Il Bonus 200 euro è stato pagato a quasi tutti i destinatari, mentre quello da 150 euro solo a chi rientra nella prima fase di pagamenti. Tuttavia, in alcuni casi si rischiano i Bonus 200 euro e 150 euro da restituire. Vediamo quando può succedere e perché (scopri le ultime notizie sul bonus 150 euro e poi leggi su Telegram tutte le news sui pagamenti dell’Inps. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp e nel gruppo Facebook. Seguici anche su su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Per alcune categorie di destinatari, i Bonus 200 e 150 euro sono stati pagati da diversi mesi. Ma questo non esclude che qualcuno li abbia ricevuti senza averne diritto e debba quindi restituire i soldi.
Nei prossimi paragrafi, analizziamo i casi principali di Bonus 200 euro e 150 euro da restituire.
Indice
- Bonus 200 e 150 euro da restituire: quando si rischia
- Bonus 200 euro e 150 euro da restituire: ecco per chi
- Bonus 200 euro e 150 euro da restituire: a chi spetta e quando arriva
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Bonus 200 e 150 euro da restituire: quando si rischia
I bonus 200 e 150 euro sono stati erogati a partire da luglio e da novembre a coloro che rientravano nei requisiti previsti dal Decreto Aiuti e Decreto Aiuti ter. Tra i beneficiari, c’è chi ha ricevuto le indennità una tantum in via automatica e chi invece ha dovuto presentare una domanda apposita.
Proprio coloro che hanno ottenuto le indennità automaticamente dovrebbero prestare attenzione in quanto rischiano di dover restituire i sussidi ricevuti, se dai controlli dell’INPS risulta che non si rispettano i requisiti previsti.
In particolare, si rischiano i Bonus 200 e 150 euro da restituire in due casi principali:
- quando i beneficiari non rientrano nei requisiti reddituali indicati nei Decreti Aiuti e Aiuti ter, e cioè un reddito non superiore a 35mila euro per il Bonus 200 euro e un reddito inferiore a 20mila euro per il Bonus 150 euro. Oltre ai requisiti reddituali, ci sono anche altre condizioni specifiche in base alle singole categorie;
- quando arriva un doppio accredito dei Bonus, cioè i beneficiari ricevono per due volte il Bonus 200 euro o il Bonus 150 euro. Ricordiamo, infatti, che le indennità una tantum spettano una sola volta per destinatario.
Tra i destinatari del Bonus una tantum, ci sono due categorie che rischiano più facilmente di restituire i 150 o 1 200 euro. Nel prossimo paragrafo vediamo quali sono.
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Bonus 200 euro e 150 euro da restituire: ecco per chi
Le categorie che rischiano maggiormente la restituzione del Bonus 200 euro o del Bonus 150 euro sono i pensionati e i lavoratori dipendenti. Al momento dell’erogazione dei Bonus, queste categorie non hanno dichiarato ufficialmente i redditi percepiti nel 2021.
Infatti, tutti i dati relativi ai redditi del 2021 sono stati inseriti nella dichiarazione dei redditi (da consegnare entro il 30 novembre 2022) o nel modello Red (da compilare entro il 28 febbraio 2023).
Quindi, il pagamento dei contributi una tantum è avvenuto in via provvisoria ed è ancora oggi soggetto a verifica dei requisiti. Una volta che tutte le informazioni saranno disponibili, l’INPS procederà a effettuare i dovuti controlli per valutare la sussistenza dei requisiti reddituali. Se i redditi percepiti risultano superiori alla soglia consentita, l’Istituto invierà una notifica dell’indebito entro l’anno successivo alla verifica.
Nel caso dei titolari di pensione, le istruzioni sui controlli dell’INPS sono indicate nella circolare n.73/2022. Nello specifico, l’Istituto spiega che in mancanza dei requisiti reddituali, provvederà al recupero delle somme indebite tramite trattenute sulle prestazioni pensionistiche. Ciò significa che la somma erogata indebitamente viene decurtata dal cedolino della pensione.
Una situazione diversa riguarda invece i lavoratori dipendenti. In questo caso, i motivi di restituzione più probabili sono due: il Bonus è stato pagato da due datori di lavoro diversi oppure il lavoratore ha ricevuto due volte l’indennità sia come dipendente sia come pensionato. In entrambi i casi, dopo la verifica da parte dell’INPS, la somma non dovuta sarà recuperata in busta paga dal datore di lavoro.
Scopri gli ultimi pagamenti del Bonus 200 euro di dicembre e leggi anche cosa fare se lo hai ricevuto due volte. Dai un’occhiata alle nuove date del Bonus 150 euro di dicembre 2022 e gennaio 2023 e scopri tutti i passaggi per fare domanda del Bonus 150 euro, nonché le categorie che devono richiedere l’indennità una tantum.
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Bonus 200 euro e 150 euro da restituire: a chi spetta e quando arriva
In questo approfondimento ci siamo concentrati sui Bonus 200 e 150 euro da restituire, spiegando chi rischia maggiormente e per quale motivo. Adesso, invece, potrebbe essere utile ricordare chi dovrà ricevere il pagamento dei due Bonus, ma soprattutto del Bonus 150 euro nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda il Bonus 200 euro, a gennaio è previsto l‘accredito per i collaboratori sportivi. Il motivo del ritardo è legato alle modifiche dell’INPS sui destinatari che già avevano ricevuto l’indennità.
Oltre a questa categoria di beneficiari, ci sono anche alcuni lavoratori autonomi in attesa, che dovrebbero ricevere i 200 e i 150 euro contemporaneamente.
Invece, in merito al Bonus 150 euro, devono ricevere l’indennità i cittadini che fanno parte della seconda fase di pagamenti, indicati dall’INPS nella circolare 127/2022. Nello specifico, riceveranno i 150 euro idafebbraio 2023 queste categorie:
- coloro che a novembre 2022 risultano titolari di indennità Naspi e Dis-Coll, mobilità in deroga e trattamenti di importo pari alla mobilità, nonché beneficiari di disoccupazione agricola riferita al 2021;
- beneficiari delle indennità Covid-19, di cui all’articolo 10, commi da 1 a 9, del decreto-legge n. 41/2021 e di cui all’articolo 42 del decreto-legge n. 73/2021;
- lavoratori autonomi occasionali e incaricati alle vendite a domicilio già beneficiari delle indennità di cui all’articolo 32 del dl 50/2022 (Decreto Aiuti);
- titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di cui all’articolo 409 del codice di procedura civile, nonché dottorandi e assegnisti di ricerca. Per accedere al bonus è necessario avere un contratto attivo alla data del 18 maggio 2022 (entrata in vigore del Decreto Aiuti) e bisogna essere iscritti alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335/1995. Inoltre, per il 2021 questi cittadini devono avere un reddito complessivo non suiperiore a 20mila euro;
- lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti di cui agli articoli da 13 a 18 del decreto legislativo n. 81/2015, che nel corso del 2021 hanno svolto almeno 50 giornate di lavoro effettivo, a fronte di un reddito percepito inferiore a 20mila euro. A questa categoria appartengono anche i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo;
- lavoratori, sia autonomi che dipendenti, iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo che nel 2021 hanno almeno 50 contributi giornalieri versati nel predetto Fondo e che possano fare valere, sempre per il 2021, un reddito derivante da rapporti di lavoro nello spettacolo non superiore a 20mila euro.
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