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Prestito personale, tutto quello che devi sapere

Prima di chiedere un prestito personale in una banca o una finanziaria è meglio essere informati bene per poter fare la scelta migliore.

di The Wam

Aprile 2021

Ottenere un prestito personale da una banca, soprattutto in questi periodi, non è semplice. Ma spesso non si è ben informati in partenza e questo facilita la possibilità di commettere degli errori. Le conseguenze possono essere un “no” secco dall’istituto di credito (o dalla finanziaria), o allungare i tempi, cosa grave se di quel prestito si ha bisogno in fretta.

Ci sono cose che bisogna conoscere bene prima attivarsi nella richiesta di un prestito.

In questo articolo vi spieghiamo in modo semplice le cose che non possono essere ignorate se hai deciso di recarti in un istituto di credito per proporre una richiesta di finanziamento.

Cos’è un prestito personale?

Il prestito personale è una forma di finanziamento privato. Viene erogato da una banca o da una finanziaria autorizzata. Il prestito personale rientra nella categoria dei prestiti non finalizzati.

Cosa significa? Che il finanziamento non è collegato o vincolato all’acquisto di un bene.

Con il prestito personale il cliente riceve una somma e si impegna a restituirla entro un determinato periodo.

La banca o la finanziaria chiede per la concessione del prestito personale l’applicazione di interessi durante il periodo del rimborso. Possono essere fissi o variabili.

Attenzione, c’è anche il pagamento dei costi/oneri come le spese di istruttoria, spese di incasso rata, spese di estinzione anticipata. In qualche caso anche spese assicurative.

Consiglio importante: valutate con estrema attenzione questo nuovo debito. Il che significa verificare il budget familiare, il reddito mensile e tenere conto del costo complessivo della rata del prestito. Quella rata andrà a sommarsi a tutti gli altri impegni di pagamento che già pesano sul vostro bilancio. Bollette, fitto un eventuale altro prestito.

Quali sono i requisiti richiesti per un prestito personale?

Non tutte le banche sono uguali, ognuna fa valutazioni diverse rispetto a una richiesta di prestito personale, anche se tutte seguono le direttive generali che sono state disposte dalla Banca d’Italia.

In genere il prestito personale viene concesso a chi ha più di 18 anni e possieda la capacità di rimborso. Ossia: è in grado di restituire il finanziamento e far fronte anche a tutti gli altri costi mensili (fitto, bollette, altri prestiti).

Ma non solo. Le banche o le finanziarie andranno anche a verificare se siete iscritti nel registro dei cattivi pagatori (dove finisce chi non ha onorato prestiti precedenti).

Ma come si fa a dimostrare la capacità di rimborso? Non a parole. Bisogna esibire una documentazione reddituale. Ovvero: busta paga e Cud (se siete un lavoratore dipendente), dichiarazione dei redditi se invece siete un professionista o un lavoratore autonomo, cedolino della pensione se siete pensionato (per i pensionati leggi l’articolo sulla cessione del quinto).

Quando un prestito viene rifiutato?

Molto ruota sulla vostra capacità di rimborso. Se la banca ritiene non sia sufficiente a coprire le rate del prestito personale vi troverete di sicuro di fronte a un “no”. Quando accade? Spesso a fare la differenza sono altri e precedenti contratti di finanziamento. In particolare se chi verifica la pratica ritiene che comporterebbero un impegno per il cliente così eccessivo che c’è il rischio concreto di non poter coprire le rate del nuovo prestito.

Conta anche il vostro passato. Ci spieghiamo. La richiesta di prestito personale può essere rigettata se in passato avete avuto dei protesti o risultino ritardi o mancati pagamenti per altri finanziamenti. In questo caso tutto risulterà nei Sistemi di Informazione Creditizia.

Le banche e le finanziarie possono anche consultare delle banche dati o la Centrale Rischi della banca d’Italia.

Ricordatevi però di far valere in ogni caso un vostro diritto: se il prestito personale non viene concesso la banca o la finanziaria hanno il dovere di fornire all’utente la motivazione. Soprattutto a riguardo di informazioni negative che sono state apprese in una banca dati. Potreste anche non sapere di essere finiti nel “libro nero”, magari per un mancato pagamento di tanto tempo fa.

Cosa fare di prima di chiedere il finanziamento?

