieto di chiedere compensi o acconti manifestamente sproporzionati.
Elenchi chiari:
- Parametri di proporzionalità:
- Tariffe vigenti.
- Tipo di prestazione eseguita.
- Anticipi e acconti:
- Relativi alle spese.
- Relativi al compenso.
- Divieti:
- Non richiedere compensi sproporzionati.
- Non richiedere acconti sproporzionati.
Decreto Ministeriale n. 55/2014: tabelle e parametri
Questo decreto stabilisce i parametri per la liquidazione dei compensi degli avvocati. Le tabelle allegate definiscono le soglie e i tariffari per diversi tipi di prestazioni.
Elenchi di punti principali:
- Determinazione dei compensi: basata sul tipo di prestazione e sul valore della causa.
- Rimborso delle spese: calcolato come il 15% del compenso totale.
- Liquidazione proporzionata: se l’incarico non viene portato a termine, il pagamento è dovuto proporzionalmente all’opera svolta.
Nota: È essenziale per il cliente avere un’idea chiara di questi parametri quando si appresta a discutere o negoziare un compenso con un avvocato. La trasparenza e la conoscenza sono fondamentali per garantire una relazione lavorativa equa e soddisfacente per entrambe le parti.
Verifica se è giusta la parcella dell’avvocato: quando è eccessiva
Comprendere la parcella: il primo passo è avere una chiara visione di cosa si sta pagando. La parcella dell’avvocato dovrebbe dettagliare ogni servizio e attività forniti, con i relativi costi associati.
Criteri da considerare
- Sproporzione del compenso: se il compenso appare sproporzionato rispetto all’attività effettivamente svolta, potrebbe esserci un problema. Ad esempio, se un avvocato chiede un elevato compenso per una semplice consulenza, potrebbe non essere in linea con le tariffe di mercato.
- Comparazione con il Decreto Ministeriale n. 55/2014: questo decreto fornisce una guida alle tariffe per la professione forense. Confrontando la parcella con queste tariffe, puoi avere una nozione di quanto dovresti aspettarti di pagare per determinati servizi.
La sentenza guida sul compenso eccessivo
Per capire meglio, prendiamo in esame una sentenza emblematica del Consiglio Nazionale Forense:
- Il caso: un avvocato aveva richiesto un compenso di circa 9.000 euro per assistere due clienti in un procedimento di affidamento di minori. Per questa attività, aveva preparato il ricorso iniziale e partecipato a due udienze.
- Il problema: un altro avvocato, prendendo in carico una pratica successiva relativa agli stessi minori, ha notato l’elevato compenso e ha sollevato dubbi sulla sua correttezza.
- Il verdetto: il COA di Trieste ha ritenuto che il compenso fosse sproporzionato rispetto al servizio fornito e ha sanzionato l’avvocato. Tuttavia, il caso è stato poi portato al Consiglio Nazionale Forense, che ha stabilito dei criteri chiari per determinare se un compenso è eccessivo.
Compenso eccessivo dell’avvocato: il Consiglio Nazionale Forense
Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) rappresenta un organismo essenziale per la professione legale in Italia. Le sue decisioni e posizioni su temi delicati, come il compenso degli avvocati, rivestono una grande importanza. Vediamo in dettaglio la sua posizione riguardo ai compensi considerati “eccessivi”.
La visione del CNF
Il CNF ha affrontato la questione dei compensi degli avvocati in diverse occasioni, cercando di stabilire linee guida chiare e oggettive. In particolare, ha esaminato casi in cui il compenso richiesto da un avvocato è stato contestato come “eccessivo” rispetto al servizio fornito.
Criteri di valutazione
- Attività effettivamente svolta: il CNF ha sottolineato che non si può semplicemente guardare alle notule per valutare l’operato dell’avvocato. Occorre considerare tutte le attività svolte, anche quelle non esplicitamente menzionate, ma che sono implicitamente comprese nell’ambito dell’incarico ricevuto.
- Confronto con parametri di legge: il riferimento ai parametri stabiliti dalla legge, come quelli del Decreto Ministeriale n. 55/2014, è essenziale. Questi parametri, anche se non sono vincolanti, forniscono una sorta di “bussola” per stabilire la correttezza del compenso.
- Giudizio di comparazione: bisogna confrontare il compenso richiesto con quello che sarebbe stato ritenuto proporzionato per l’attività svolta. Questo giudizio di comparazione è fondamentale per stabilire se un compenso è effettivamente eccessivo.
Cose si capisce se il compenso è eccessivo
La chiarezza è fondamentale quando si tratta di compensi legali. Per determinare se una parcella è eccessiva, è necessario considerare alcuni aspetti chiave:
- Tariffe vigenti: bisogna confrontare il compenso con le tariffe vigenti al momento della richiesta. Per esempio, il decreto ministeriale 55/2014 stabilisce delle tariffe che variano a seconda del tipo di giudizio, dell’attività svolta e del valore della controversia.
- Difficoltà dell’attività: non tutte le cause sono uguali. Alcune richiedono una ricerca e un impegno maggiore. Per esempio, una causa di lavoro potrebbe essere più complessa di un semplice ricorso davanti al giudice di pace.
- Consuetudini del settore: anche se esistono delle tariffe legali, gli avvocati spesso seguono delle consuetudini locali. Questo potrebbe influenzare il costo del servizio.
