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Home / Assegno di inclusione » Bonus e Incentivi / Assegno di inclusione importi: si possono aumentare e come?

Assegno di inclusione importi: si possono aumentare e come?

Come aumentare l'importo dell'Assegno di inclusione? Scopriamolo insieme.

di Alda Moleti

Gennaio 2024

In questo articolo scopriremo come aumentare l’importo dell’Assegno di inclusione con metodi assolutamente legali (scopri le ultime notizie sul Rdc e sui bonus attivi in italia. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Che cos’è l’Assegno di inclusione?

L’Assegno di inclusione (Adi) rappresenta la nuova prestazione gestita dall’INPS che, a decorrere dal 1° gennaio 2024, ha preso il posto del Reddito di cittadinanza (Rdc). L’Adi però sarà concesso unicamente ai nuclei familiari che includono almeno un membro disabile, minorenne, ultrasessantenne o affidato ai servizi sociali.

I requisiti economici per l’accesso a entrambe le misure rimangono gli stessi, ossia un ISEE familiare non superiore a 9.360 euro, un reddito familiare che non ecceda i 6.000 euro e altre condizioni legate a reddito e patrimonio, ampiamente descritte nel nostro articolo di approfondimento sull’Assegno di inclusione.

La differenza fondamentale tra Adi e Rdc si manifesta nel target dei beneficiari, essendo l’Assegno di inclusione decisamente più selettivo rispetto al Reddito di cittadinanza.

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Come aumentare l’importo dell’Assegno di inclusione

Molti percettori di Reddito di cittadinanza che quest’anno hanno richiesto l’Assegno di inclusione hanno ricevuto importi ridotti rispetto al Rdc. Il motivo risiede nel modo in cui si calcolano gli importi, che è diverso tra le due misure.

Diciamo subito che gli importi dell’Assegno di inclusione sono calibrati in base al reddito e alla composizione di tutto il nucleo familiare di chi lo richiede. Di conseguenza, l’unico modo per aumentare gli importi è cambiare uno di questi due parametri, cosa legalmente non facile.

Cambiare il nucleo familiare ai fini ISEE non è semplice, infatti, visto che questo non solo considera come soggetti componenti i membri della famiglia anagrafica, ma anche una coppia che convive fa parte dello stesso nucleo ISEE. Stessa cosa dicasi del reddito familiare, che non si può legalmente aumentare e abbassare a proprio piacimento.

Tuttavia, si deve sottolineare anche che i calcoli degli importi dell’Adi si basano in genere sull’ISEE 2023. Perciò se nel frattempo il reddito si è ridotto, un modo per aumentare gli importi dell’Assegno di inclusione è quello di aggiornare l’ISEE compilando la DSU 2024.

Perché gli importi dell’Adi sono più bassi del Rdc?

Sia l’Assegno di inclusione (Adi) che il Reddito di cittadinanza (Rdc) sono concepiti come un’integrazione al reddito familiare. Questi sussidi mensili mirano a portare il reddito familiare a 6.000 euro all’anno per un nucleo composto da una sola persona senza reddito.

L’Adi, inoltre, sostituirà la Pensione di cittadinanza (Pdc) per i nuclei familiari composti esclusivamente da individui con almeno 67 anni, in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. In questi casi, gli importi diventano maggiori, integrando il reddito familiare fino a 7.560 euro all’anno.

Questi sono gli importi massimi che spettano ad un single e che però si applicano solo in presenza di un reddito pari a zero.

Per un singolo individuo senza reddito, infatti, l’importo annuale massimo è di 6.000 euro (corrispondenti a 500 euro al mese). Nel caso di un nucleo familiare formato solo da persone con più di 67 anni, in condizione di disabilità grave o non autosufficienza, l’importo massimo per un single senza reddito è di 7.560 euro all’anno.

L’ammontare del beneficio diminuisce se il nucleo familiare ha un reddito, ma aumenta con l’aggiunta di altri membri oltre il richiedente.

Per calcolare l’importo dell’Adi si moltiplica, infatti, il beneficio massimo per un single senza reddito (6.000 euro o 7.560 euro) per il parametro della scala di equivalenza, che rappresenta la composizione del nucleo familiare. Nella sezione seguente verrà spiegato come calcolare questo parametro.