Andate informati in banca o in una finanziaria. E cioè, prima di chiedere un prestito personale valutate le diverse offerte. Non sono uguali (a partire dagli interessi e dalle rateizzazioni proposte, ma anche dai costi accessori), e scegliete quella che oltre a essere più conveniente è anche la più congeniale alle vostre esigenze.

Ricordate che le banche (o le finanziarie) hanno l’obbligo di fornire all’interessato tutte le informazioni necessarie per consentire al cliente di fare una scelta consapevole.

E a proposito, mentre state negoziando il prestito, fatevi consegnare (è un vostro diritto), le informazioni europee di base sul credito al consumo. Lì ci sono notizie chiare e complete sulle condizioni personalizzati con i dati del cliente.

Queste informazioni chiedetele sempre.

Cosa contiene un contratto di prestito personale?

In un contratto di prestito personale devono essere inserite (è un obbligo) tutte queste informazioni:

Fate molto attenzione: la banca o la finanziaria, dopo la stipula, possono modificare le condizioni stabilite nel contratto, fatta eccezione per il tasso di interesse (se questa possibilità non era inserita nell’accordo), con espressa sottoscrizione da parte del cliente e se ricorra un motivo giustificato.

Per questo motivo, prima di firmare verificate il contenuto del contratto e soprattutto il Taeg.

Cos’è il Taeg

Come detto quando si firma un contratto per il prestito personale una delle voci più importanti da verificare sono nel Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale). Lì c’è il costo effettivo che il cliente dovrà versare alla banca in termini percentuali. Questo è l’indicatore vero del costo annuo, perché comprende interessi, costi e oneri accessori.

Ma non solo, quando valutate diverse offerte di prestito il Taeg sarà quello che vi indicherà la migliore a parità di importo e durata.

Non lasciatevi dunque influenzare dal Tan (Tasso Annuo Nominale), quello indica solo il tasso di interesse che viene applicato, ma non comprende le spese (che molto spesso fanno la differenza).

Si può recedere dal prestito personale?

Sì, chiaro: la facoltà di ripensamento è un diritto del consumatore. Può interrompere il contratto di finanziamento anche senza il consenso della banca o dell’intermediario finanziario che lo ha erogato. Non deve pagare costi, né fornire spiegazioni e può essere esercitato 14 giorni dopo la stipula del contratto. Basta inviare una comunicazione alla banca (o alla finanziaria), le modalità sono incluse nello stesso contratti.

Se sono invece trascorsi 30 giorni dalla stipula del contratto di prestito personale, il cliente può recedere ma deve rimborsare il capitale, gli interessi maturati, i costi sostenuti dalla banca (imposta di bollo o imposta sostitutiva).

Cosa accade se non si pagano una o più rate?

Se non si pagano una o più rate le conseguenze possono essere serie: aumentano gli interessi con l’applicazione di una mora e chi ha contratto il prestito può essere segnalato agli enti di tutela del credito (cattivo pagatore). Quelle informazioni negative sono poi condivise con l’intero sistema bancario il che renderà molto difficile poter richiedere un altro prestito.

Un consiglio. Se prevedete di avere difficoltà nel pagamento anche di una sola rata nei termini previsti è meglio contattare subito la banca/finanziaria e valutare soluzioni alternative. Molte banche vanno incontro alle esigenze dei clienti e possono dare la possibilità di saltare una rata, variarla o allungare o accorciare il piano di rientro.

Se cambiate residenza informate la banca o la finanziaria, così sarete sicuri di ricevere tutte le comunicazioni.

Si può estinguere in anticipo un prestito personale?

Sì, è possibile. Può essere una estinzione del debito parziale o totale. Il cliente dovrà rimborsare la banca (o finanziaria), del capitale residuo ancora dovuto, degli interessi che sono maturati fino all’estinzione e di tutte le altre somme di cui la banca potrebbe essere in credito.

Per l’estinzione anticipata del debito è previsto un indennizzo a carico del cliente. È di circa l% dell’importo rimborsato in anticipo se c’era più di un anno anno di contratto, dello 0,5% se la durata residua era pari o inferiore a un anno. Comunque sia l’indennizzo non può superare l’importo degli interessi che il cliente avrebbe dovuto pagare se restituiva il prestito nei tempi previsti.

Non è dovuto invece nessun indennizzo se l’importo rimborsato in anticipo corrisponde all’intero debito residuo ed è pari o superiore a 10mila euro o se il rimborso è stato fatto con un contratto di assicurazione che deve garantire il credito.

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