Se, dopo aver considerato questi aspetti, la parcella sembra sproporzionata, potrebbe essere il caso di discuterne con l’avvocato o di consultarsi con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.
Revoca dell’incarico
Se per qualche motivo si decide di revocare l’incarico all’avvocato, ci sono alcune cose da sapere:
- L’avvocato ha il diritto di essere pagato per il lavoro già svolto.
- L’avvocato non può trattenere documenti o materiale del cliente fino al pagamento della parcella.
- Eventuali accordi che prevedono il pagamento dell’intero compenso in caso di revoca potrebbero non essere validi dal punto di vista disciplinare.
Il patto sul compenso deve essere scritto?
Sì, qualsiasi accordo sul compenso dovrebbe essere messo per iscritto. Questo serve a proteggere sia il cliente sia l’avvocato. Un accordo scritto garantisce chiarezza e può aiutare a prevenire futuri malintesi o dispute.
Quali sono gli obblighi fiscali dell’avvocato?
Quando si riceve un pagamento, ci sono degli obblighi fiscali da rispettare. Per un avvocato, questo significa:
- Fatturazione: qualsiasi somma ricevuta come compenso deve essere fatturata. Questo vale anche per eventuali pagamenti extra.
- Dichiarazione dei redditi: l’avvocato deve dichiarare tutte le somme ricevute nell’anno fiscale.
- Pagamento delle tasse: come qualsiasi altro professionista, gli avvocati devono pagare le tasse sul reddito guadagnato.
- Conservazione dei documenti: gli avvocati devono conservare copie di tutte le fatture e i documenti relativi per almeno 10 anni, in caso di eventuali controlli fiscali.

FAQ (domande e risposte)
Come verificare se è giusta la parcella dell’avvocato?
Per determinare se una parcella dell’avvocato è giusta:
- Si dovrebbero considerare le tariffe vigenti al momento della richiesta, come previsto dal decreto ministeriale 55/2014. Questo decreto stabilisce tariffe in base al tipo di giudizio, all’attività dell’avvocato e al valore della controversia.
- Si deve considerare la complessità e la difficoltà dell’attività svolta. Non tutte le cause hanno la stessa complessità e alcune richiedono un impegno maggiore rispetto ad altre.
- È importante valutare la congruità del compenso in base alle consuetudini.
- Infine, si dovrebbe effettuare un giudizio di comparazione, mettendo in relazione l’attività espletata dall’avvocato con il compenso proporzionalmente dovuto, e quindi confrontare il compenso richiesto per determinare se ci sia sproporzione.
Cosa stabilisce l’articolo 2233 codice civile sul compenso dell’avvocato?
L’art. 2233 del codice civile riconosce a chi esercita una professione intellettuale il diritto al compenso. Questo compenso è commisurato all’importanza dell’opera svolta e al decoro della professione. La legge stabilisce inoltre che il cliente deve anticipare al professionista le spese occorrenti per il compimento dell’opera e corrispondere, in accordo con gli usi, gli acconti sul compenso.
Qual è il ruolo del Codice Deontologico Forense nella determinazione del compenso?
Il Codice Deontologico Forense, all’art. 29, riprende la disciplina codicistica e stabilisce i principi per la richiesta di pagamento. L’obiettivo principale è assicurare che la parcella sia proporzionale e commisurata alle tariffe vigenti e al tipo di prestazione eseguita. L’avvocato può chiedere anticipi legati alle spese e acconti sul compenso, ma questi devono essere commisurati all’attività svolta. Esiste un divieto esplicito che impedisce all’avvocato di richiedere compensi o acconti che siano manifestamente sproporzionati rispetto all’attività effettivamente svolta.
Perché è importante il preventivo scritto nell’accordo sul compenso?
Il preventivo scritto è fondamentale perché deve essere presentato obbligatoriamente prima del conferimento dell’incarico. Fornisce una stima dettagliata e analitica dei costi che il cliente potrebbe dover affrontare, distinguendo tra spese vive e onorari. L’avvocato non può discostarsi dal preventivo senza una motivazione valida. In assenza di un preventivo scritto, il compenso potrebbe essere determinato dal giudice, che potrebbe basarsi sul Decreto Ministeriale n. 55/2014.
In quali casi il compenso dell’avvocato può essere considerato eccessivo?
Un compenso si considera eccessivo quando:
- Supera notevolmente le tariffe vigenti al momento della richiesta.
- È manifestamente sproporzionato rispetto alla complessità e alla quantità di lavoro svolto.
- Non rispetta le consuetudini del settore.
- È significativamente superiore a quanto stabilito nel preventivo scritto, senza giustificazioni valide. La sentenza n. 9 del 2018 del Consiglio Nazionale Forense stabilisce che per verificare se un compenso è eccessivo, è necessario fare un giudizio di comparazione tra l’attività effettivamente svolta e il compenso considerato proporzionale.
Cosa succede in caso di revoca dell’incarico all’avvocato?
In caso di revoca dell’incarico, l’avvocato ha diritto ad essere compensato per il lavoro già svolto. L’avvocato non può trattenere la documentazione del cliente come “pegno” fino al pagamento della parcella. Sebbene un accordo possa stabilire che l’avvocato ha il diritto al pagamento dell’intero compenso anche in caso di revoca, questo comportamento potrebbe essere considerato illegittimo dal punto di vista disciplinare, in quanto potrebbe violare l’adeguatezza del compenso rispetto al lavoro svolto e la correttezza nei confronti del cliente.