Il risultato della moltiplicazione indica l’importo annuale spettante, da cui va tolto il reddito familiare esistente, se presente.

Infine, l’importo mensile delle prestazioni si ottiene dividendo il totale annuale (dopo la detrazione del reddito familiare) per i 12 mesi dell’anno.

Come cambia la scala di equivalenza dell’Adi?

La scala di equivalenza è un criterio cruciale nel determinare gli importi dell’Assegno di inclusione e del Reddito di cittadinanza, poiché è un numero che riflette la composizione del nucleo familiare. Tuttavia, ci sono differenze significative nel modo in cui viene calcolata per ciascuna delle due misure.

Per il Reddito di Cittadinanza la scala di equivalenza si basa su un sistema incrementale a partire da 1 punto per il richiedente principale. Ogni ulteriore membro del nucleo familiare aggiunge un certo valore a questo punteggio.

Per l’Assegno di inclusione, invece, il nucleo familiare inizia con 1 punto base, riconosciuto come “base di garanzia di inclusione” a fronte delle fragilità presenti all’interno del nucleo. L’incremento del punteggio sulla scala di equivalenza avviene però solo in presenza di minori o di altri membri oltre al primo in condizione di fragilità.

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L’articolo 6, comma 5 del Decreto Lavoro, che spiega cosa si intende per componente con carichi di cura.

Adi e Rdc: scala di equivalenza a confronto

Per determinare la scala di equivalenza sia per l’Assegno di inclusione (Adi) che per il Reddito di cittadinanza (Rdc), si inizia attribuendo 1 punto al nucleo familiare. Successivamente, questo punteggio viene incrementato in funzione della specifica composizione del nucleo.

Nella tabella qui sotto sono messi a confronto i metodi di calcolo della scala di equivalenza per ciascuna delle due misure, a partire dal singolo punto inizialmente assegnato.

Scala di equivalenza dell’Assegno di inclusioneScala di equivalenza del Reddito di cittadinanza
+ 0,50 per ciascun altro componente con disabilità grave o non autosufficiente+ 0,4 per ogni componente maggiorenne oltre al richiedente
+ 0,40 per ciascun altro componente con età pari o superiore a 60 anni+ 0,2 per ogni minorenne presente nel nucleo
+ 0,40 per un componente maggiorenne con carichi di cura 
+ 0,30 per ciascun altro componente adulto in condizione di grave disagio bio-psico-sociale e inserito in programmi di cura e di assistenza certificati dalla pubblica amministrazione 
+ di 0,15 per ciascun minore di età, fino a due   
+ di 0,10 per ciascun minore di età, dopo il secondo  

La formula di calcolo degli importi di Adi e Rdc

La formula di calcolo degli importi mensili dell’Assegno di inclusione e del Reddito di cittadinanza è la stessa, poiché a cambiare è solo il parametro della scala di equivalenza, ed è la seguente:

[(6.000 euro x parametro della scala di equivalenza) – reddito familiare] / 12.

Soltatanto per i nuclei familiari composti esclusivamente da persone di oltre 67 anni o affette da gravi disabilità o non autosufficienza si utilizza una formula diversa, che è quella della Pensione di cittadinanza:

[(7.560 euro x parametro della scala di equivalenza) – reddito familiare] / 12.

FAQ: Domande frequenti sull’Assegno di inclusione

Cosa è cambiato per l’Assegno di inclusione a giugno 2023?

A giugno 2023 sono state introdotte alcune modifiche all’Assegno di inclusione. È importante tenere presente che, a partire dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione prenderà il posto del Reddito di cittadinanza. Le modifiche riguardano l’obbligo per il percettore attivabile al lavoro di accettare la prima offerta congrua di lavoro.

Chi può beneficiare dell’Assegno di inclusione se ha più di 60 anni?

Le persone che hanno superato i 60 anni di età, hanno un ISEE di massimo 9.360 euro e rispettano i requisiti di reddito e patrimoni, possono beneficiare dell’Assegno di inclusione.

Ci sono differenze tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione?

Le differenze sostanziali tra la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno di inclusione riguardano il calcolo degli importi spettanti. Per il resto i requisiti di età e le condizioni economiche restano pressoché invariati.

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