Refresh

This website thewam.net/pignoramento-prima-casa-cointestata-come-funziona/ is currently offline. Cloudflare's Always Online™ shows a snapshot of this web page from the Internet Archive's Wayback Machine. To check for the live version, click Refresh.

Privacy
×
The wam
×
icona-ricerca
Home / Diritto / Possono pignorarmi la casa se ci sono più proprietari?

Possono pignorarmi la casa se ci sono più proprietari?

Pignoramento della prima casa cointestata: quando è possibile? Vediamo insieme le casistiche sconosciute ai più

di Marco Cagiano

Aprile 2024

Pignoramento della prima casa cointestata: quando è possibile? Vediamo insieme le casistiche di pignoramento della casa, cosa dice la legge, considerando anche la situazione di prima casa cointestata (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Pignoramento della prima casa cointestata: è possibile?

Prima di vedere nello specifico ciò che dice la legge, dobbiamo essere chiari con chi si sta informando su questo tema: salvo rarissimi casi, la casa può essere pignorata. Sì, anche se è prima casa e sì, anche se è cointestata.

Cointestare la casa o accertarsi che sia dichiarata come prima casa non sono quindi metodi per eludere un eventuale pignoramento, che è comunque possibile da parte dei creditori. Comunque, nel corso di questo articolo, vediamo altri temi su cui sicuramente è bene fare chiarezza rispetto alle posizioni debitorie e la possibilità di pignoramento.

Se invece fossi interessato ad approfondire i temi che trattiamo più frequentemente sul nostro portale, ecco un video di approfondimento sui pagamenti INPS in arrivo:

Entra nella community, informati e fai le tue domande su Youtube e Instagram.

Pignoramento della prima casa: ecco come funziona

Quando si verificano debiti non saldati con la banca, la prima azione per recuperare il credito è solitamente il pignoramento della prima casa.

Il creditore può avviare un procedimento di espropriazione forzata per recuperare il denaro dovuto dal debitore. L’obiettivo è vendere la proprietà per consentire al debitore di saldare il debito.

I creditori privati possono scegliere liberamente questa opzione senza dover rispettare alcuna soglia minima. Anche se la casa è occupata da un minore o da una persona con disabilità, non esiste alcun divieto di pignoramento, anche se i debitori non possono trovare un’altra residenza.

In caso di debito di natura privata, la prima casa può essere pignorata integralmente, specialmente se il creditore è un istituto bancario o finanziario che ha concesso un prestito al debitore. Come accennato, la legge non impone alcun limite e non offre alcuna protezione specifica al debitore in questa situazione.

Come funziona il pignoramento della prima casa cointestata

Il Codice di Procedura Civile, nell’articolo 599, disciplina il pignoramento degli immobili cointestati.

Secondo questa normativa, è possibile pignorare i beni indivisi anche se non tutti i co-proprietari sono debitori nei confronti del creditore. Quindi, la legge prevede esplicitamente il pignoramento della prima casa anche se è di proprietà congiunta.

Il debitore è responsabile per tutti gli obblighi contratti con qualsiasi suo bene, compresi quelli cointestati. Anche il co-proprietario sarà coinvolto, anche se estraneo al debito dell’altro.

Il creditore deve notificare l’atto di pignoramento a entrambi i titolari della proprietà, poiché entrambi devono essere informati dell’avvio della procedura esecutiva. Al contrario, l’iscrizione dell’ipoteca non richiede comunicazioni a nessuna delle due parti.

Pignoramento prima casa: ecco come impedirlo

Esiste il mito diffuso che la prima casa sia immune dal pignoramento. Questo, però, è vero solo in determinati casi.

Innanzitutto, questa protezione si applica solo se il creditore è l’Agente per la Riscossione Esattoriale. Ciò significa che la prima casa non può essere oggetto di pignoramento per il mancato pagamento di multe relative a violazioni del Codice della Strada. Tuttavia, se il debito riguarda il non pagamento di un mutuo, il pignoramento è possibile, sebbene con importi minimi.

Il pignoramento non può essere eseguito se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

pignoramento-prima-casa-cointestata-come-funziona
Pignoramento della prima casa cointestata: quando è possibile? In foto: il martello di un giudice e una casa.

FAQ: domande frequenti debiti e pignoramento

Quando scatta il pignoramento per debiti fiscali?

Il pignoramento per debiti fiscali si attiva dopo un processo che inizia con la segnalazione dell’inadempimento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Nonostante non vi sia una tempistica fissa, la legge prevede specifici lassi di tempo prima che si possa procedere con l’azione esecutiva. Importante è notare che, prima di giungere al pignoramento, il contribuente può ricevere vari solleciti e l’intero processo può estendersi per un periodo considerevole, talvolta anche anni, a seconda delle circostanze specifiche e delle procedure adottate.

Quanto tempo dopo l’avviso di accertamento arriva il pignoramento?

Dopo l’emissione di un avviso di accertamento esecutivo, il contribuente ha 60 giorni di tempo per effettuare il pagamento o presentare un ricorso. Qualora queste azioni non vengano intraprese, segue un periodo di circa 6 mesi (180 giorni) dopo il quale l’Agenzia Entrate Riscossione può iniziare a identificare i beni su cui procedere con il pignoramento. Considerando questi intervalli e possibili ulteriori dilazioni, il pignoramento può avvenire non prima di un anno dall’avviso di accertamento, a volte anche più tempo.

Quali sono le due procedure di pignoramento dell’Agenzia delle Entrate?

Le due procedure principali di pignoramento adottate dall’Agenzia delle Entrate sono:

  1. La procedura che segue l’emissione di una cartella esattoriale, utilizzata in caso di mancato pagamento di debiti fiscali.
  2. La procedura che si avvia in seguito all’emissione di un avviso di accertamento esecutivo, ormai l’approccio più frequente, applicabile anche in presenza di tributi minori.

Cosa accade dopo i 60 giorni dall’avviso di accertamento esecutivo?

Se nei 60 giorni successivi all’emissione dell’avviso di accertamento esecutivo non avviene il pagamento o non viene presentato un ricorso, l’accertamento diventa esecutivo. Ciò significa che il contribuente perde la possibilità di contestare il debito. Dopo 30 giorni dalla scadenza di questo termine, inizia il conteggio di un periodo di sospensione di 180 giorni, dopodiché l’Agenzia Entrate Riscossione può procedere con il pignoramento dei beni.

Quanto tempo si ha per pagare o rateizzare dopo una cartella esattoriale?

Ricevuta una cartella esattoriale, il contribuente dispone di 60 giorni per saldare il debito o per richiedere una dilazione del pagamento (rateizzazione). Scaduto questo termine senza che il debito sia stato regolato o non sia stata accordata una dilazione, l’agenzia può procedere con il pignoramento dei beni del contribuente.

Qual è il termine di prescrizione per le imposte sui redditi e l’IVA?

I termini di prescrizione per le imposte sui redditi (Irpef, Ires, Irap) e per l’IVA sono entrambi di 10 anni. Questo significa che, decorsi 10 anni dall’ultimo sollecito di pagamento senza che l’agenzia abbia intrapreso azioni di recupero, il debito si estingue e non può più essere oggetto di pignoramento o altre azioni esecutive.

Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sul fisco e sulle tasse:

Entra nel gruppo WhatsApp e Telegram

Canale Telegram

Gruppo WhatsApp