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Home / Pensioni » Previdenza e Invalidità / In pensione con 20 anni di contributi: tutte le possibilità

In pensione con 20 anni di contributi: tutte le possibilità

In pensione con 20 anni di contributi: non è vero che servono almeno 35 o 40 anni di contribuzione, ci sono diverse possibilità alternative.

di The Wam

Novembre 2021

In pensione con 20 anni di contributi. Quando gli italiani sentono parlare di pensione molti si preoccupano quando tra i requisiti richiesti ci sono quelli che prevedono 35, 40 anni di contribuzione.

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Una soglia che tanti non potranno mai raggiungere. Per svariati motivi: hanno iniziato a versare contributi non da giovanissimi o hanno avuto carriere lavorative con diversi anni di pausa. Tutti motivi piuttosto comuni.

Non vi spaventate. Anche perché il nostro sistema pensionistico ha previsto la possibilità di raggiungere la desiderata uscita dal lavoro anche con 20 anni di contributi.

La prima è la più ovvia è quella connessa alla pensione di vecchiaia: 67 anni con 20 anni di contributi.

Ma ci sono anche altre chance. E non è necessario arrivare a 67 anni.

In pensione con 20 anni di contributi: pensione di vecchiaia anticipata

Una di queste possibilità è la pensione di vecchiaia anticipata. Anche in questo caso il requisito contributivo è di 20 anni. Questo trattamento pensionistico è riferito ai lavoratori dipendenti del settore privato. L’altro requisito è una invalidità pensionabile dell’80%.

Con la pensione di vecchiaia anticipata si può uscire:

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In pensione con 20 anni di contributi: pensione anticipata a 64 anni

La pensione anticipata a 64 anni di età è rivolta a tutti i lavoratori che non hanno versato contributi prima del 1996, e che sono completamente nel calcolo contributivo.

Anche in questo caso bastano 20 anni di contributi.

Ma con un requisito specifico: l’assegno che ne scaturisce deve essere pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale. Quindi non meno di 1.288,78 euro.

In pensione con 20 anni di contributi: isopensione

L’isopensione è conosciuta anche come “esodo dei lavoratori anziani” è uno scivolo pensionistico pagato completamente dall’azienda in attesa che si maturi il diritto alla pensione.

Possono accedere, ovviamente, solo i dipendenti del settore privato. Può essere attivato se l’azienda ha eccedenza di personale o deve avviare un ricambio generazionale.

Possono accedere a questa possibilità le aziende che occupano in media più di 15 lavoratori e dopo un accordo siglato con i rappresentanti sindacali.

L’isopensione può essere erogata fino a 7 anni. L’azienda si impegna a corrispondere per tutto il periodo che separa l’esodo dalla pensione un assegno che equivale all’assegno pensionistico maturato dal dipendente.

In pensione con 20 anni di contributi: il contratto espansione

L’altra chance per andare in pensione anche con 20 anni di contributi è legata al contratto di espansione. Si tratta di una indennità mensile che si può erogare a lavoratori che sono a non più di 60 mesi (5 anni) dalla pensione di vecchiaia o da una eventuale pensione anticipata.

Questa misura era stata introdotta in via sperimentale nel biennio del 2019/2020 e confermata fino al 2023, includendo anche aziende con non meno di 50 dipendenti (nella versione iniziale era per aziende con non meno di 1000 dipendenti).

Come per la isopensione questo trattamento pensionistico è a carico dell’azienda. I datori di lavoro infatti sostengono il costo dell’assegno mensile, che equivale alla pensione maturata e certificata dall’Inps in quel momento. Invece per l’accompagnamento alla pensione di anzianità i datori sostengono anche il costo della retribuzione piena calcolata sulla media degli ultimi quattro anni.

Oltre allo scivolo pensionistico il contratto di espansione per il 2022/2023 prevede anche la cassa integrazione straordinaria per una durata massima di 18 mesi e un piano di formazione e riqualificazione che ha l’obiettivo di ampliare e arricchire le competenze dei dipendenti non interessati dal prepensionamento quinquennale

In pensione con 20 anni di contributi: confronto isopensione e espansione

Come abbiamo visto il contratto espansione e l’isopensione sono molto simili. Ma cambiano in un punto in particolare.

Con il contratto di espansione c’è una riduzione dei costi, per il datore di lavoro: infatti il è previsto il riconoscimento di un bonus che è pari alla Naspi maturata e comprensiva dei contributi figurativi.

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