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Rischio pignoramento pensione con 5000 euro di debito

Rischio pignoramento pensione con 5000 euro di debito: vediamo in questo post cosa succede e perché quando c’è un debito con l’Agenzia delle Entrate superiore a quella soglia.

di The Wam

Luglio 2024

Rischio pignoramento pensione con 5000 euro di debito. Se devi una cifra pari o superiore a quella soglia all’Agenzia delle Entrate rischi di non ricevere la liquidazione della pensione e del TFR, vediamo perché. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Rischio pignoramento pensione con 5000 euro di debito: il servizio di verifica

L’accumulo di un debito con l’Agenzia delle entrate e della riscossione (AdER) può incidere in modo negativo sul pagamento della pensione e del TFR. Accade con l’attivazione del servizio di verifica degli inadempimenti, che segnala la situazione all’AdER per le necessarie azioni di recupero. Il quadro normativo di riferimento è l’articolo 48 bis del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, che prevede la verifica della regolarità fiscale del beneficiario da parte delle Amministrazioni Pubbliche e delle società a prevalente partecipazione pubblica prima di erogare pagamenti superiori a diecimila euro, segnalando eventuali inadempienze all’agente della riscossione competente per territorio.

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Modificato il limite

La soglia per l’attivazione della verifica degli inadempimenti è stata ridotta. La legge di bilancio per il 2018 ha abbassato questo limite da 10.000 euro a 5.000 euro. Questo cambiamento amplia il raggio d’azione del servizio di verifica, aumentando il numero di casi in cui i pensionati possono essere soggetti a verifica fiscale prima del pagamento delle loro pensioni.

Inoltre, con la legge 21 settembre 2022, n. 142, è stato modificato anche il limite di impignorabilità delle pensioni. Il “minimo vitale” sotto il quale non si possono pignorare le pensioni è stato aumentato a 1.000 euro, offrendo così una maggiore protezione ai pensionati contro il rischio di pignoramento.

Limiti al pignoramento di pensioni e altre indennità

Le somme dovute a titolo di pensione, di indennità o altri assegni di quiescenza sono protette da specifici limiti di pignoramento. Secondo una circolare dell’INPS (circ. 23/2023), le pensioni non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro.

Inoltre, gli articoli 72 bis e seguenti del D.P.R. 602/1973 stabiliscono che l’Agente della riscossione può effettuare il pignoramento di pensioni e altre indennità relative al rapporto di lavoro (incluso il TFR) nei seguenti limiti:

Questi limiti sono stati introdotti dal D.L. 16/2012 (cosiddetto “decreto Semplificazioni”) e rappresentano le soglie massime entro cui le somme possono essere pignorate, garantendo una certa misura di protezione al reddito dei pensionati.

Accrediti sul conto corrente e pignoramento

Quando le pensioni e altre somme vengono accreditate su un conto corrente, si applicano principi specifici per il pignoramento. Le somme depositate sul conto possono essere pignorate solo per l’importo che supera il triplo dell’assegno sociale. Questo limite si applica quando l’accredito avviene prima della data del pignoramento.

In dettaglio, i limiti per il pignoramento al momento dell’accredito sono i seguenti:

Se i limiti non vengono rispettati, il pignoramento è considerato inefficace per la parte eccedente i limiti stabiliti. Il debitore ha il diritto di eccepire l’inefficacia del pignoramento in sede di opposizione all’esecuzione davanti al Tribunale ordinario, funzionante come Giudice dell’esecuzione, sia per questioni tributarie che extratributarie.

Inoltre, il debitore pignorato può richiedere il risarcimento per i danni subiti a causa di un pignoramento ritenuto illegittimo.

Rischio pignoramento pensione con 5000 euro di debito
Nell’iummagine un pensionato ha appena ricevutio un atto di pignortamento.

FAQ (domande e risposte)

Che cos’è il rischio pignoramento pensione?

Il rischio di pignoramento della pensione emerge quando un debitore ha accumulato debiti significativi, in questo caso pari o superiori a 5000 euro, con entità come l’Agenzia delle Entrate. Questo debito può portare a un intervento dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione (AdER) che, tramite un processo di verifica degli inadempimenti, può ritardare o bloccare il pagamento di somme dovute al debitore, come la pensione e il TFR.

Qual è il limite di pignorabilità delle pensioni nel 2023?

Nel 2023, il limite di impignorabilità delle pensioni è stato fissato a un “minimo vitale” di 1.000 euro. Ciò significa che le somme fino a questo importo non possono essere pignorate. Per le somme superiori, il pignoramento può avvenire ma è regolato da limiti specifici stabiliti per proteggere una porzione del reddito del pensionato.

Come funziona la verifica degli inadempimenti per le pensioni?

La verifica degli inadempimenti si attiva quando un debitore ha un debito verificato con l’AdER. Le istituzioni finanziarie e le amministrazioni pubbliche devono controllare se esistono debiti non saldati prima di procedere con qualsiasi pagamento superiore a 5000 euro al beneficiario. Se il debito è confermato, il pagamento può essere bloccato e segnalato all’AdER per ulteriori azioni.

Quali sono i limiti di pignoramento per le pensioni?

I limiti di pignoramento per le pensioni dipendono dall’importo totale della pensione o degli altri assegni:

Quando è inefficace il pignoramento sul conto corrente?

Il pignoramento è inefficace per la parte che eccede i limiti legalmente definiti. Se le somme pignorate su un conto corrente superano il triplo dell’assegno sociale per gli accrediti pre-pignoramento o i limiti proporzionali stabiliti per gli accrediti al momento del pignoramento o successivi, il debitore può contestare l’efficacia del pignoramento.

Cosa fare se il pignoramento della pensione è illegittimo?

Se un pignoramento è ritenuto illegittimo, il debitore ha il diritto di opporsi all’esecuzione. Questo può avvenire attraverso un’opposizione formale davanti al Tribunale ordinario, che funge da Giudice dell’esecuzione. Inoltre, il debitore può richiedere il risarcimento per danni derivati da un pignoramento illegittimo, sostenendo la necessità di un risarcimento finanziario per le perdite subite.

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