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Home / Fisco e tasse » Imprese / Non pagare in contanti le cartelle esattoriali compensandole

Non pagare in contanti le cartelle esattoriali compensandole

Non pagare in contanti le cartelle esattoriali compensandole. Scopri quando conviene farlo, come funziona e su quali crediti puoi puntare.

di Antonio Dello Iaco

Settembre 2022

Non pagare in contanti le cartelle esattoriali per compensarle. Scopriamo insieme in questo articolo cosa conviene davvero fare (scopri le ultime notizie su mutui e prestiti. Leggi su Telegram tutte le news sulla finanza personale. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Nei prossimi paragrafi approfondiremo nel dettaglio anche come funziona e quali sono i debiti che per legge si possono compensare.

INDICE

Non pagare in contanti le cartelle esattoriali: cos’è la compensazione

Entriamo subito nel vivo del nostro articolo parlando di compensanzione con le cartelle esattoriali e chiarendo in primis di cosa si tratta.

Scopri la pagina dedicata al fisco e alle tasse.

La compensazione rientra tra i metodi utili che rispondo alla domanda: “come non pagare le cartelle esattoriali in modo tradizionale?”. Proprio così, perché tramite questo metodo non dovrai più saldare i tuoi debiti tramite i classici metodi di pagamento.

Quindi non pagare in contanti le cartelle esattoriali se puoi contare sulla compensazione. Questo metodo si applica quando tra due soggetti c’è un reciproco rapporto di debito-credito. Quindi, per chiudere la questione a livello fiscale, si differenziano i valori e si abbassano le somme dei debiti.

Per capirci facciamo un esempio.

Tu sei un privato che hai un debito nei confronti dello Stato di 20mila euro. La pubblica amministrazione a sua volta vanta un debito con te di 15mila euro.

Per evitare che tu paghi allo Stato il debito che poi ti deve riversare i soldi sul conto corrente, si può procedere in alcuni casi con la compensazione. Si differenziano le somme di debito-credito:

20mila (debito del privato con lo Stato) – 15mila (debito dello Stato con il privato) = 5mila euro che è pari al debito che è rimasto nelle mani del privato e che deve saldare con la Pubblica Amministrazione.

È chiaro che di solito sono le imprese a trovarsi in questa situazione. Vantare un credito nei confronti della pubblica amministrazione significa aver svolto dei lavori per lo Stato come forniture di prodotti, servizi o opere strutturali.

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Non pagare in contanti le cartelle esattoriali: come funziona la compensazione

La compensazione funziona in un modo molto semplice. È necessario però che in primis l’amministrazione pubblica per la quale vanti un credito, abbia certificato già i lavori da te eseguiti.

Se questo non è avvenuto, puoi richiedere tu la certificazione tramite la piattaforma informatica del ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

Una volta ottenuta questa documentazione dovrai presentarla presso uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e riceverai le indicazioni per attivare il piano di compensazione.

Non pagare in contanti le cartelle esattoriali: c'è la compensazione
Non pagare in contanti le cartelle esattoriali: c’è la compensazione

Non pagare in contanti le cartelle esattoriali: quali debiti si possono compensare

Come compensare le cartelle esattoriali – Non tutti i debiti e crediti possono entrare in un piano di compensazione. In particolare l’Agenzia delle Entrate sul proprio sito ha chiarito che sono compatibili solo:

Le modalità di compensazione saranno definite dall’Agenzia delle Entrate insieme al contribuente privato che dovrà indicare, nel caso di presenza di più debiti, quali vuole estinguere.

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