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Mutuo Consap 2024: cosa sapere sul finanziamento agevolato

Mutuo Consap 2024: come funziona e cosa sapere sul finanziamento agevolato garantito dallo Stato italiano per l'acquisto della prima casa

di Marco Cagiano

Agosto 2024

Mutuo Consap 2024: come funziona e cosa sapere sul finanziamento agevolato garantito dallo Stato italiano per l’acquisto della prima casa (scopri le ultime notizie su bonus, Adi e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Mutuo Consap 2024: cos’è e come funziona

Il Mutuo Consap 2024 offre un sostegno importante a chi desidera acquistare la prima casa. Il Fondo Prima Casa è accessibile a cittadini che, al momento della domanda di mutuo, non possiedono altri immobili a uso abitativo, tranne in casi di proprietà acquisita per successione causa morte, anche se condivisa con altri successori, purché tali immobili siano ceduti gratuitamente a genitori o fratelli. Il finanziamento può arrivare fino a un massimo di 250.000 euro, con una garanzia pubblica del 50%.

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Accesso prioritario e agevolazioni: per chi?

Il Mutuo Consap 2024 riconosce priorità a specifiche categorie, applicando un tasso effettivo globale (TEG) non superiore al TEGM pubblicato trimestralmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le categorie prioritarie includono giovani coppie conviventi da almeno due anni, nuclei monogenitoriali con figli minori, conduttori di alloggi degli istituti autonomi per le case popolari, e giovani sotto i 36 anni. Inoltre, il Decreto Sostegni bis consente un innalzamento della garanzia fino all’80% per chi, appartenendo a queste categorie e avendo un ISEE sotto i 40.000 euro, richiede un mutuo superiore all’80% del valore dell’immobile.

Nuove categorie prioritarie: quali sono?

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto ulteriori categorie prioritarie: nuclei familiari con tre figli sotto i 21 anni e ISEE fino a 40.000 euro, nuclei con quattro figli e ISEE fino a 45.000 euro, e nuclei con cinque o più figli e ISEE fino a 50.000 euro. Queste categorie possono beneficiare di una garanzia fino al 90% se il mutuo richiesto supera l’80% del valore dell’immobile. Inoltre, per le domande presentate fino al 31 dicembre 2024, la garanzia elevata può essere concessa anche se il TEG supera il TEGM, limitato al differenziale positivo tra la media del tasso IRS a 10 anni calcolata il mese precedente all’erogazione e la media del tasso IRS a 10 anni del trimestre su cui si basa il TEGM vigente. Se il differenziale è negativo, le condizioni economiche applicate devono essere più favorevoli rispetto al TEGM in vigore.

Requisiti per richiedere il mutuo per la prima casa: quali sono?

Richiedere il mutuo è un passaggio fondamentale per l’acquisto della (prima) casa, uno di quegli step che riguarda la stragrande maggioranza degli italiani che possono e vogliono acquistare una casa di proprietà.

Spesso si fa però confusione su requisiti e criteri, oltre alle condizioni del mutuo. In Italia, infatti, siamo piuttosto indietro per quanto riguarda informazioni base come tasso fisso e tasso variabile e in generale per quanto riguarda l’educazione finanziaria. Facciamo allora un po’ di chiarezza.

Requisiti anagrafici per richiedere il mutuo

Per richiedere un mutuo, il requisito fondamentale è la maggiore età; la fascia d’età più vantaggiosa per ottenere un mutuo prima casa è tra i 25 e i 35-40 anni. In questa fascia, sono disponibili agevolazioni per l’accesso al mutuo e benefici fiscali come riduzioni sulle imposte di ipoteca, registrazione e catastali.

Non esiste un’età massima per richiedere un mutuo, ma per i richiedenti più anziani, la durata del mutuo è generalmente limitata a quindici anni, in linea con la speranza di vita sufficiente a coprire il prestito.

