In questo approfondimento vedremo insieme come sapere se si è iscritti alle categorie protette (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Iscrizione alle categorie protette: è obbligatoria?
Per entrare a far parte delle categorie protette e godere dei benefici del collocamento mirato è necessario iscriversi presso il centro dell’impiego, l’organizzazione pubblica o privata che agisce da intermediario tra il lavoratore e l’azienda in cerca di personale da assumere.
Iniziamo col dire che l’iscrizione al centro per l’impiego non è obbligatoria, ma facoltativa, ma se si presenta domanda per la Naspi o la Dis-Coll, l’iscrizione diventa automatica: l’INPS trasferirà i tuoi dati al centro per l’impiego.
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Come sapere se si è iscritti alle categorie protette?
Ma una volta iscritti al centro per l’impiego e, in questo caso, alle categorie protette, come verificare la regolare iscrizione?
Il centro per l’impiego, all’atto dell’iscrizione, rilascerà all’interessato un documento che attesta lo stato di disoccupazione e certifica la ricerca di un posto di lavoro.
Per verificare se si è in possesso di questo documento, oltre ad accedere al proprio indirizzo mail, l’interessato potrà recarsi fisicamente al centro per l’impiego più vicino, oppure visitare il sito MyAnpal o ancora recarsi presso un’agenzia per il lavoro.
Se c’è bisogno di avere a disposizione la copia del certificato di disoccupazione, è possibile recarsi al centro per l’impiego più vicino, oppure stampare la copia direttamente dall’area personale del sito MyAnpal, una volta avuto accesso tramite l’inserimento di credenziali.
Una volta in possesso del certificato di disoccupazione, l’interessato potrà essere invitato dal centro per l’impiego a prendere parte ai programmi di reinserimento lavorativo o può essere indicato per colloqui da effettuare presso delle aziende o dei datori di lavoro.
Chi può iscriversi alle categorie protette?
L’articolo 1 della legge 68 del 1999 riconosce come categorie protette:
- le persone affette da minorazioni psichiche, fisiche e sensoriali o con handicap intellettivo, con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
- le persone invalide del lavoro con una percentuale di invalidità superiore al 33%;
- le persone non vedenti e sordomute;
- le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra o per causa di servizio.
Mentre l’articolo 18 della stessa legge inserisce nelle categorie protette anche:
- gli orfani e i coniugi delle vittime del lavoro, di guerra o di servizio nelle pubbliche amministrazioni;
- i coniugi e i figli di soggetti riconosciuti come grandi invalidi di guerra, di servizio e del lavoro;
- gli orfani e i coniugi delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (legge numero 407 del 1998);
- i profughi italiani rimpatriati con status riconosciuto ai sensi della legge numero 763 del 26 dicembre 1981.
Categorie protette e centro per l’impiego: cosa sapere?
Chi appartiene alle categorie protette deve presentarsi almeno una volta all’anno al centro per l’impiego per sottoscrivere un modulo con la propria DID (Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro), altrimenti si perde il diritto a essere inseriti in queste liste speciali.
È necessario firmare solo il modulo DID se non sei lavoratore dipendente o comunque se durante l’anno non hai svolto attività lavorativa superiore a 6 mesi, altrimenti in alcuni casi è necessario ripresentare la domanda di iscrizione per intero.
È questo il caso in cui perdi lo stato di disoccupazione. Per legge, possono iscriversi alle categorie protette coloro che, oltre a possedere determinati requisiti sanitari, risultano disoccupati.
Per iscriverti di nuovo alle categorie protette dovrai presentare al centro per l’impiego la seguente documentazione:
- se sei invalido civile, devi presentare un certificato di invalidità civile che attesti una percentuale di invalidità superiore al 45%. Il certificato deve essere stato rilasciato dall’ufficio invalidi civili del distretto ASL di riferimento;
- se sei invalido del lavoro, devi presentare un verbale che attesti l’invalidità rilasciato dall’INAIL che attesti una percentuale di invalidità maggiore del 33%;
- se sei persona non vedente, devi presentare un verbale rilasciato dalla competente commissione ASL che dichiari la cecità assoluta o un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi;
- se sei persona invalida di guerra, invalida civile di guerra e invalida per servizio, sei tenuto a presentare un certificato, rilasciato rispettivamente dalla Commissione medica militare (per gli invalidi di guerra), dal comando o dall’amministrazione di appartenenza (per gli invalidi civili di guerra e invalidi per servizio), che attesti la sussistenza di una situazione che riduca la possibilità di trovare un impiego;
- se sei vittima del terrorismo, criminalità organizzata e del dovere, devi presentare un apposito certificato, rilasciato dal Ministero dell’Interno o dal Prefetto territorialmente competente delegato, con cui si attesta l’appartenenza alla categoria.
Con questa documentazione, potrai chiedere nuovamente al Centro per l’impiego l’inserimento nelle liste per il collocamento mirato e nelle graduatorie provinciali.
Faq sulle categorie protette
Cosa sono le quote di riserva per le categorie protette?
Secondo la legge numero 68, i datori di lavoro e le aziende pubbliche e private hanno l’obbligo di riservare assunzioni per le categorie protette, secondo le quote di riserva.
Le quote di riserva sono pari a:
- un lavoratore disabile per le aziende con più di 15 dipendenti
- due lavoratori disabili per le aziende con più di 35 dipendenti;
- il 7% dei lavoratori occupati per aziende con più di 50 dipendenti.
Un’altra quota di riserva è destinata ai soggetti non disabili, ma appartenenti alle categorie protette perché in situazioni di svantaggio o disagio sociale:
- un 1 lavoratore per le aziende con un numero di dipendenti compreso tra 51 e 150;
- l’1% per le aziende con più di 150 dipendenti.
Quando non c’è l’obbligo di assunzione delle categorie protette?
In primo luogo, non c’è obbligo di assunzione delle categorie protette quando il numero di dipendenti dell’azienda è inferiore a 15.
Inoltre, l’obbligo è sospeso se il datore di lavoro si trova in difficoltà economica e ha avviato procedure come la CIGS o il licenziamento collettivo.
In alcune circostanze connesse alle caratteristiche del settore produttivo, i datori di lavoro non sono obbligati ad assumere lavoratori appartenenti alle categorie protette.
Inoltre, se l’attività produttiva presenta condizioni specifiche che rendono difficile occupare l’intera quota di riserva, il datore di lavoro può richiedere un’esenzione parziale dall’obbligo di assunzione.
È possibile rinunciare al collocamento mirato?
Sì, è possibile fare rinuncia al collocamento mirato. Il collocamento mirato, infatti, non è un obbligo ma un’opportunità per il lavoratore disabile. Non essendo un obbligo, hai la possibilità di iscriverti e di cancellarti dal collocamento mirato in qualsiasi momento, senza alcun tipo di problema ma rinunciando, ovviamente, a tutti i diritti ad esso collegati.
Quali sono le conseguenze della rinuncia al collocamento mirato?
Chi decide di rinunciare al collocamento mirato rinuncia a tutti i diritti ad esso collegati. Questo significa che non potrà più beneficiare delle opportunità offerte dal sistema di collocamento mirato nella ricerca di un lavoro.
Quali sono i tipi di contratto di lavoro per categorie protette
Il contratto di lavoro per le categorie protette è uguale alla stipula di un normale documento di inizio di un rapporto lavorativo tra un dipendente e un datore. In particolare, i contratti possono essere:
- di stage;
- a tempo determinato diretto della durata di 6 mesi;
- in somministrazione con durata minima di 12 mesi;
- di staff leasing;
- a tempo indeterminato;
- tramite cooperative sociali di tipo B.
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