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Pignoramento senza cartella esattoriale, si può fare?

Pignoramento senza cartella esattoriale, si può fare? Vediamo in questo post cosa dice la legge e se e come è possibile contestare una cartella che non è mai stata notificata. Vediamo cosa dice la legge.

di The Wam

Luglio 2024

Pignoramento senza cartella esattoriale, si può fare? Vediamo cosa dice la legge e anche se e come si può contestare una cartella che non è mai stata notificata. (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pignoramento senza cartella esattoriale: si può contestare?

Puoi sapere dell’esistenza di una cartella esattoriale non notificata solo consultando l’estratto di ruolo. Questo documento, accessibile anche online, è fornito dall’Agenzia delle Entrate Riscossione ed elenca tutte le cartelle pendenti e non saldate.

È possibile fare ricorso al giudice?

Se dall’estratto di ruolo scopri la presenza di atti mai notificati che ora gravano su di te, la possibilità di fare immediatamente ricorso al giudice per chiederne l’annullamento è limitata. La normativa richiede che tu attenda il successivo atto dell’Agenzia Entrate Riscossione, come un pignoramento o un preavviso di fermo amministrativo, per poter impugnare l’atto specifico. Solo in quel momento e in quella sede avrai l’opportunità di far valere i tuoi diritti.

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Limitazioni legali per la contestazione di un pignoramento

L’articolo 3-bis del D.L. 146/2021, che ha modificato l’articolo 12 del d.P.R. 602/1973, ha introdotto restrizioni sull’accesso alla tutela immediata per i debitori. Le modifiche legislative limitano la possibilità di impugnare un estratto di ruolo o una cartella di pagamento se si ritiene che non siano stati notificati validamente.

Condizioni specifiche per la contestazione

Un debitore può impugnare l’estratto di ruolo solo se dimostra un pregiudizio diretto causato dall’iscrizione a ruolo, che può essere relativo a:

Questi sono gli unici casi in cui è consentito contestare una cartella non notificata o erroneamente notificata. In tutti gli altri casi, il debitore deve attendere un atto successivo da parte dell’Esattore per poter agire legalmente.

Pignoramento senza la cartella esattoriale: è ammissibile?

Tornando alla questione iniziale, è importante chiarire che un pignoramento effettuato senza aver precedentemente ricevuto una cartella esattoriale non è generalmente considerato legale. La contestazione di questo pignoramento deve però avvenire, come accennato, al momento della notifica dell’atto di pignoramento stesso, e non contro l’estratto di ruolo.

Tuttavia, se l’azione dovesse procedere, il contribuente ha la possibilità di fare ricorso al giudice per tutelare i propri diritti.

È possibile evitare un pignoramento per cartelle mai notificate?

La Cassazione, nell’ordinanza 17606/2024, ha ritenuto che non è giustificabile la diretta impugnazione dell’estratto di ruolo per la possibile sospensione di pagamenti come le pensioni. La legge stabilisce che solo in circostanze specifiche, tassative e non estendibili, si può procedere con un ricorso contro l’estratto di ruolo.

Scenario legale per il contribuente

Nel caso specifico, un contribuente aveva impugnato l’estratto di ruolo per cartelle di pagamento non notificate, sostenendo che ciò poteva giustificare un legittimo interesse a impugnare a causa di potenziali pignoramenti su pensioni INPS. I tribunali di primo e secondo grado hanno rigettato il ricorso, e la decisione è stata confermata dalla Cassazione. L’Alta Corte ha ribadito che le condizioni per impugnare sono limitate e devono essere dimostrate chiaramente dal debitore al momento della pronuncia.

Implicazioni della sentenza della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 190 del 17 ottobre 2023, ha riconosciuto che la nuova normativa limita il diritto di difesa del contribuente, esponendolo al rischio di un pignoramento imminente e potenzialmente ingiustificato. Ha però evidenziato che spetta al Parlamento intervenire con una riforma. La Corte non può sostituirsi all’organo legislativo.

Obblighi dimostrativi del contribuente

Secondo l’ordinanza della Cassazione n. 17606/2024, per contestare efficacemente l’estratto di ruolo, il debitore deve dimostrare un interesse ad agire ben definito, legato a specifici pregiudizi che derivano dall’iscrizione a ruolo, come la partecipazione a gare di appalto o la riscossione di somme da enti pubblici.

Pensioni e stipendi sono a rischio?

La possibilità di pignoramento di pensioni, stipendi o conti correnti per cartelle esattoriali mai notificate è un timore comune tra i contribuenti. La normativa attuale non giustifica però un’immediata azione di tutela del contribuente senza un atto formale di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Significa che il contribuente ha l’opportunità di difendersi e impugnare l’atto solo quando e se questo viene formalmente notificato.

Pignoramento senza cartella esattoriale, si può fare?
Nell’immagine un uomo ha appena ricevuto un atto di pignoramento senza che sia mai stata notificata una cartella esattoriale. Cosa può fare?

FAQ (domande e risposte)

Quando è legittimo rifiutare altre mansioni?

È legittimo rifiutare di svolgere mansioni non incluse nel contratto di lavoro, specialmente quando queste possono portare a un demansionamento o non rispecchiano le qualifiche del lavoratore. La legittimità di questo rifiuto è rinforzata se le mansioni richieste possono compromettere l’integrità fisica o morale del dipendente o se sono radicalmente diverse da quelle per le quali è stato assunto.

Cosa fare in caso di demansionamento illegale?

Se un lavoratore si trova demansionato illegalmente, può contestare la decisione attraverso una procedura interna aziendale, qualora disponibile, o ricorrere a vie legali. È consigliabile consultare un legale specializzato in diritto del lavoro per valutare la situazione specifica e decidere il miglior corso d’azione, che potrebbe includere la richiesta di reintegro nelle mansioni originarie o un risarcimento per il demansionamento subito.

Quando si rischia il licenziamento per rifiuto di mansioni?

Il rischio di licenziamento emerge quando un dipendente rifiuta di svolgere le mansioni assegnate senza una giustificazione valida secondo il contratto di lavoro e le leggi vigenti. Se il rifiuto viene considerato ingiustificato, l’azienda potrebbe procedere con un licenziamento per giusta causa, sostenendo l’inadempimento delle obbligazioni contrattuali da parte del dipendente.

Quali sono le conseguenze del rifiuto di nuove mansioni?

Le conseguenze possono variare da sanzioni disciplinari interne a possibili azioni legali contro il lavoratore, fino al licenziamento. Se il rifiuto è giustificato legalmente, il lavoratore potrebbe essere tutelato da eventuali ripercussioni negative, ma è essenziale che le sue motivazioni siano solidamente ancorate a disposizioni contrattuali o legali.

Come agire legalmente contro un demansionamento?

Per agire legalmente contro un demansionamento, il dipendente deve prima documentare ogni comunicazione e tentativo di risoluzione interna. Successivamente, può presentare un reclamo formale tramite l’assistenza di un avvocato, eventualmente procedendo con una causa legale per la tutela dei propri diritti lavorativi e la richiesta di eventuali danni o indennizzi.

Qual è il ruolo della Cassazione nel rifiuto di mansioni?

La Cassazione gioca un ruolo cruciale nell’interpretazione delle normative relative al diritto del lavoro, stabilendo precedenti giuridici che influenzano le decisioni sui diritti dei lavoratori a rifiutare determinate mansioni. Le sue sentenze possono chiarire i limiti entro cui i lavoratori possono legittimamente opporsi a modifiche unilaterali delle loro condizioni di lavoro da parte dei datori di lavoro.

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