Per quanto riguarda la nazionalità, possono richiedere un mutuo i cittadini italiani e gli stranieri residenti in Italia da almeno tre anni, inclusi i cittadini dell’Unione Europea e gli extracomunitari.

Requisiti finanziari per richiedere il mutuo

Il reddito è un fattore cruciale per l’ottenimento del mutuo: la banca verifica la capacità del richiedente di rimborsare il prestito, richiedendo un reddito stabile e adeguato, tipicamente attraverso un contratto di lavoro a tempo indeterminato e la dichiarazione dei redditi.

Di solito, la rata mensile del mutuo non deve superare il 30% del reddito netto mensile. Anche chi ha contratti a tempo determinato o a progetto può ottenere un mutuo con il supporto di un garante.

La banca valuta inoltre l’affidabilità creditizia del richiedente controllando precedenti finanziamenti e la presenza nel registro dei cattivi pagatori. In caso di negatività, sono richieste garanzie aggiuntive. I documenti principali richiesti per un mutuo prima casa includono:

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Mutuo Consap 2024. In foto: casa, soldi, coppia.

FAQ: domande frequenti su mutui, debiti e pignoramenti

Cosa significa rinegoziare un mutuo?

La rinegoziazione del mutuo è un processo che permette di modificare le condizioni del contratto con l’istituto di credito che ha erogato il prestito. Questa operazione, di norma, non comporta alcun costo ed è uno strumento strategico per evitare che gli oneri finanziari diventino insostenibili.

Gli aspetti del contratto che possono essere soggetti a rinegoziazione includono il tasso di interesse e lo spread, la durata del contratto, e il tipo di contratto.

Cos’è la surroga del mutuo?

La surrogazione del mutuo, o surroga del mutuo, rappresenta l’opportunità di trasferire il proprio mutuo da un istituto di credito ad un altro, rinegoziando nello stesso tempo anche le condizioni.

Il vantaggio principale della surroga è che permette di beneficiare di nuove condizioni del mutuo senza sostenere alcun costo. Infatti, il trasferimento del mutuo è gratuito e l’unica spesa che il debitore deve sostenere è il pagamento di una tassa ipotecaria.

Come posso ridurre la rata del mio mutuo?

Ci sono diverse strategie per ridurre la rata del tuo mutuo. Potresti considerare la rinegoziazione del tuo mutuo con la tua banca, cambiando le condizioni del contratto in base alle tue esigenze finanziarie.

Un’altra possibilità potrebbe essere la surroga del mutuo, che ti permette di trasferire il tuo mutuo a un altro istituto di credito, potenzialmente con condizioni migliori. Infine, potresti considerare il passaggio da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso, per avere maggior prevedibilità sui tuoi pagamenti mensili.

Quando scatta il pignoramento per debiti fiscali?

Il pignoramento per debiti fiscali si attiva dopo un processo che inizia con la segnalazione dell’inadempimento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Nonostante non vi sia una tempistica fissa, la legge prevede specifici lassi di tempo prima che si possa procedere con l’azione esecutiva.

Importante è notare che, prima di giungere al pignoramento, il contribuente può ricevere vari solleciti e l’intero processo può estendersi per un periodo considerevole, talvolta anche anni, a seconda delle circostanze specifiche e delle procedure adottate.

Quanto tempo dopo l’avviso di accertamento arriva il pignoramento?

Dopo l’emissione di un avviso di accertamento esecutivo, il contribuente ha 60 giorni di tempo per effettuare il pagamento o presentare un ricorso.

Qualora queste azioni non vengano intraprese, segue un periodo di circa 6 mesi (180 giorni) dopo il quale l’Agenzia Entrate Riscossione può iniziare a identificare i beni su cui procedere con il pignoramento. Considerando questi intervalli e possibili ulteriori dilazioni, il pignoramento può avvenire non prima di un anno dall’avviso di accertamento, a volte anche più tempo.

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