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Home / Lavoro / Tfr o fondo pensione: cosa è meglio e quando (+ esempi)

Tfr o fondo pensione: cosa è meglio e quando (+ esempi)

Tfr o il fondo pensione: cosa scegliere? Ecco i pro e i contro delle due soluzioni e le differenze tra il tenere il Tfr in azienda o versarlo in un fondo pensione.

di Carmine Roca

Febbraio 2023

È meglio scegliere il Tfr o fondo pensione? Vediamo insieme i pro e i contro delle due soluzioni (scopri tutti gli annunci e le offerte di lavoro sempre aggiornati. Ricevi su Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

Tfr o fondo pensione: cosa scegliere?

Cosa scegliere, il Tfr o fondo pensione? L’ascesa delle pensioni complementari ha fatto sorgere il dubbio. È meglio trattenere il Trattamento di fine rapporto in azienda oppure versarlo in un fondo pensione? Ogni soluzione ha dei pro e dei contro.

Gli aspetti positivi del Tfr

Gli aspetti negativi del Tfr

Ai fini previdenziali, il Tfr non ha alcuna valenza. Non accresce la misura della pensione, poiché il Trattamento di fine rapporto è pagato in contanti. Per integrare la propria pensione, il lavoratore o la lavoratrice dovrà sottoscrivere contratti assicurativi personali, piuttosto costosi.

Gli aspetti positivi del fondo pensione

Gli aspetti negativi del fondo pensione

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Tfr o fondo pensione: la risposta

Detto questo, avendo descritto grosso modo i pro e i contro, alla domanda ‘è meglio scegliere Tfr o fondo pensione?’, rispondiamo con: dipende dalle esigenze del lavoratore o della lavoratrice.

Può essere più favorevole far custodire il Trattamento di fine rapporto all’azienda per la quale si presta servizio e utilizzare immediatamente il capitale accumulato in caso di perdita o cambio di lavoro, oppure pensare a medio-lungo termine e integrare il proprio assegno previdenziale con la rendita maturata in un fondo pensione.

In ogni caso, vi invitiamo come sempre a rivolgervi a fiscalisti accreditati, a partire dai professionisti messi a disposizione dai Caf.

Tfr o fondo pensione: cos’è il Tfr?

Una volta descritti i pro e i contro e se è meglio scegliere il Tfr o fondo pensione, vediamo insieme cos’è il Trattamento di fine rapporto e cos’è il fondo pensione.

Il Trattamento di fine rapporto è una quota di stipendio che matura ogni mese e può essere trattenuta in azienda oppure versata in un fondo pensione.

Il Tfr è stato istituito nel 1924 e in origine costituiva un’indennità di licenziamento, con scopo assicurativo. Nel 1982, il Tfr ha assunto i caratteri di una retribuzione differita che viene erogata al termine dell’attività lavorativa.

Per ogni anno di lavoro le aziende o i datori di lavoro accantonano il 6,91% della retribuzione lorda annua del dipendente, rivalutata annualmente, liquidata al termine dell’attività lavorativa.

Dal 2001 sulla rivalutazione annua si applica una tassazione dell’11%: questo comporta una riduzione della rivalutazione finale.

Tfr o fondo pensione: cos’è il fondo pensione e le differenze

I fondi pensione, invece, sono stati introdotti dal 1993, con l’obiettivo di integrare la pensione del lavoratore o della lavoratrice.

La differenza più importante sta nelle tempistiche: il Tfr trattenuto in azienda viene pagato al termine di ogni rapporto di lavoro e, come visto, è immediatamente utilizzabile. Mentre il Tfr versato in un fondo pensione viene accumulato mese per mese e pagato quando si richiede la pensione complementare o una delle prestazioni previste dal fondo.

Tfr o il fondo pensione
Tfr o il fondo pensione: nella foto la mano di un uomo tiene un punto interrogativo.

Tfr o fondo pensione: come scegliere?

Una volta assunto, il lavoratore ha sei mesi di tempo per decidere dove destinare il suo Tfr. Se opta per tenerlo in azienda, dovrà compilare un apposito modulo da consegnare al proprio datore di lavoro.

Se scaduti i sei mesi, il lavoratore non fornisce indicazioni sulla destinazione del suo Tfr, automaticamente questo viene versato al fondo pensione di riferimento del suo settore di attività, risultando iscritto alla previdenza complementare.

Il Tfr accantonato nel fondo pensione viene investito nel comparto scelto e produce una rendita, che si trasforma in pensione complementare, accessibile una volta raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia, a patto che il fondo pensione sia attivo da almeno 5 anni.

Nel caso in cui il lavoratore dovesse interrompere l’attività lavorativa, il Tfr maturato e versato nel fondo pensione non verrà liquidato in automatico, a differenza del Tfr trattenuto dall’azienda.

Il lavoratore potrà scegliere se rimanere iscritto al fondo pensione attuale senza versare altre somme di denaro; riscattare la rendita accumulata o trasferirsi presso un altro fondo pensione.

Nel caso in cui il lavoratore sceglie di aderire a un fondo pensione negoziale, deve sapere che il suo Tfr obbligatoriamente dovrà essere versato nel fondo pensione. Se previsto dalle Fonti istitutive del fondo, potrà anche versare solo una parte del suo Tfr.

Invece i fondi pensione aperti o i PIP (Piano Individuale Pensionistico) non prevedono l’obbligatorietà del versamento del Tfr al fondo pensione.

I fondi pensione negoziali e i fondi pensione aperti danno diritto, oltre al versamento del Tfr, anche al deposito di un contributo mensile, trattenuto direttamente dalla busta paga. Il versamento della quota periodica dà diritto a ricevere un ulteriore contributivo dal proprio datore di lavoro.

Gli importi dei versamenti dipendono dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento o nel regolamento aziendale, indicati nella nota informativa, il documento del fondo pensione al quale avete aderito.  

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